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L’orologio di Milano fa tic tac, qual è il tuo tem­po…

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Rieccoci qua nuovamente con l’ormai consueto appuntamento settimanale dedicato al Lighting Exhibition Design. Come promesso oggi sarà ospite di Luxemozione un altro gruppo che ha avuto l’onore di ricevere la tanto abita targa luminosa, primo premio del concorso. Sono tra noi  Giorgia Brusemini e Marta Naddeo, vincitrici del concorso LED nella sezione Professionisti, con il progetto L’orologio di Milano fa tic tac, qual è il tuo tem­po.
Un lavoro interessante, sicuramente connotato da un approccio al tema della luce in ambito urbano assai diverso da quanto visto settimana scorsa. La luce non come elemento per esaltare alla massima potenza l’opera di un grande artista, ma come strumento per esternare un’intima riflessione sulla condizione dell’uomo metropolitano .   Ma non voglio anticiparvi nulla, sono ansioso di vedere cos’hanno da raccontarmi le ragazze.

G: Ciao ragazze  ho saputo che alla premiazione vi è successo qualcosa di singolare, raccontate com’è andata…

M(arta): E’ stato veramente emozionante sapere che il nostro progetto fosse tra i vincitori. Fino al giorno prima della conferenza stampa non sapevamo nulla sull’esito del concorso. Quando il giorno fatidico è arrivato, 5 maggio, Giorgia,  che era presente alla proclamazione, mi ha subito chiamata per comunicarmi la bella notizia. Io ero a Murano al lavoro, e subito mi sono resa conto che sarei mancata alla premiazione del giorno dopo in fiera. La mattina successiva sono riuscita a “incastrare” tutti  i vari impegni in modo da prendere all’ultimo minuto un treno per Milano   e arrivare in extremis alla premiazione. In effetti il desiderio di condividere con Giorgia una così bella esperienza era grande!La cosa più interessante è che, dopo tante peripezie, gli organizzatori, per errore, hanno saltando una slide di “power-point”…ed indovinate qual’era il progetto mancante?Il nostro!

G(iorgia).: A quel punto, dopo aver titubato un istante, mi sono alzata ed ho avvertito la giuria della dimenticanza. In fondo Marta aveva attraversato un mare per arrivare alla premiazione!

Giacomo: ecco a voi le vincitrici:

Le vicitrici: Giorgia e Marta

Giacomo: Come mai avete deciso di partecipare al Light Exhibition Design? Avete già  partecipato ad altri concorsi?

G. Marta ed io ci siamo conosciute all’interno dell’azienda Barovier & Toso di Murano, storica azienda d’illuminazione decorativa la cui produzione rappresenta quanto di meglio possa esprimere  oggi l’arte vetraria: Marta, componente dell’Ufficio Tecnico ed io consulente per la ricerca e lo sviluppo del prodotto.
Pur vivendo a Milano i miei viaggi a Murano sono sempre stati molto frequenti, e spesso ci è capitato di lavorare assieme. Così, tra il disegno dello stampo per soffiare un nuovo vetro e le discussioni sull’ attualità formale di alcuni lampadari storici, è nata una grande complicità!
Quando è uscito il bando del concorso ci è sembrato interessante provare ad unire le nostre conoscenze per affrontare un tema che si scostasse un po’ da quello che normalmente facevamo…
Le sere delle mie trasferte a Venezia, quindi, le abbiamo dedicate a questo progetto.

Giacomo: Il vostro lavoro ha vinto nella sezione Design e tratta il tema di Milano ed il tempo che scorre, parlatemene un po’…

G: In una città come Milano, nell’immaginario collettivo considerata dinamica e frenetica,  volevamo porre una riflessione sul tempo interiore di ciascun individuo e sul tempo “collettivo” e su come questi, vengono relazionati al tempo oggettivo cioè quello cronologico. Il tempo inteso come uno dei limiti principali dell’uomo è sicuramente un argomento che ha sempre stimolato filosofi, artisti e non solo.
L’amore e l’odio verso Milano è certo legato alla frenesia, motivata dalla laboriosità e voglia di fare delle persone che ci vivono e la vivono.
Se molte persone si sentono vive e attive ad avere stili di vita dinamici, altre, al contrario, provano disagio, poiché  violano costantemente il proprio tempo interiore per seguire un ritmo imposto da condizioni esterne.

