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Lampade per risparmiare, davvero verdi?

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‘If every American home replaced just one light bulb with an Energy Star qualified CFL bulb, in one year we would save enough energy to light more than 3 million homes, more than $600 million in annual energy costs, and prevent greenhouse gases equivalent to the emissions of more than 800,000 cars!’

Queste eloquenti parole sono riportate testualmente dalle pagine internet di Energy Star [1], uno dei piu’ accreditati programmi americani di educazione al risparmio energetico.

Piu’ che warnings presenti su qualsiasi confezione di CFL, e’ una famosissima foto di Willam E. Smith (Minamata, Japan, 1972 – vedi immagine), assurta ad icona dei devastanti effetti da avvelenamento da mercurio sull’essere umano, a farmi riflettere sull’uso massivo di un prodotto che utilizza questo contaminante come componente essenziale.

Nel 1990 l’EPA (Environmental Protection Agency), dopo aver riconosciuto la presenza in concentrazioni significative di numerosi inquinanti nelle acque di drenaggio delle comuni discariche, ha istituito il test TCLP (Toxic Carachteristic Leachin Procedure). Tale test ha lo scopo di misurare con criteri certi la quantita’ di determinati contaminanti presenti in differenti misure in alcuni prodotti di consumo. Contaminanti che, oltre i limiti prefissati, se arrivassero  in discarica, inquinerebbero l’ambiente. Tra questi, ovviamente, anche il famigerato mercurio. In base ai risultati, dal ’94 l’EPA impone che vengano considerate come Hazardous Waste quelle lampade che superano per contenuto di mercurio il limite di 0.2 mg per litro. Sopra questa quantita’ devono essere rigorosamente smaltite in appositi siti. Purtroppo il contenuto medio di mercurio delle lampade fluorescenti oggi in produzione e’ ancora di 4mg (vedi qua).

 

Da quell’anno la battaglia tra i tre  piu’ importanti brands di lampade si gioca anche sul campo dell’eco-sostenibilita’ ed oggi, dopo svariati milioni di dollari investiti in ricerca e numerosi colpi bassi  tra i contendenti [3], i cataloghi presentano alcune linee di lampade che, senza aver perso in qualita’ e durata, rispettano gli standard EPA. In ogni caso, malgrado le leggi di molti Stati (ma non tutti), permettano il normale smaltimento di queste lampade ‘eco-friendly’, sono molti a credere che anche per queste sia doveroso un trattamento adeguato. Eppure, secondo i dati di lamprecycle.org [4], il 98% di tutte le lampade contenenti mercurio utilizzate in ambienti domestici ed il 70.8% di quelle usate in attivita’ commerciali, governative o istituzionali finiscono normalmente cestinate. Ogni anno si calcola vengano vendute almeno 700 milioni di lampade fluorescenti!

 

Alla luce di queste considerazioni, si puo’ ancora sostenere che la lampada fluorescente sia davvero ‘verde’?
La risposta la fornisce la stessa Energy Star. Il carbone contiene naturalmente mercurio, che viene rilasciato nell’aria durante il processo di combustione per produrre energia elettrica. Negli ultimi anni le emissioni globali di mercurio, stimate intorno alle 4,840 tonnellate annuali [5], hanno conosciuto un andamento discendente, ma nei paesi in via di sviluppo si registra un trend in netto peggioramento. La sola Asia attualmente è responsabile di circa la metà delle emissioni antropogeniche di mercurio, giacché Cina e India bruciano un terzo del carbone del mondo. L’Environmental Protection Agency stima che i soli Stati Uniti immettano nell’atmosfera 104 tonnellate metriche annuali di mercurio, in buona parte causata proprio da questo modo di produrre energia.

In base alla tabella riportata qui sotto, una CFL da 13 watts, comparata all’equivalente lampada incandescente da 60W, durante il suo ciclo vitale di circa 10,000 ore, risparmierebbe, oltre al denaro per cui viene giustamente pubblicizzata, 470 kWh, sottraendo all’ambiente 5.64 mg di mercurio da combustione di carbone. Se finisse normalmente cestinata, a questa quantita’ dovremmo sottrarre gli 0.4 mg del suo contenuto medio di mercurio, arrivando ad un ‘risparmio’ di 5.24 milligrammi.

