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Luce ecologica: incandescenza o fluorescenza?

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Come tutti ben sanno ormai da diverso tempo è in atto una forte politica propagandistica a favore delle così dette “lampade a risparmio energetico” che dovrebbero sostituire, a detta di molti, le ormai obsolete lampade ad incandescenza, che verranno  dismesse definitivamente a partire dal 2010 (l’anno prossimo per intenderci). Siete dunque pronti a dire addio alla cara vecchia lampadina ad incandescenza? Vi ricordo che nella categoria delle incandescenze sono incluse sia le normali “lampadine” sia le sorgenti ad alogeni (comunemente dette alogene).

Ma le lampade a risparmio energetico, che poi sono delle comuni sorgenti fluorescenti compatte rivestite con un bulbo in vetro (o altro materiale) opalino sono veramente ecologiche? Rappresentano il futuro dell’illuminazione domestica?

Mi permetto di dire che intorno alle fluorescenti compatte (CFL- Compact Fluorescent Lamp) è stato costruito un bel castello di notizie che vi assicuro non sempre corrispondono alla verità.
Chi sta dietro a tutta questa propaganda pro CFL? Ma le aziende che producono ovviamente, soprattutto quando queste hanno un ruolo di assoluta rilevanza a livello politico. In Europa ricordo che la produzione di sorgenti è gestita in un regime di duopolio da Osram e Philips.

Dunque tornando nel vivo della discussione, quali sono i vantaggi e quali i difetti della CFL, ma soprattutto, alla fine, queste fantastiche sorgenti “ecologiche” danno degli effettivi benefici in termini di consumo globale?

Certamente in termini stretti di efficienza luminosa le sorgenti ad incandescenza non riescono nemmeno lontanamente a reggere il confronto con le fluorescenti, ma proprio qui nasce il primo inghippo, ma  da quando in qua si valuta il reale impatto sull’ambiente di un prodotto limitando l’analisi al solo periodo di effettivo utilizzo? Una vera analisi che si rispetta dovrebbe tenere in conto degli effettivi consumi generati durante tutto il periodo di vita del prodotto: “dalla culla alla tomba” , mai sentito parlare  di Life Cycle Design (Ecodesign) e Life Cycle Assessment (LCA) ?

Un’attento confronto tra Incandescenza e lampade fluorescenti compatte viene affrontata in un testo in inglese che potete trovare sul sito di PLDA (Professional Lighting design Association) e che vi riassumo brevemente qua sotto.

Il confronto è articolato considerando una sorgente ad incandescenza 60W e una CFL da 11W, normalmente confrontate nelle varie documentazioni perché considerate equivalenti in termini di  emissione luminosa, beh niente male il rapporto è circa 1/5.

Ma è veramente così? No ovviamente e le motivazioni sono molteplici, prima tra tutte è l’effettiva potenza impegnata dalla nostra cara sorgente da 11W, che in realtà a causa di una serie di motivazioni di natura elettrica utilizza una potenza maggiore.

Mettendo poi  a confronto le due diverse tecnologie ci si rende immediatamente conto che la CFL richiede un maggior impegno di risorse in termini di produzione e smaltimento (vedi qua) che, come dicevo, devono entrare in gioco nel computo complessivo dei consumi.
Non dimenticate poi che in particolare in fase di smaltimento è necessario operare un’attenta raccolta differenziate per smaltire correttamente le sostanza e i materiali contenuti  all’interno delle fluorescenti (mercurio, fosfori , materiali elettronici, ecc).
Si ma la vita media di una CFL è notevolmente superiore, direte voi, 6000 ore contro 1000 dichiarate dal costruttore, ma è anche vero che in condizioni di normali di funzionamento  (accensioni e spegnimenti, sbalzi di temperatura, ecc) le Fluorescenti compatte sono soggette ad una rapida perdita di efficienza luminosa.

Non dimentichiamo infine la qualità della luce, ditemi quello che volete, ma io personalmente preferisco di gran lunga la luce della cara vecchia lampadina.

