Premio Nobel per la fisica agli inventori del LED blu! Una notizia fantastica che mi è giunta via mail “oh Giacomo dai risalto alla notizia. Era ora!!” mi ha scritto un amico e collega. Nella comunità internazionale di lighting su twitter e facebook non si parla d’altro, a testimoniare l’importanza dell’evento da tempo atteso.
Un premio dovuto, non solo visto l’aspetto energetico, ma soprattutto nota l’innovazione che questa tecnologia ha portato. I LED, vi ricordo, stanno cambiando letteralmente il modo di pensare l’illuminazione degli spazi in cui viviamo. Un processo che, per quanto riguarda il lighting, è iniziato nei primi anni del 2000 e, ad oggi, non si è ancora arrestato: nuove tecnologie allo stato solido escono al ritmo forsennato tipico del mondo dell’elettronica.
Negli ultimi anni la ricerca si è spostata da quello che era il trend iniziale, ovvero tanta luce, bassi consumi e pessima qualità verso una nuovo approccio più attento all’aspetto qualitativo della luce.
Vi rimando in merito ad un articolo pubblicato tempo fa su Luxemozione, scritto da Danilo Paleari.
Il futuro della tecnologia LED: evoluzioni, standard ed aspettative
Come dicevo, quest’anno il Nobel per la fisica è stato assegnato a Isamu Akasaki, Hiroshi Amano e al più noto Shuji Nakamura, inventori, nel 1993, del LED ad emissione di luce nello spettro del blu, basato su tecnologia GaN; inizialmente prodotto da Nichia Chemicals (ora Nichia Corporation) , azienda giapponese che, ad oggi, è in cima alla classifica dei produttori di componenti LED.
Qua un video molto interessante con intervista a Nakamura sull’invenzione del LED blu.
L’invenzione dei LED blu risale a solo 20 anni fa, oggi stiamo assistendo ad una vera e propria rivoluzione, la ricerca è in continuo sviluppo, volta sia a migliorare l’efficienza (ad oggi in via sperimentale sono stati raggiunti i 300lm/W), che la qualità della luce emessa da questa tecnologia.
Per maggiori dettagli vi rimando al comunicato ufficial sul sito del Nobel Prize.
Dunque ancora complimenti al team giapponese per questo fantastico traguardo, ma attenzione, non mi stancherò mai di dirlo, “il potere è nulla senza controllo”, per illuminare uno spazio adeguatamente è necessario conoscere dettagliatamente i pro e i contro della tecnologia che viene utilizzata. Per questo motivo, la in basso, scritto in piccolo sulla confezione dei LED, dovrebbe sempre essere sempre indicato: Attenzione da usare con cautela solo sotto la supervisione di un Lighting Designer (diffidate dalle imitazioni)!
Salve Giacomo, vorrei portare una precisazione. I LED sono presenti già dalla metà anni 70, ho alcuni Vmeters a LED da me costruiti quando avevo 15/16 anni (sono del 1961), posso fornire foto. Allora la tecnologia prevedeva solo LED rossi (colore nativo), gialli e verdi, con “capsula” opaca, ottimi per i vmeter. Il semiconduttore era arseniuro di gallio (GaAs) ed poteva essere drogato solo per ottenere quei colori. Successivamente vennero prodotti LED blu, capsule trasparenti ed infine LED anche bianchi. Negli anni 70 un LED doveva essere alimentato ad 1 volt e consumava tipicamente da 5 a 20 mA, a seconda della luminosità e del consumo desiderato.