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Design e illuminazione non si inventa mai nulla, trovate le differenze?

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Bentrovati cari amici,  di nuovo dopo un bel po’ di tempo…evabbè. Oggi vi propongo un bel giochino, un po’ sul genere di quello che ogni settimana si trova in edicola, all’interno dell’arcinota settimana enigmistica: trova la differenza, le regole le conoscete,no? Due immagini a confronto, vi sfido a trovare ciò che cambia.

Eccole qua:

Bo tree Fontana Arte

B_light palo copiato

Sopra il BoTree, un oggetto a me caro che ho visto nascere dalla testa di Cesare, amico e collega di lavoro per diversi anni  che, sudando sette camicie, col supporto dello studio di cui è ora socio,  è riuscito  a realizzare per Fontana Arte. Non potete non riconoscerlo, il BoTree,  protagonista assoluto dello stand di Fontana durante il fuori salone del 2008. Ne parlai un bel po’ di articoli fa anche su Luxemozione, ne scrissi pure su riviste di settore, qualcuno ricorda gli “Alberi rossi in Bovisa“?

Come dicevo un oggetto a me caro, ideato appositamente per un progetto  e poi inserito a catalogo dalla storica azienda d’illuminazione Milanese. Un prodotto di arredo urbano che oltre a proporre un design innovativo, inimitabile direi, è stato uno dei primi tentativi di utilizzare il LED in ambito urbano.

E poi sotto,  B-light: un prodotto di illuminazione disegnato nel 2011 da Labìt architetti e Studio Fuxia, per un’ azienda veneta  di arredo urbano che, in mezzo a   panchine, cestini e fioriere, vende (non facciamoci mancare nulla) prodotti a LED per illuminazione urbana. Un prodotto dal design  innovativo, citano arcinoti blog di design di respiro internazionale, come no?

Bene signori, mi  trovate per cortesia le differenze? Io, nonostante ore passate alla mattina con la settimana enigmistica sulle ginocchia non ne ho trovate!

Siamo d’accordo non si inventa mai nulla, e nel design per illuminazione questa regola è sempre più valida,  in questo caso però  a me pare che il plagio sia evidente: forma, colore, struttura e tecnologia. Una bella coincidenza no? E poi se propio vogliamo non trovate una somiglianza anche nel nome?

Mi è anche venuto un dubbio: che qualcuno non abbia trovato le matrici d’estrusione e i secchielli del colore, abbandonati dalla dismessa Fontana Arte, al mercato dell’usato? Speriamo lo sconto sia stato almeno buono!

Aspetto commenti

Ciao e apresto

Giacomo
Giacomohttp://www.rossilighting.it
Giacomo Rossi, architetto e lighting designer free lance, fondatore di Luxemozione.com. Dopo anni di attività nella progettazione della luce, fonda assieme ad altri colleghi LDT-Lighting Design Team , studio multidisciplinare di progettazione della luce. Alla progettazione affianca l'attività come docente presso il Politecnico di Milano e altre importanti scuole di architettura e design. tra cui IED Istituto Europeo di Design. E' inoltre autore di articoli su riviste del settore illuminotecnico. Dal 2014 è membro del Consiglio Direttivo di Apil-associazione dei professionisti dell'illuminazione.

17 Commenti

  1. ciao giacomo
    non vale! non ci sono differenze! giocando intorno al nome dell’azienda si potrebbe dire SERIE B-light, retrocessi! a voler continuare sul tema, sono una divisione della ADE elettronica (l’Ade non era l’inferno romano antico?) e quindi il gioco è fatto: ne sanno una più del diavolo!
    a presto per altri giochetti

  2. Staticamente le coincidenze sono inevitabili; il problema è che spesso sono meno casuali di quanto possano apparire. Bisogna però essere generosi: capita che le persone prendano spunto dall’operato di altri. E alla fine la copia non è altro che un complimento. Io comunque ho trovato quattro differenze ma soprattutto quello che ho appena scritto l’ho copiato.

