Quest’articolo è da intendersi quale continuazione del primo articolo pubblicato in materia di illuminazione degli spazi di vendita: Tecniche di design per l’illuminazione degli spazi di vendita . Visto l’interesse del primo articolo e viste le numerose richieste, oggi approfondirò il tema della tecnologia LED negli spazi di vendita , limiti e potenzialità.
Circa una decina d’anni fa, con l’introduzione sul mercato dell’illuminazione dei LED, ha avuto inizio una vera e propria rivoluzione di settore. Questa tecnologia, che a dire il vero ha raggiunto la piena maturità solo da pochi anni, sta cambiando (e cambierà) letteralmente il modo in cui si progetta la luce per gli spazi in cui viviamo. Non solo gli spazi di vendita, ma anche le nostre case e le città.
La luce allo stato solido rappresenta dunque il presente e il futuro dell’illuminazione e, come tale, è di fondamentale importanza imparare a conoscerne i punti critici ancor prima che i pregi che la caratterizzano. In tempi non lontani la scarsa conoscenza tecnologica dei LED ha permesso l’ingresso sul mercato di prodotti ancora molto immaturi, portando, a tutti gli effetti, ad una generale diffidenza nei confronti di questa tecnologia.

Oggi le cose sono notevolmente cambiate: l’approccio puramente funzionale che vedeva esaltare le caratteristiche di efficienza luminosa ancor prima della qualità della luce emessa è stato messo da parte, si è fortunatamente giunti alla consapevolezza che avere sorgenti con una buona efficienza, ma di pessima qualità, non è condizione sufficiente ad illuminare adeguatamente gli spazi in cui viviamo.
LED, Non solo risparmio energetico
Oggi con la tecnologia LED è possibile illuminare contesti sensibili come l’architettura, le gallerie d’arte e gli spazi destinati alla vendita.
utilizzare la tecnologia LED negli spazi di vendita non significa solo “risparmiare sulla bolletta” , è scorretto continuare a pensare ai LED solo in questi termini. Quando si parla di retail, conti alla mano, non sempre il computo energetico tra soluzioni con lampada tradizionale e LED è a favore di quest’ultimi.
Con questa tecnologia è possibile miniaturizzare, controllare e dosare la luce esattamente dove e come è necessario. Dal punto di vista della progettazione è possibile realizzare soluzioni prima impensabili, creare scenografie e scegliere la composizione spettrale della luce esattamente come serve.
Negli ultimi periodi, si affianca a questa rivoluzione, l’evoluzione dell’elettronica e delle reti di connessione, le quali consentono di sfruttare i punti luce come veri e propri strumenti per la raccolta e trasmissione di “dati in store”. Per maggiori dettagli sulla rivoluzione in atto delle reti interconnesse, Internet of Things ecc, rimando ad una lettura di questi articoli:
- Alla velocità della luce, nuovi traguardi per il mondo dell’illuminazione
- Light & Building 2016: Luci Smart e Lighting Design
- Cosa è successo a Progettare il Progettista, speciale Smart City
Un panorama complesso che ha reso ancora più difficile il lavoro del Lighting Designer, che non solo deve aggiornarsi continuamente seguendo il trend di sviluppo dettato dalla tecnologia allo stato solido, ma si deve dotare di strumenti di misura complessi e spesso costosi, ma adeguati a garantire al meglio il risultato finale.
Le criticità della tecnologia LED
Questa tecnologia porta con sé anche una serie di criticità, insite da un lato nella sua natura tecnologica, dall’altro dovute ad una carenza o non correttezza d’informazione che molte case costruttrici mettono a disposizione.
Qua di seguito una breve descrizione degli elementi da tenere adeguatamente sotto controllo nell’illuminazione di uno store (o in generale di qualsiasi spazio illuminato).
La mancanza di una progettazione specifica, controllata e consapevole, volta esclusivamente al massimo risparmio economico porta solamente a risultati critici, con conseguente perdita di quei valori di cui si parlava nello scorso articolo e che non dovrebbero mai mancare in uno spazio di vendita.
Temperatura correlata di colore (CCT)
La temperatura di colore di una sorgente si esprime in Kelvin (K) e descrive il colore apparente di una sorgente ad emissione di luce bianca. (bianco caldo – bianco neutro – bianco freddo).

Resa cromatica (CRI)
L’indice di resa cromatica generale Ra o Color Rendering Index (CRI) ci dice in che modo una sorgente è in grado di riprodurre il colore di un oggetto da essa illuminato.

Per maggiori dettagli rimando all’articolo di approfondimento:
Vista la limitazione del sistema CIE CRI Ra , comunemente indicato a catalogo dai vari costruttori, negli utlimi anni si sta lavorando in ambito internazionale per aggiornare il sistema di valutazione cromatica di una sorgente. Degno di nota è il IES TM-30 proposto da IESNA di cui ho scritto un approfondimento nel mese di ottobre scorso:
Color Consistency
Si intende per Color Consistency la differente cromaticità manifesta da un gruppo di sorgenti considerate identiche. In alcuni casi, la differenza di temperatura di colore tra due sorgenti identiche (classificate ad esmpio come 3000K) seppur minima, può essere percepita in modo evidente.


Può accadere inoltre che, ad esempio, due sorgenti LED che inizialmente non presentano differenze cromatiche evidenti, nel tempo, a causa di un dimensionamento non ottimale del sistema di dissipazione, possano presentare delle variazioni di coordinate cromatiche della temperatura di colore e quindi modificare la dominante cromatica. Differenza che diviene quindi evidente nel tempo.
Flickering
Il problema del Flickering o Sfarfallio può manifestarsi in caso di utilizzo di sistemi d’illuminazione LED, sia in modalità normale, che dimmerata. Il fenomeno, che non è necessariamente visibile in modo evidente ad occhio nudo, è causato, solitamente, da un sistema di alimentazione non ottimale.
Se non controllato, può avere effetti negativi sulla visione o provocare l’insorgere di patologie anche gravi in soggetti particolarmente sensibili.
La differenza la fa il Lighting Designer
In luoghi di progettazione critici, come quelli destinati alla vendita, non è dunque sufficiente affidarsi ad un costruttore qualsiasi di corpi illuminanti. E’ di fondamentale importanza conoscere dettagliatamente, oltre alle specifiche del prodotto, la tecnologia che viene montata a bordo, come avviene la dissipazione del calore, quali sono i dati fotometrici (reali) e quali i dati spettrali reali emessi dal LED ed uscenti dall’apparecchio d’illuminazione. Dati che spesso non vengono forniti o forniti in modo incompleto o scorretto dai produttori.
Solo una conoscenza a tutto tondo delle criticità descritte in questo e nello scorso articolo : funzionali alla percezione e fruizione dello spazio, sia tecniche, è possibile costruire una scenografia luminosa adeguata alla vendita.
In questo senso il lavoro del lighting designer può fare davvero la differenza. Diffidate dalle imitazioni.