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Inquinamento luminoso e progettazione

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Il termine Inquinamento Luminoso è ormai sulla bocca di tutti quelli che hanno a che vedere direttamente o indirettamente con il settore illuminotecnico (progettazione e produzione) e spesso è utilizzato a sproposito.
La definizione di Inquinamento luminoso viene introdotta già alla fine del XX secolo per volontà di gruppi di astrofili stanchi di non riuscir ad osservare liberamente la volta celeste “inquinata” (forse termine un po’ forte) da un illuminazione, soprattutto pubblica, priva di una qualsiasi norma qualitativa.
La forza di questi gruppi di astrofili sta nel peso politico che questi hanno in seno a regioni come Veneto e Lombardia, infatti è proprio in queste due importanti regioni del nord Italia che tra il 1998 e il 2000 vengono pubblicate delle Leggi (e non delle normative NDR) regionali in tema di “lotta all’inquinamento luminoso e risparmio energetico”. Bhe l’impatto fu bello forte… sia in campo della progettazione, sia della produzione di corpi illuminanti.
Infatti all’interno delle prime leggi ed in particolar modo della LR Lombardia 17 del 2000 e relativo decreto di attuazione (nota che non per tutte è stato emesso un DA) sono state messi forti vincoli sia alla progettazione illuminotecnica vera e propria, che alle modalità di costruzione degli apparecchi d’illuminazione, che all’utilizzo di determinate sorgenti luminose.
Improvvisamente il 90% degli impianti di illuminazione pubblica diventavano obsoleti.
Inizialmente sia progettisti che costruttori si schierarono a testa bassa contro queste nuove leggi molto dure in termini di limitazione, ma soprattutto spesso molto ignoranti nella definizione di parametri illuminotecnici.
Oggi i professionisti (purtroppo non tutti) hanno capito l’importanza di queste leggi, ma soprattutto hanno capito l’importanza di un dialogo con organizzazioni come Cieolbuio
poichè solo con il dialogo è possibile migliorare queste leggi.
Ad oggi 14 regioni italiane sono vincolate da leggi in materia di inquinamento luminoso, quasi tutte, in particolar modo quella emanate o aggiornate dopo il 2004 (tra cui anche la LR lombardia), introducono l’importanza della figura del professionista illuminitotecnico abilitato alla progettazione di piani piani della luce o di impianti di illuminazione pubblica o privata.
Da notare che oggi per poter iluminare l’esterno di un edificio o un monumento, ecc, nel comune di Milano è necessario chiedere l’approvazione all’ente preposto cioè l’ARPA, previa consegna di materiale che documenti il rispetto della vigente legge in materia di inquinamento luminoso.
Credo che tutto questo finirà per dare maggior rilievo alla professione del Lighting designer.

 

Giacomo
Giacomohttp://www.rossilighting.it
Giacomo Rossi, architetto e lighting designer free lance, fondatore di Luxemozione.com. Dopo anni di attività nella progettazione della luce, fonda assieme ad altri colleghi LDT-Lighting Design Team , studio multidisciplinare di progettazione della luce. Alla progettazione affianca l'attività come docente presso il Politecnico di Milano e altre importanti scuole di architettura e design. tra cui IED Istituto Europeo di Design. E' inoltre autore di articoli su riviste del settore illuminotecnico. Dal 2014 è membro del Consiglio Direttivo di Apil-associazione dei professionisti dell'illuminazione.

5 Commenti

  1. Penso che se fossero tutti come te l’italia sarebbe molto più illuminata, per terra, e molto più buia, in cielo.

    Molti pensano che noi (astrofili) tramite queste leggi ambiamo a spegnere le luci e rendere le città buie…

    In realtà chiediamo solo una razionalizzazione dell’illuminazione, senza sprecarla verso il cielo… che è un pò come se ci mettessimo a soffiare alle nuvole 🙂

    Saluti da un amico astrofilo, se passi per la ligura vieni a farci visita a Perinaldo, ti farò vedere un bel pò di luci naturali sulla volta stellata 😉

  2. Purtroppo molto spesso servono le leggi – poco conosciute e rispettate -per dare ulteriore forza a ciò che è OVVIO. Il nostro paese è una ostellazione di piccoli centri in cui si è convinti – erroneamente – che SPARARE LA LUCE A 360° sia sinonimo di SICUREZZA e MODERNITA’.
    Avete speso segnalato l’esigenza di avere professionalità competenti in mabito progettuale.
    Credo sia opportuno avere COMPETENZA ma anche SENSIBILITA’ e CONOSCENZA deil territorio. La luce, in ogni ambito, non deve affatto prevalere o distorcere ciò che esiste. Già parlare di INQUINAMENTO LUMINOSO è assurdo.
    La luce è un servizio, un supporto.
    Buon lavoro

  3. Grazie alla collaborazione di molti progettisti qui in veneto si stanno realizzando impianti a norma della nuova Legge Regionale, e in quasi tutti i casi ne guadagna anche la qualità della luce….

    Cerchiamo di arrivara anche a quelli che ancora riottosi pensano che progettare secondo quanto previsto dalle norme e dalla Leggi sia un limite alla loro libertà di espressione….

    Buon lavoro a tutti!

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