HomeLIGHTING DESIGNilluminazione pubblicaLa febbre del LED colpisce anche New York

La febbre del LED colpisce anche New York

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New york by nightChe il LED rappresentasse il futuro dell’illuminazione credo che allo stato dei fatti sia una questione appurata. Ulteriore testimonianza di una rinnovata volontà di cambiamento in questa direzione, che si va ad accostare ad altrettante iniziative in diverse città Europee e non, è quanto sta accadendo nella Grande Mela:

Secondo quanto si può leggere infatti sul sito online del NY Times, il dipartimento dei trasporti di New York ha preso  contatti con un un importante studio di light design americano, l’Office for Visual Interaction, affinchè vengano pensati nuovi pali per l’illuminazione stradale in grado sia di ospitare le nuove sorgenti a LED, sia tutta la segnaletica necessaria a rendere vivibile una città.

L’idea è quella, ovviamente, di sostituire l’intero parco di 300 mila pali stradali, ma inizialmente, vista anche la somma ingente di danaro che dovrà essere elargita, saranno installati solo 6 pali dimostrativi, dopo i quali il comune di NY deciderà in che direzione procedre.

Dal canto mio, come ho già avuto modo di dire nelle righe di Luxemozione, credo che i led rappresentino certo il futuro  (questo è indubbio), ma credo anche che solo ora abbiano raggiunto uno stato dell’arte tale da poter competere con l’illuminazione tradizionale, soprattutto in ambito stradale: non si può parlare solo di quantità di luce emessa, ma di efficienza luminosa, di temperatura di funzionamento, di abbagliamento, di distribuzione del flusso. Ci si riempie spesso la bocca con “la vita media garantita dei LED è 50 mila ore”… si certo se dissipati in maniera corretta, e poi non dimentichiamoci degli ausiliari elettronici necessari all’accensione dei LED:  la cui vita media di funzionamento in ambiente ideale è lungi dall’essere di 50 mila ore.

Mi raccomado date un ‘occhiata all’articolo originale dove troverete anche un link ad un articolo precedente dello stesso autore, nel quale vengono fatte alcune riflessioni interessanti sui LED, troverete sicuramente alcune imprecisioni, ma  nulla a che vedere  con le cazzate che si leggono in merito sulla nostra stampa nazionale dove tutto tutto o quasi è trattato alla stregua dell’ultimo gossip estivo, dove non esiste alcuna volontà di approfondimento, ma solo di misero copia incolla qua e la da wikipedia.

ciao a tutti

e a presto

Giacomo
Giacomohttp://www.rossilighting.it
Giacomo Rossi, architetto e lighting designer free lance, fondatore di Luxemozione.com. Dopo anni di attività nella progettazione della luce, fonda assieme ad altri colleghi LDT-Lighting Design Team , studio multidisciplinare di progettazione della luce. Alla progettazione affianca l'attività come docente presso il Politecnico di Milano e altre importanti scuole di architettura e design. tra cui IED Istituto Europeo di Design. E' inoltre autore di articoli su riviste del settore illuminotecnico. Dal 2014 è membro del Consiglio Direttivo di Apil-associazione dei professionisti dell'illuminazione.

4 Commenti

  1. Bentornato (suppongo 🙂

    Sì, i LED sono il futuro.
    Solo che siamo tutti ammalati di fretta, e se ci dicono che ci metteremo in casa delle lampadine a led decenti solo fra 3-5 anni, ci sembra un’eternità.

    Forse mi sbaglio sui numeri, ma sono sicuro che comunque quando ci guarderemo indietro vedremo che tutto sarà successo molto velocemente.

    Ciao

  2. Buonasera, è la prima volta che visito il sito e vi devo fare i complimenti. Ho lavorato per 10 anni come progettista illuminotecnico riguardo la disposizione dell’illuminazione negli ambienti e trovo molto interessanti i vostri articoli perchè competenti, scritti con semplicità senza essere mai banali e con uno spirito divulgativo orientato alle novità e al futuro.
    Purtroppo non conosco i vostri nomi, vi auguro buon lavoro e…continuate così!!
    Raffaele, Milano

    • ciao Raffaele,
      benvenuto su Luxemozione, sono contento che gli argomenti siano di tuo gradimento :).
      A presto quindi
      G.

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