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Light Tales Competion, i tre racconti illuminati

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Forse vi siete scordati, ma nel mese di dicembre scorso vi parlai di Light Tales Competition, prima edizione del concorso di    libera scrittura indetto dalla Lighting Accademy, avente come tema centrale, ovviamente, la luce, in ogni sua forma, senza  limitazioni di sorta. Punto di partenza di tutto l’evento un racconto del buon vecchio Roger Narboni: “LA NUIT DISPARUE”, nel quale racconta di una Parigi del futuro in cui  la luce artificiale è ormai ovunque, giorno e notte.  Nello stile dei migliori racconti cyberpunk di William Gibson.

Bene, sono orgoglioso di presentarvi i tre vincitori della competizione, fuoriusciti da una estenuante fase di selezione finale nella quale sono stati messi a confronto una decina di racconti.

Dunque primo premio assoluto è andato a Gianna Batistoni (Italia), con il racconto dal titolo Albaluna. BasarErdener (Turchia) si aggiudica il secondo posto, con il suo How I started to see. Terzo un altro italiano, Giorgio Cattano, con Una luce sola.
La giuria ha deciso inoltre di assegnare una menzione speciale a L’incontro di Paolo Portaluri(Italia) per le illustrazioni a tecnica mista realizzate a corredo del testo. Un racconto narrato dalla successionie di 5  illustrazioni, precedute da pochi versi, di cui potete vedere una preview sul sito della Lighting Accademy (e da cui ho tratto l’immagine di inizio articolo)

La vincitrice, Gianna Batistoni, riceverà a titolo simbolico la mitica lampada da tavolo  AJ di Arne Jacobsen prodotta ancor oggi dalla Louis Poulsen in versione originale, veramente un bel pezzo di design, una delle mie preferite direi 😀

Comunque, torniamo a noi, ai racconti  vincitori, ecco i regesti:

Albaluna è unabambina fotofobica, “un drappo di seta chiara che il sole ingiallisce e consuma”, “una bambola di carta velina” che la nonna custodisce fra le mura di casa al riparo dalla luce del giorno. Non ha mai visto bambini, Albaluna, e “guardandosi nello specchio si era fatta la strana idea che la razza umana cambiasse colore crescendo, che i bambini fossero piccoli frutti acerbi e che, passato il tempo necessario alla maturazione, anche lei da grande avrebbe avuto lunghi capelli castani…”. Poi, un giorno, l’incontro casuale con un altro bambino, l’intuizione di un mondo intero, là fuori, il desiderio e la scoperta di un’altra luce possibile. Anche per lei, a cui il giorno è precluso. Bella storia, sviluppata con garbo e sensibilità, da cui la luce emerge come un dono prezioso.Diurna o artificiale, reale o metaforica, la luce è vita! E questo messaggio, anche per il modo in cui l’autrice è stata capace di comunicarlo, meritava il primo premio.

Il protagonista how I started to see di Basar Erdener, secondo classificato, ha 28 anni, porta gli occhiali –che non sa dove ha messo, perché ci vede appena – e rischia di arrivare tardi a un incontro di lavoro. A un certo punto della storia, accade che i suoi occhi prendano letteralmente la parola e si ribellino, accusandolo, in una paradossale conversazione, di scaricare ingiustamente su di loro la colpa di difetti di vista che sono in realtà altrove.
“It is your mind that sees, not us. It is your mind”. Concetto ostico da assimilare, fino a che, detto addio alla riunione di lavoro e forse anche alla carriera – l’uomo non comincia a guardarsi intorno e a scoprire alcune cose. “This is the story of how I started to see”, conclude l’autore. E forse avrebbe dovuto scrivere ”to look”, perché è in fondo su questo, sulla profonda differenza che esiste tra il vedere le cose e l’osservarle, comprendendone l’intima natura, che tutto il racconto è impostato. La strada che sceglie Basar è l’arricchimento ulteriore, perché è senza dubbio originale e trasmette in modo divertente un messaggio in realtà serissimo.

Una bambina, un giovane uomo e – sembra quasi fatto apposta – un anziano. Una luce sola, di Giorgio Cattano, parla di un signore presumibilmente un po’ avanti negli anni che in estate resta solo in città. “Al mare ti annoieresti”, gli dice il figlio. E lui non ci rimane nemmeno poi troppo male, gli spiace solo per la nipotina che vede già così poco. Fatto sta che resta l’unico abitante del grande palazzo dove vive, tutti gli altri sono partiti per le vacanze. Di giorno, quando il sole comincia a filtrare dalle tapparelle e la parete a fianco del letto “s’illumina di tanti frammenti di sole”, è in pace con se stesso: “cento, mille puntini di fuoco vibrano sull’intonaco, sono una finestra su mondi esotici e lontani che vado esplorando di giorno in giorno. È la magica televisione dei miei sogni”. Ma la notte…, la notte è invece terribile, “il tempo si ferma e non c’è sogno che possa smuoverlo”.
Triste? Nemmeno poi tanto, perché a saperla cercare – ecco la morale positiva che abbiamocreduto di indovinare nei successivi sviluppi della storia – la vita offre sempre una consolazione.

Dai regesti si intravedono davvero dei bei racconti, peccato non poterli leggere per intero no?

Ma eccovi accontentati, ecco qua il pdf  o anche qua con i racconti in versione integrale, buona lettura dunque e…
alla prossima 😀

Giacomo
Giacomohttp://www.rossilighting.it
Giacomo Rossi, architetto e lighting designer free lance, fondatore di Luxemozione.com. Dopo anni di attività nella progettazione della luce, fonda assieme ad altri colleghi LDT-Lighting Design Team , studio multidisciplinare di progettazione della luce. Alla progettazione affianca l'attività come docente presso il Politecnico di Milano e altre importanti scuole di architettura e design. tra cui IED Istituto Europeo di Design. E' inoltre autore di articoli su riviste del settore illuminotecnico. Dal 2014 è membro del Consiglio Direttivo di Apil-associazione dei professionisti dell'illuminazione.