Lamp type

Watts

Hours of use

kWh Use

US Average Mercury Emission per kWh (mg/kWh)

Mercury from Electricity use (mg)

Mercury from Landfilling (mg)

Total Mercury (mg)

Incandescent

60

10,000

600

0.012

7.2

0

7.2

CFL

13

10,000

130

0.012

1.56

0.4

1.96

Merita di essere approfondito pero’ un altro ‘piccolo dettaglio’, su cui invece EnergyStar non si sofferma, focalizzando l’attenzione solamente sulle Fluorescenti Compatte. Come gia’ accennato, tutte le lampade fluorescenti necessitano di un ballast. E’ da pochi anni che siamo entrati nell’era dei ballast elettronici, ma buona parte degli apparecchi per illuminazione che utilizzano lampade fluorescenti tubolari (specialmente T12), e’ provvisto ancora di vecchi alimentatori elettro-magnetici. Di questi, quelli prodotti prima del 1979 (alcuni ancora in uso) contengono un fluido dielettrico comunemente chiamato PCB (bifenil policlorinato), messo al bando poiche’ considerato altamente cancerogeno. Dopo quella data il PCB viene sostituito, almeno fino ai primi anni ’90, con DEHP (di-etilesilftalato), risultato anch’esso altamente tossico. L’EPA stima che almeno il 25% dei ballast in uso contenga ancora DEHP (250 milioni di ballast nei soli Stati Uniti!).

Vogliamo che la lampada fluorescente sia davvero la regina delle lampade, ovvero 100% green? Basterebbe pruomuoverne seriamente il riciclaggio, sia essa tubolare, compatta, con vecchio ballast o componentistica el ettronica, TCLP-Compliant oppure no.
Voi cosa ne dite?

Note:
[1] EnergyStar e’ un programma della U.S. Environmental Protection Agency e del U.S. Department of Energy per educare a ridurre i consumi energetici e proteggere l’ambiente attraverso l’utilizzo di prodotti e pratiche efficenti.
[2] Fonte: EnergyStar
[3] Philips accusava Sylvania e GE di produrre lampade fluorescenti (rispettivamente le linee Ecologic ed Ecolux) contenenti il doppio dei valori di mercurio delle proprie lampade e di passare il test TCLP grazie all’utilizzo di additivi in grado di influenzarne i risultati. Per contro Sylvania accusava Philips di utilizzare una copertura metallica dei catodi, assolutamente non indispensabile, senza la quale le lampade Alto non avrebbero passato il test. Tra i due litiganti, chi ci perde e’ senz’altro l’ambiente.
[4] Dati relativi al 2004. Lamprecycle.org e’ gestito da NEMA (National Electrical Manufacturers Association) per informare sul corretto smaltimento delle lampade a scarica.
[5] Fonte: NESCAUM. Mercury Emissions from Coal-Fired Power Plants, 2003

Giacomo
Giacomohttp://www.rossilighting.it
Giacomo Rossi, architetto e lighting designer free lance, fondatore di Luxemozione.com. Dopo anni di attività nella progettazione della luce, fonda assieme ad altri colleghi LDT-Lighting Design Team , studio multidisciplinare di progettazione della luce. Alla progettazione affianca l'attività come docente presso il Politecnico di Milano e altre importanti scuole di architettura e design. tra cui IED Istituto Europeo di Design. E' inoltre autore di articoli su riviste del settore illuminotecnico. Dal 2014 è membro del Consiglio Direttivo di Apil-associazione dei professionisti dell'illuminazione.

6 Commenti

  1. Ciao Astrogarga
    Ha sì dev’essere un refuso 0,4 sono un po’ pochini, anche se 4mg medi son tanti, visto che ad esempio le sorgenti philips contengono 1.4mg di Hg per le tl5 e risparmio e 2mg per le tld di. 4mg da che ne so io è il valore massimo imposto da ecolabel.
    Poi non conosco ne’ la tua fonte fonte, ne’ quella di Gianluca Picardi che ha scritto l’articolo.
    Se hai maggiori info aggiorno
    a presto
    Giacomo

  2. ah aggiungo ovvio poi ci sono una valanga di fluo che non sono molto usate che arrivano a tenori di Hg ben più alti (ed in effetti la media può tener conto anche di queste)

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