  3. Ciao Cesare,benvenuto tra i commentatori luxemozioniani.
    Hai ragione, ogni progettista prende spunto dall’opera di un altro…la storia dell’architettura ce lo insegna…ispirarsi al maestro per superarlo, ovvero portare delle modifiche, miglioramenti, innovazioni.
    Bisognerebbe scendere nel dettaglio del progetto di B-light per capirne la ragione.
    Per quanto riguarda il Botree tutto è studiato a tavolino: dalla forma, al nome, al colore.
    a presto

  4. ciao Giacomo,
    che dire in merito ai progetti Botree e B-light,
    credo che le differenze siano sostanziali in realtà,
    a partire dalla struttura stessa il cui profilo non ha nulla a che vedere con quello del botree, alla tecnologia usata entrambi a led ma con due soluzioni nettamente diverse. Il nome….B-light forse Bep’s Light? Il colore…è forse il colore istituzionale dell’azienda Bep’s?
    Il Botree a mio avviso è un bell’oggetto ma la sua eccessiva personalizzazione è il suo più grande difetto, hai mai dato una occhiata al prezzo?
    Sono un architetto e ho chiesto informazioni su entrambi, direi che stiamo parlando di due cose assolutamente diverse, non vorrei che il tuo giudizio fosse stato influenzato dal colore che effettivamente è molto simile se non uguale Ral 3020 (cartella colore internazionale). Sono dell’idea che i progetti dovrebbero essere valutati non solo in base a forma o colore perchè altrimenti dovremmo gettare gli ultimi 20 anni di design e mandare a casa qualche progettista.
    a presto

  5. Ciao Augusto, benvenuto su Luxemozione.

    Quanto riguarda il prezzo conosco molto bene (purtroppo) quello del botree…non mi sono informato su quello del b-light
    Devo dire che il prezzo è una discriminante importante, non l’unica per fortuna.
    Per quanto riguarda il prodotto, non scendo in merito all’aspetto tecnologico che di fatto andrebbe analizzato nel dettaglio, aperto, misurato.
    Hai ragione quando dici che forma e colore non sono sufficienti a dare un giudizio, ma ti rimando al mio commento sopra, aggiungo però che dovrebbe anche cessare la prassi ormai confermata (un normalità direi) per parte del mondo dell’industria illuminotecnica di copiare solo forma e colore senza nulla aggiungere alla soluzione proposta.
    Troppo spesso ho sentito l’affermazione “questo è il prodotto, lo voglio uguale” …insomma uguale!
    Ma sicuramente non è il caso del B-light.
    ciao

    • dimenticavo di dire…tempo fa un amico mi ha portato dalla cina un orologio Chopard copia identica (almeno nell’estetica) dell’originale: la differenza? Il prezzo naturalmente 30dollari contro le centinaia di migliaia dell’originale e la tecnologia e i materiali utilizzati.
      Anche in questo caso dunque forma colore erano identici, peccato che il gioiellino cinese ora è la, fermo, in un cassetto.

      • Ciao giacomo,

        al mio commento non avevo aggiunto volutamente una cosa, come ti dicevo
        essendo architetto per dei progetti di esterni che ho sviluppando, ho usato entrambi i prodotti, a mio parere tecnicamente B-LIGHT supera alla grande BOTREE, la storiella cinese mi sembra gratuita.

        Non hai precisato un dettaglio l’azienda dei cestini e fioriere ha una esperienza ormai consolidata nella produzione di oggetti per arredo urbano, lampioni compresi, anche se alcuni di dubbia estetica, Fontana Arte non ha molte esperienze in questo campo, il BOTREE ha degli enormi difetti sia di installazione sia di tipologia di fonte luminosa, oltre al fatto che i dettagli costruttivi (pessimi) non giustificano il prezzo.

        B_LIGHT a mio avviso è un prodotto onesto nelle caratteristiche, nella funzione e piacevole nell’estetica.

        Le foto che metti a confronto sono furbe, ossia non fanno e non fai vedere, o non lo hai mai visto dal vero, i pali di lato ( e non in prospettiva) sono veramente differenti.

        Se posso aggiungere, a mio avviso BOTREE non può neanche essere considerato un prodotto industriale, o forse è un prodotto industriale sbagliato, la personalizzazione estremizzata che lo caratterizza è più vicina all’artigianalità che ad una produzione industriale.

      • Probabilemente stiamo parlando di due prodotti differenti. Tu dici che il b.light è un oggetto piacevole nell’estetica, quindi lo è anche il bo tree, dici che il bo tree è estremamente personalizzato, quindi anche il b.light visto che quest’ultimo è “ispisrato” al prodotto di fontana.
        E se affermi che esteticamente sono differenti, mi spieghi dove e in che modo?
        griazie

  6. BOTREE: idealmente sono delle IPE che si incastrano fra di loro,
    una “verticale” principale alla quale si fissano dei rami (sempre a ipe).

    B-LIGHI: un profilo con sezione a “C” che si piega su stesso, esiste la versione doppia con illuminazione sul retro (un semplice scatolare agganciato alla struttura principale).

