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UNI 11248, illuminazione stradale: riflessioni

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In un precedente articolo ho segnalato la pubblicazione ufficiale della nuova normativa in materia di illuminazione stradale: la UNI11248. Ad un mese abbondante dall’entrata in vigore e dopo un’ approfondita lettura del testo è possibile valutare in maniera più chiara quelli che sono i punti salienti che la caratterizzano.
Sicuramente ciò che appare più evidente è l’approccio progettuale completamente diverso dalla precedente norma la UNI10439 del 2001, infatti ora per progettare l’illuminazione di una strada non è più sufficiente conoscere la categoria illuminotecnica di riferimento valutata in base alla tipologia di strada, ma è necessario conoscere tutte caratteristiche ambientali che vanno ad influire sulla strada e che ne condizionano l’utilizzo.

La nuova norma si applica agli impianti di illuminazione fissi, progettati per offrire all’utilizzatore delle zone pubbliche buone condizioni di visibilità durante i periodi di oscurità, con il fine di garantire sia sia la sicurezza ed il buon smaltimento del traffico, sia la sicurezza pubblica.

Questo è quanto si legge nelle prime righe della nuova norma.
Tra i fini che essa si pone di raggiungere vi è inoltre quello di “adottare le condizioni di illuminazione più idonee, in base allo stato attuale delle conoscenze, perseguendo un uso razionale dell’energia e il contenimento del flusso luminoso disperso”.
Quest’ultimo, punto molto importante, viste le varie leggi sul risparmio energetico ed inquinamento luminoso.
Il nuovo iter progettuale prevede dunque l’individuazione a monte di una serie di parametri di influenza, che dovranno essere frutto di un’attenta analisi da parte del progettista e che dovranno essere esplicitati in fase di progetto. Detto in parole povere tutte le valutazioni fatte, i dati raccolti o forniti dalle varie amministrazioni o enti che gestiscono la strada, dovranno far parte della relazione di progetto.
Ma qual è il metodo da seguire durante la progettazione, dopo aver raccolto i dati necessari a stimare i parametri d’influenza? semplice (si fa per dire…):
prima di tutto si identifica la categoria illuminotecnica di riferimento (CIR), partendo dalla descrizione della strada, cioè un po’ come accadeva in precedenza partendo dalla tipologia (es strada extraurbana secondaria)e dal limite di velocità, si risale alla categoria illuminotecnica di riferimento (es ME4b).
Una volta identificata la categoria di riferimento si può procedere alla fase due, cioè applicare i parametri di influenza:
presenza di zone di conflitto,
flusso di traffico,
complessità del campo visivo,
presenza di dispositivi rallentatori,
indice di rischio aggressione,
pendenza media,
indice livello luminoso ambientale,
presenza di pedoni
e quindi definire la categoria illuminotecnica di progetto (CIP). Mi spiego meglio, una volta nota la CIR (es ME4b)questa dovrà essere variata a seconda della presenza o meno di determinate condizioni al contorno, ad esempio se il flusso di traffico fosse <50% rispetto al normale, allora la categoria di riferimeto potrà essere declassata o meglio potrà essere abbassata di categoria(es. ME3a): questa è Categoria Illuminotecnica di Progetto.
Una definizione molto importante, inserita nella norma, è quella di “zona di conflitto” ossia la zona di studio nella quale si intersecano i flussi di traffico motorizzato (es rotatorie o svincoli) o si sovrappongono con zone frequentate da altri tipi di utenti (pedoni, piste ciclabili). La presenza di una zona di conflitto definisce quasi sempre una variazione della Classe illuminotecnica di riferimento.
La fase di progettazione descritta non si ferma alla definizione di categoria illuminotecnica di progetto: è importante definire una terza categoria illuminotecnica: la Categoria Illuminotecnica di Esercizio (CIE), cioè una categoria applicabile alla strada in determinati periodi, noti la variabilità nel tempo dei parametri d’influenza.
Ad esempio se in un dato periodo di funzionamento il flusso di traffico è molto inferiore alla norma è possibile far variare la classificazione della strada (declassare nella fattispecie) di conseguenza è possibile ridurre i livelli di luminanza (o illuminamento) normalmente garantiti, magri facendo variare il flusso di lampada.
Quanto detto fin ora ha come scopo quello di chiarire quelli che sono gli intenti di una nuova norma che non si riduce alla semplice elencazione di parametri oggettivi da rispettare nella progettazione illuminotecnica, ma che propone un metodo di progetto che sia in grado di condurre il progettista alla valutazione dei parametri al contorno necessari di volta in volta alla definizione di classi illuminotecniche e all’analisi dell’mpatto ambientale dell’impianto che si va a progettare, magari proponendo una soluzione che sia in grado, tramite un sistema di telegestione, di razionalizzare il funzionamento dell’impianto stesso (controllo del flusso di lampada, segnalazione del guasto, ecc).
spero si chiaro
un saluto a tutti

