Questo termine, Guerrilla Lighting, non ha nulla di nefasto ma è associato alla volontà di evidenziare la pessima qualità degli impianti di illuminazione che caratterizzano alcuni spazi urbani, spesso anche ad alto contenuto culturale e simbolico, delle nostre città. Una sorta di protesta realizzata, però, divertendo e divertendosi, allo scopo di rendere consapevoli tutti noi di quanto sempre più importante sia il tema dell’illuminazione delle città, sia essa funzionale o puramente scenografica.

È facile constatare, infatti, come una buona illuminazione pubblica contribuisca a rendere le città più vivibili, sicure ed anche attraenti. Spesso però, percorrendo i quartieri che la compongono,o anche semplicemente spostandosi tra piazze e strade contigue, ci si rende conto che i vari impianti sono stati pensati come episodi isolati privi di una visione complessiva, così come è facile imbatterci in monumenti“lasciati al buio” o trovarsi di fronte a facciate di edifici eccessivamente illuminati.

È quindi necessario un maggior controllo sugli impianti e una migliore pianificazione (in certi casi completamente assente). Questo, in sintesi, è il pensiero di Guerrilla Lighting  e questi sono i punti del manifesto di questo movimento:

  • non tutti gli edifici necessitano un’illuminazione dedicata;
  • ogni città deve avere un proprio Piano della Luce;
  • l’illuminazione architetturale non è una competizione dove vince chi ottiene livelli d’illuminamento più elevati;
  • devono essere sempre mantenuti livelli qualitativi alti: in termini di progetto e prodotto, inserendo requisiti minimi obbligatori;
  • prestare maggiore attenzione in termini di risparmio energetico.

Guerrilla Lighting, usando mezzi limitati, si pone l’obbiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi producendo episodi effimeri e magici dove la protagonista assoluta è la luce.

Piccola nota dolente a conclusione: come il titolo in inglese suggerisce, si tratta di iniziative che si svolgono prevalentemente nei paesi anglosassoni, dove la figura del ligthing designer è da tempo affermata.

Sarebbe bello, tra non molto, poterlo riscrivere in italiano.

Bhe che dire interessante iniziativa no? …
voi cosa ne pensate??
ciao
a presto

Giacomo

Giacomo Rossi, architetto e lighting designer free lance, fondatore di Luxemozione.com. Dopo anni di attività nella progettazione della luce, fonda assieme ad altri colleghi LDT-Lighting Design Team , studio multidisciplinare di progettazione della luce. Alla progettazione affianca l'attività come docente presso il Politecnico di Milano e altre importanti scuole di architettura e design. tra cui IED Istituto Europeo di Design. E' inoltre autore di articoli su riviste del settore illuminotecnico. Dal 2014 è membro del Consiglio Direttivo di Apil-associazione dei professionisti dell'illuminazione.

View Comments

Recent Posts

COLLECTED LIGHT: WOMEN LIGHT ARTIST DURANTE LA MILANO ART WEEK.

Ebbene sì, Martin Lupton e Sharon Stammers di Light Collective e Katia Kolovea aka Archifos…

12 mesi ago

Light in Agorà alla design week 23, contenitore di eventi per la cultura della luce

Più o meno ad inizio febbraio di quest’anno ricevo una telefonata dall’amica Giorgia Brusemini, anche…

1 anno ago

Light For future 22, concorso d’illuminazione scenografica per la sostenibilità ambientale.

Oggi vi parlo di Light for Future 2022, un concorso d’illuminazione scenografica made in Italy…

2 anni ago

Intervista ad Anonima Luci: tra design, laser, arte e musica elettronica.

Negli ultimi anni Luxemozione si è trasformato da blog dedito alla divulgazione della cultura della…

2 anni ago

Una vibrante esperienza di condivisione per 12 lighting designer, durante la design week di Genova.

Si è da poco conclusa la Desing Week di Genova, durante la quale la città…

3 anni ago

IDL2021: Light & Lighting Design: What I Actually Do!

Il prossimo 16 di maggio si celebrerà, come di consueto, l’International Day of Light, che…

3 anni ago