Sicuramente, alla fine, in termini di puri consumi la spunterà, di poco, la sorgente a risparmio energetico, ma poi ci troveremo ad utilizzare una sorgente che certo ci farà risparmiare in termini economici qualche centesimo, ma che sicuramente non può essere considerata veramente un prodotto ecocompatibile. In particolare per quanto riguarda il tema dell’ecocompatibilità c’è chi sostiene che il mercurio contenuto in una fluorescente compatta e molto poco (circa 2mg per la Philips) e che è facilmente smaltibile operando una corretta politica di raccolta differenziata. Certamente, ma come faccio costringere  l’utente finale ad utilizzare  proprio una bella sorgente Philips con tanto di contrassegno Ecolabel, e non una qualsiasi sorgente di origine ignota (dal tenore di mercurio ignoto), ma soprattutto come faccio ad assicurarmi che le sorgenti non vengano gettate nei rifiuti normali?

Concludendo infine vorrei precisare che non credo assolutamente che le sorgenti ad incandescenza rappresentino il futuro, così come non lo saranno, sono certo, le fluorescenti compatte, tuttavia è giusto spezzare una lancia a favore delle dimissionarie lampadine tradizionali, soprattutto perché a conti fatti non sarà certo sostituendo il parco delle lampade ad uso domestico che si risolverà il problema delle emissioni eccessive di CO2 nell’atmosfera, non dimenticate infatti il discorso che affrontai qualche mese fa proprio in merito a questo tema.

Quindi mi raccomando, cambiate pure la lampadina del soggiorno se lo reputate utile,  ma non dimenticate di fare un uso più consapevole dei televisori, lavatrici, frigoriferi, pc  e di tutte le risorse che utilizzate quotidianamente in casa vostra.

Qua un altro sito (purtroppo anche questo in english) che esamina in maniera più oggettiva il rapporto tra CFL e Incandescenza

Ciao a tutti

Giacomo
Giacomohttp://www.rossilighting.it
Giacomo Rossi, architetto e lighting designer free lance, fondatore di Luxemozione.com. Dopo anni di attività nella progettazione della luce, fonda assieme ad altri colleghi LDT-Lighting Design Team , studio multidisciplinare di progettazione della luce. Alla progettazione affianca l'attività come docente presso il Politecnico di Milano e altre importanti scuole di architettura e design. tra cui IED Istituto Europeo di Design. E' inoltre autore di articoli su riviste del settore illuminotecnico. Dal 2014 è membro del Consiglio Direttivo di Apil-associazione dei professionisti dell'illuminazione.

6 Commenti

  1. Innanzi tutto complimenti x questo splendidio Blog nel quale ho preso la sana abitudine di partecipare …

    Ormai è evidente che dietro le tematiche energetiche ed ambientali c’è solo una forte motivazione politica.
    Per il comune cittadino è difficile approfondire tematiche così complesse, ed un bell’articoletto sul giornale fa buon gioco al politico di turno, tanto difficilmente sarà contestato.
    Lo stesso delirante fenomeno lo si osserva su altre tecnologie legate all’illuminazione come gli impianti alimentati con il fotovoltaico ( nessuno parla mai delle batterie che durano meno delle lampade e costano 500 volte tanto ) oppure i LED dove oggi vediamo veri e prorpi “cantinari” commerciare prodotti di illuminazione senza la minima conoscenza illuminotecnica.
    ciao

  2. Ma difatti per quel che riguarda il fotovoltaico non è pensabile pensare all’utilizzo con batteria, visto che oltre alla problematica dell’efficienza e della vita c’è anche il problema dello smaltimento. L’alternativa rimane l’immissione in rete dell’energia prodotta con il fotovoltaico.
    Per i LED beh…che dire hai perfettamente ragione!
    Ciao

  3. Mi unisco ai complimenti legati soprattutto alla reperibilità delle fonti, che diventano ulteriore spunto di riflessione.
    Continua cosi

  4. @paolo
    no ho scritto male io nell’articolo entro il 2011 quindi a dicembre 2010 dovrebbero uscire di produzione tutte le incandescenti.
    ciao e a presto

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