 

Giacomo
Giacomohttp://www.rossilighting.it
Giacomo Rossi, architetto e lighting designer free lance, fondatore di Luxemozione.com. Dopo anni di attività nella progettazione della luce, fonda assieme ad altri colleghi LDT-Lighting Design Team , studio multidisciplinare di progettazione della luce. Alla progettazione affianca l'attività come docente presso il Politecnico di Milano e altre importanti scuole di architettura e design. tra cui IED Istituto Europeo di Design. E' inoltre autore di articoli su riviste del settore illuminotecnico. Dal 2014 è membro del Consiglio Direttivo di Apil-associazione dei professionisti dell'illuminazione.

21 Commenti

  1. Come sempre la normativa cerca di entrare nel merito di tutte le casistiche possibili… e rende il tutto molto complicato…
    Complimenti per la chiarezza nell’esposizione… la tabella finale aiuta molto la fase operativa.
    Bisognerà applicarla in diverse situazioni per entrare veramente nel merito…

  2. Mi è capitato di applicare il procedimento della Uni 11248 com’è descritto nella’articolo.
    Ma per capire meglio:
    1 – Ho letto in diversi commenti alla legge che la categoria di progetto deve essere valutata per un flusso di traffico pari al 100%, indipendentemente dal flusso effettivamente presente.
    (significa allora che il parametro del flusso in questa fase non può essere ridotto?).
    2- In fase di verifica finale non risultano quasi mai verificati tutti i parametri (mi riferisco in particllare ai valori dell’uniformità). In questo caso come mi regolo?

  3. Ciao e benvenuto in Luxemozione.
    guarda prima di tutto devo dire che la norma non è molto chiara quando si parla di definizione dei parametri di contorno, cioè quei parametri che servono a definire la categoria di progetto. Quello che mi viene da pensare in riferimento a quello che dici nel punto è che probabilmente la diminuzione del flusso di traffico (dato tra l’altro non sempre facile da ottenere) vada considerato in fase di gestione d’impianto, magari utilizzando un sistema che controlla il flusso di lampada (vedi sistema di telegestione es. UMPI Syra ) partendo dal flusso di traffico misurato istantaneamente.
    Per il punto due non ho capito bene cosa chiedi…potresti fare un es.?
    ciao

  4. Riguardo al primo punto , credo che in effetti saremmo allora in fase di categoria illuminotecnica di riferimento e non più di progetto.
    Riguardo al secondo punto mi riferisco alla fase finale del progetto illuminotecnico, cioè alla verifica delle “prescrizioni prestazionali” previste dalle tabelle della UNI EN 13201-2.
    Nei progetti su cui ho lavorato sono riuscito a rispettare i limiti minimi della luminanza media e dell’abbagliamento massimo ma non quelli dell’uniformità generale e longitudinale minima (i valori sono sempre un pò troppo alti).
    (Questo perchè avevo dei vincoli progettuali imposti dal committente circa il posizionamento dei sostegni dell’illuminazione).
    Ciao