M: Altra considerazione è che, nonostante ognuno tenda verso un proprio ritmo interiore,  per ciascun individuo il tempo può variare a seconda degli eventi o delle situazioni; ci sono momenti che sembrano passare troppo in fretta perché vissuti pienamente o situazioni interminabili che si manifestano nell’arco di pochi minuti. Sulla base di queste riflessioni la nostra attenzione si è concentrata sui tanti orologi pubblici che popolano le strade di Milano, che solitamente non notavamo, forse perché sempre provviste di orologi: sul telefonino, su accessori tecnologici vari, in auto, ecc. Inoltre, con le strade tappezzate di cartelloni pubblicitari, segnaletiche stradali, semafori e gente in movimento ci è sembrato passassero ancora più inosservati.Iniziando a guardare con occhi differenti questi orologi, ne abbiamo apprezzato la semplicità formale e ci è sembrato interessante valorizzarli in maniera  da esprimere le nostre riflessioni sul tempo.
Per la nostra installazione abbiamo usato gli stessi orologi  luminosi, presenti nello spazio urbano, trasformandoli, giocando con le emozioni che trasmettono i colori  e con le lancette dei quadranti che girano a velocità differente per esprimere i diversi tempi interiori dell’individuo.

Giacomo: Ecco alcune tavole esplicative e un video dell’installazione, con alcuni spunti di riflessioni di Giorgia e Marta:


Giacomo: Ma parlatemi un po’ di voi, qual è la vostra formazione?

G: Proveniamo da due realtà  differenti: Marta è Architetto ed ha frequentato il Politecnico di Torino mentre io sono designer ed ho studiato Disegno Industriale all’ISIA di Firenze.Mi sono trasferita a Milano nel periodo della preparazione della tesi ed ho iniziato anche a lavorare in studi di architettura seguendo principalmente il design del prodotto.I primi progetti che ho sviluppato sono stati prevalentemente  prodotti per l’illuminazione decorativa. Significativo è stato anche partecipare all’ Advanced Design University Stage – F i a t A u t o , presso Design Innovation- Milano dove ho potuto alimentare la mia passione per la ricerca nel campo del design.

M: Come dice Giorgia, io ho studiato al Politecnico di Torino,mi sono laureata in architettura, ma nel  mio percorso di studi  mi sono concentrata sul disegno industriale. Poi, con le mie prime esperienze lavorative ho avuto l’opportunità di collaborare  per alcuni studi di progettazione di Torino come libero professionista, in cui ho seguito diverse ristrutturazioni, progettazioni d’interni e di mobili. Dopo circa tre anni mi sono trasferita a Malta per  seguire al Ministero delle Risorse e Infrastrutture di La Valletta un progetto sulla riqualificazione di alcuni siti urbani. La tappa successiva a queste esperienze è stato il Veneto, in cui  mi sono spostata  per la sua ricca realtà industriale. Qui ho intrapreso un percorso molto affascinante con il mondo del vetro artistico.

Giacomo: Anche voi, come i vostri colleghi della scorsa intervista, avete partecipato al concorso come (giovani) “Professionisti”. Vi occupate anche voi di illuminazione per lavoro? Datemi un vostro parere sul mondo del lighting design italiano.

M: sì,  lavoro nel settore dell’illuminazione, anche se sarebbe più corretto dire del vetro artistico. Nei progetti che seguo, infatti, la luce è sempre in funzione del vetro, che viene plasmato da abili maestri, e serve  soprattutto a valorizzare la bellezza di oggetti artistici e unici, perché  fatti a mano. Giorgia, come ha accennato prima è consulente per la stessa vetreria per cui lavoro io, ma collabora,   anche con altre realtà del mondo dell’illuminazione.
La nostra opinione sul lighting design italiano, soprattutto dopo l’esperienza dell’Euroluce 2009 è che nuove possibilità creative possono nascere dall’utilizzo delle nuove tecnologie nei  sistemi d’illuminazione, come, per esmpio i led, anche se al momento non sono ancora ampiamente diffusi,  e dall’utilizzo di nuovi materiali.
Sicuramente la tendenza attuale è orientata verso la sostenibilità ambientale anche perché ormai è d’obbligo, ma la sfida è sulla qualità della luce.