    • poi non ho capito anche quello doppio è un estruso a C?
      Poi per tua conoscenza il botree non sono ipe, ma estrusi di alluminio con sezione ad H pensati apposta.
      Ma visto che l’hai usato lo saprai già

    • sono un curioso del web ed è stato casuale incrociare il tuo articolo,
      mi è piaciuto e semplicemente volevo esprimere una mia opinione su un argomento che nella mia vita professionale ho incontrato. tutto qui.
      Ho esperienza del design e l’illuminazione mi piace, ritengo anzi che sia importantissima in una corretta e sana progettazione.
      mi piace quando si criticano gli oggetti o si discute in merito ad essi,
      non sopporto più quei blog o riviste in cui il design viene decantato immeritatamente o elevate a star designer che ritenute la nuova frontiera dello stile italiano fanno solo prodotti vendibili senza senso.

      Lo so che il Botree è un estruso, ma credevo non fosse necessario specificarlo infatti ho scritto “idealmente”.
      se è per questo specifico che B-light non è una estrusione a C ma una lamiera piegata.

      • Dunque, quando scrivevo “forse stiamo parlando di oggetti diversi” è percchè mi lascia perplesso la tua affermazione sui pessimi dettagli costruttivi e sulla soluzione adottata per la parte illuminotecnica.
        Volevo chiederti quanto tempo fa hai installato il prodotto?
        Perchè il primo botree, quello per intenderci installato in bovisa o esposto al salone di milano del 2009 (mi pare) era una versione beta diciamo.
        In bovisa era acora un custom made, al salone una prima versione, poi migliorata.
        La parte emissiva oggi non monta più il sistema cardanico proposto inizialmente ,ma, se non erro, un sistema di cree decisamente più adatto all’appicazione.

  7. Cari tutti,
    mi chiamo Cesare Coppedè (architetto) e come socio dello studio Ferrara Palladino e Associati mi sono occupato dello sviluppo del prodotto Botree.
    La deriva che ha preso questa discussione rischia di trascinarmi in polemiche che non intendo alimentare.
    Vorrei però condividere con voi alcuni fatti e qualche riflessione.
    Inizierò col dirvi che nel corso degli ultimi mesi ho ricevuto alcune segnalazioni da parte di colleghi o “semplici” amici relative al progetto d’illuminazione dei parcheggi dell’azienda Bep’s: si congratulavano con me perché vedevano installato il Botree. Questo per dirvi che è un dato oggettivo che i due prodotti presentino caratteristiche tali da renderli ai più difficilmente distinguibili al di là di puri dettagli tecnici o costruttivi.
    Come ho già avuto modo di scrivere in questo blog le coincidenze esistono e penso sia possibile che più persone o gruppi di lavoro possano avere avuto idee simili; in realtà questo è quello che mi piace pensare perché l’esperienza mi porta ad altre considerazioni.
    Ho deciso comunque di intervenire in questo scambio di opinioni perché alcune affermazioni che sono state postate da chi mi ha preceduto necessitavano di un commento.
    Questione prezzo: il posizionamento di mercato di un prodotto non viene deciso dal progettista; ogni azienda applica un proprio fattore di moltiplicazione su cui non abbiamo voce in capitolo. Sottolineo che è nostro interesse che il prodotto esca sul mercato con un costo di listino competitivo sia per la “gloria”, e cioè per vederlo installato in più contesti possibili, sia per motivi puramente pratici legati all’incasso delle royalties.
    Questioni tecniche: partiamo dalle performance illuminotecniche. L’attuale versione del Botree alloggia motori LED della CREE (ex BetaLED – Ruud Lighting) che rappresentano un punto di riferimento per tutte le aziende competitors. Considerando che i motori hanno già grado di protezione IP66 il palo non rappresenta che un puro sostegno. Come potete immaginare ho assistito, in qualità di progettista e DL, alla fase di installazione del Botree in più progetti. Non ho mai ricevuto feedback negativi ne segnalazioni di criticità.
    Devo, poi, necessariamente smentire chi sostiene che i dettagli costruttivi del Botree siano pessimi: argomentate dettagliatamente le vostre tesi e parliamone. Anche perché le critiche sono fondamentali per apportare migliorie al prodotto: tutto è perfettibile.
    Eccessiva personalizzazione: per il nostro studio riuscire ad ottenere con pochi codici infinite configurazioni rappresenta un plus da offrire a colleghi e clienti finali. Non credo che questo sia un limite.
    Prodotto artigianale: fermo restando che non era nostra intenzione realizzare un prodotto che fosse l’esempio meglio riuscito su scala mondiale di produzione industriale devo dire che l’unica lavorazione di tipo artigianale è rappresentata dalla piegatura del sostegno verticale.

    Ad maiora,
    Cesare Coppedè

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