  5. Leggo con interesse questo articolo ed i commenti ad esso secguiti..

    Sono un progettista illuminotecnico che esercita da oltre 10 anni, ed in particolare lavoro sulla pubblica illuminazione.
    Spendo dunque due parole sulla UNI11248.
    Premettiamo che ci sono degli errori di scrittura della normativa, chiaramente identificabili, che dovrebbero essere corretti in una prossima revisione della norma stessa.
    Detto questo, tentiamo di spiegare alcuni punti o meglio ancora la filosia della UNI11248.
    Lo scopo che se ne legge tra le righe è quello di invitare a ricoprire il compito di progettisat solo a professionisti che ben conoscano la materia illuminotecnica, tagliando fuori tanti “improvvisati ed occasionali” che oggi purtroppo progettano gli impianti di pubblica.
    Il dogma base della norma è la presa di responsabilità da parte del progettista nella definizione dei livelli di illuminazione in quantità e qualità necessari all’impianto.
    La norma offre alcuni spunti di riflessione su alcuni possibili parametri di influenza, ma lascia piena libertà nell’individuarne altri o nell0attribuzione di pasi diversi ai parametri stessi.
    Direi che la chiave principale è qunato descritto al punto norma 7.3 dove esplicitamente la norma chiede un documento scritto detto di “sintesi Conclusiva” dove il progettista, conscio delle proprie responsabilità, descrive i motovi e le cause che lo hanno portato ad un adata scelta finale.

    questo per iniziare, se poi vogliamo possiamo approfondire argomento per argomento
    Ciao

  6. scusate ma la norma 11248 deve per forza essere acquistata dalla Uni o si può scaricare free in qualche modo?
    ah, complimenti per il sito
    Roberto

    • Ciao Roberto, diciamo che ufficialmente devi spendere i tuoi (almeno ) 50€ dal sito UNI, poi… bah… che ne so magari emule te lo offre gratis 😉
      …Ma io non ho detto nulla 🙂
      a presto

  7. Salve.
    Sono un neofito e dovrei progettare una strada con una lampada a LED di cui dispongo solo le misurazioni (diagramma fotometrico).
    Conoscete un programma non troppo complicato che mi permetta di usare lampade custom?
    Grazie

  8. Benvenuto su Luxemozione.
    Normalmente i software per la progettazione richiedono un file in formato .ldt o .Ies che contiene i dati relativi alla distribuzione del flusso luminoso del tuo corpo illuminante. Se è solo un grafico 2d non è possibile fare una verifica (se non approssimativa). Per quanto riguarda il software per la verifica stradale Dialux va benissimo, a patto di disporre appunto del file fotometrico Ldt.
    ciao e a presto

  9. Grazie.
    Dopo molte fatiche sono riuscito a importare il file ldt della mia lampada LED in DIALUX. Cosa strana, DIALUX mi dice che il progetto non e’ anorma (anche con un metro di separazione).
    In effetti, dal datasheet del lampione LED ho visto che il flusso totale in lumen e’ di appena 300 lm.
    Volevo chiedervi se secondo voi una illuminazione stradale con un palo simile ha senso e/o se ci sono altre case che forniscono pali con lampade a LED (possibilmente integrate in DIALUX).
    Il palo da me usato e’ della ISTAR SOLAR (ATIK).
    Distinti saluti

    • Bha il flusso emesso da un LED bianco freddo pilotato a 350mA (circa 1W) si aggira introno ai 60lm (poi dipende dalla casa produttrice e dal modello di led), a 1A (circa 3W) il flusso è di circa 120lm.
      Per il prodotto non so…forse qualcuno ha già sperimentato qualcosa di interessante….
      ciao

    • Salve, cercando informazioni sulla UNI 11248 sono incappato in questo sito. Ho studiato molto a fondo la norma (credo) fino alla fusione del cervello, ma alla fine penso di essere giunto alla conclusione. La norma è molto versatile e da’ ampie possibilità al progettista, secondo me anche troppe! Cosicchè, chi non è tanto capace, o chi vuole risparmiare troppo, rischia di fare danni.
      Per quanto riguarda la mia intromissione in questo miniforum, volevo scambiare delle opinioni. In appendice A ci sono vari esempi, ho verificato quelli da A1 ad A7 e mi risultano tutti corretti tranne l’A6 dove secondo me è errato parlare anche di strada tipo D (urbana scorrimento veloce), almeno che e spero di no, non sia errato il prospetto 1 dove al tipo D, oltre alla categoria ME3a si sarebbe dovuta inserire la categoria ME4b per la velocità di 50 km/h: che ne pensate?