G.: a tal proposito volevo aggiungere che quest’anno abbiamo avuto la sensazione che alcune piccole e medie aziende d’illuminazione abbiano mostrato prodotti più interessanti rispetto al passato ed abbiano saputo distinguersi.

Giacomo: Come ormai  noto il Comune di Milano ha organizzato il concorso praticamente a risorse economiche zero, demandando la realizzazione ad eventuali benefattori, cosa ne pensate?

G: Credo che la situazione di crisi economica generale che ha coinvolto tanti settori, ormai da diversi mesi,  non abbia aiutato la municipalità nel  finanziare i progetti. Intanto riteniamo che il concorso sia stata comunque una buona opportunità per farsi conoscere.

Noi, una volta definita l’idea progettuale, abbiamo cercato subito i contatti con l’azienda che da sempre fornisce gli orologi urbani alla città di Milano, anche perché nel bando era richiesto di presentare un quadro economico di massima per la realizzazione dell’opera. Il loro aiuto è stato prezioso per il materiale tecnico che ci hanno fornito, e speriamo di aver portato anche noi   qualche stimolo in più alla loro realtà. Diciamo che quindi, i finanziatori non li vediamo come benefattori ma come soggetti che partecipano ad uno scambio.

Giacomo: Se vi trovaste di fronte ad una commissione pronta a decidere sulla realizzazione del progetto cosa direste (o fareste 😉 )  per convincerli che la vostra è un’opera che merita di andare oltre la premiazione sulla carta?

G: per prima cosa, la filosofia e il concetto che vogliano trasmettere con la nostra proposta luminosa: sensibilizzare in modo divertente  i cittadini sul concetto di tempo interiore in una città frenetica e dinamica come Milano. Come secondo punto, il fatto di utilizzare degli oggetti che già sono presenti nella città, valorizzandoli per creare  dei percorsi urbani più suggestivi e colorati. L’installazione, da noi collocata  in Piazza Cadorna, infatti, si ricollega a tutti gli orologi diffusi per Milano  tramite i colori dei quadranti.Da non sottovalutare il coinvolgimento di un’azienda storicamente legata a Milano come Ora Elettrica s.p.a.  che può sicuramente dare un valore aggiunto al nostro progetto e  sostenere,  dando il giusto apporto tecnico, la realizzazione  dell’opera.
Infine riteniamo sia importante  il fatto che il progetto, pur essendo stato pensato nel contesto milanese, si adatti molto bene a tante altre realtà urbane,  nell’ottica di un futuro scambio delle  varie installazione luminose tra  città e quindi di un’opera con  valori ampiamente condivisibili e universali.

Giacomo: so che vi sarebbe piaciuto un sacco che  l’intervista fosse andata oltre, ma purtroppo siamo giunti al termine ;). Grazie mille per la vostra disponibilità!

G e M: Grazie a te, a Luxemozione e a tutti i suoi lettori! Ciao!

Giacomo
Giacomohttp://www.rossilighting.it
Giacomo Rossi, architetto e lighting designer free lance, fondatore di Luxemozione.com. Dopo anni di attività nella progettazione della luce, fonda assieme ad altri colleghi LDT-Lighting Design Team , studio multidisciplinare di progettazione della luce. Alla progettazione affianca l'attività come docente presso il Politecnico di Milano e altre importanti scuole di architettura e design. tra cui IED Istituto Europeo di Design. E' inoltre autore di articoli su riviste del settore illuminotecnico. Dal 2014 è membro del Consiglio Direttivo di Apil-associazione dei professionisti dell'illuminazione.

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