      Mi permetto ora di fare un po’ di pubblicità… molti produttori di armature a LED ci hanno proposto i loro prodotti, in linea di massima tutti fasulli: al momento del calcolo era impossibile raggiungere i valori richiesti dalla norma! Pochi mesi fa, rappresentanti della RUUD ci hanno portato i loro prodotto e le loro fotometrie e… finalmente qualcosa che funziona! Conclusione: non odiate i LED, ma state attenti a cosa usate.

  10. Prima di tutto benvenuto su Luxemozione,
    comunque per quanto riguarda la classificazione della classe illuminotecnica di riferimento, non so quali parametri di suddivisione abbiano valutato i legislatori, ma probabile che abbiano optato per unificare le strade tipo D sotto una medesima classe di riferimento ME3a indipendentemente dalla velocità minima consentita.Declassarlo ad una categoria ME4b significa portare la luminanza di progetto da 1cd/m2 a 0,75cd/m2 che equivale ad una sostanziale diminuzione della luce sulla carreggiata, evidentemente non adeguata a garantire la sicurezza su una strada classificata com “Strade urbane di scorrimento veloce”.
    Per quanto riguarda i led ti consiglio il link che ha già segnalato qua sopra Claudia. http://www.luxemozione.com/2009/03/illuminazione-stradale-a-led-no-grazie.html
    e relativi commenti
    ciao e a presto
    G.

  11. Ok, d’accordo sul fatto che il prospetto 1 sia corretto, ma allora, mi confermi che il prospetto A6 è errato perchè non può fare riferimento al tipo D visto che quest’ultimo ha solo categoria ME3a, mentre nel prospetto è indicata la ME4b di partenza?

  12. Nessun errore, visto che il prospetto A6 si riferisce a extraurbane secondarie cioè tipo C ed F (strade locali extraurbane e strade locali urbane) categoria di riferimento ME4b. Il Tipo D è analizzato nel prospetto A5
    ciao ciao

  13. Ti ridò ragione sul concetto, ma credo ci sia un errore “nella descrizione”, a questo punto, del prospetto A6 che dice:

    [Determinazione della categoria illuminotecnica per le strade extraurbane secondarie, delle strade urbane di scorrimento e delle strade locali in ambito extraurbano e urbano con velocità massima minore o uguale a 50 km h-1]

    dove è scritto “delle strade urbane di scorrimento”, cioè tipo D. Il “veloce” lo hanno dimenticato anche nel propsetto A5.

  14. Hai ragione…pigrizia mia di fare avanti e indietro con il pdf e non stampare la parte incriminata 🙂
    Sicuramente una svista. Comunque visto che il traffico è 100% e assenza di zone di conflitto non vedo come la classe possa variare.
    ciao

  15. Vi confermo che sulla uni 11248 ci sono diversi errori, banalmente dovuti alla fretta con cui è stata stesa la versione da pubblicare.
    So per certo che dovrebbe (prima o poi) partire una sua revisione, sia per correggere gli errori sia per chiarire, inserire e contemplare una serie di considerazioni che sono emerse in questo periodo di applicazione.

    Riguardo alla libertà progettuale, a mio parere è una grande conquista che dovrebbe pian piano far emergere la figura del ligh designer o perlomeno del progettista competente in materia.
    ciao

    • C’è anche un’altra storia legata… la UNI11248 ha abrogato la UNI10439, ma la UNI11095 fa riferimento, per l’illuminazione della zona interna delle gallerie, alla 10439… in questo caso che fare? Prendersi la responsabilità ed applicare i livelli indicati dalla 11248 (inserendo un commento in relazione), oppure continuare ad usare la 10439, applicata alla 11095, fino a nuovo ordine?

      • qui la risposta è semplice,
        La UNI11248 abroga e sostituisce la UNI10439.
        Conseguentemente per la UNI11095 adesso si deve far riferimento alle metodologie di analisi della UNI11248 e dunque delle UNI EN 13201.

        Nella nuova UNI11095, in fase di stesura, sono ovviamente richiamate le nuove norme

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