Qualche giorno fa sulle principali testate giornalistiche, tra cui il Corriere della Sera, si è discusso dell’illuminazione del Duomo di Milano. A dare il via alla polemica che ha visto coinvolti tre attori principali, il Comune di Milano, La Veneranda Fabbrica del Duomo e l’A2A (ex AEM), è stato un commento del sindaco Letizia Moratti sull’attuale illuminazione, ritenuta insufficiente.
Ma facciamo una breve parentesi storica del progetto di illuminazione del Duomo, che risale al 2001 e che si inseriva in una serie di interventi promossi dalla allora AEM e finanziati dal Comune di Milano e che coinvolgeva i principali lighiting designer milanesi, tra cui lo Studio Led dell ing. P.Palldino e dell’ arch. C.Ferrara, progettista per il Duomo. L’impianto, che prevedeva l’installazione di oltre 300 proiettori, è stato realizzato in due tranche, una prima dove veniva illuminato il corpo basso del duomo (cioè escluse le guglie) e una seconda parte, realizzata a qualche mese di distanza, che vedeva l’illuminazione scenografica delle guglie, dei contrafforti e del pinnacolo centrale con la Madonnina.
Detto questo forse sarebbe bello fare un po’ di chiarezza su quello che è il normale iter di progettazione che si deve affrontare nel momento in cui si interviene su un monumento di simil importanza.
Gli attori con cui ci si deve affrontare sono diversi: nella fattispecie l’AEM (la municipalizzata) che gestisce l’impianto, la Soprintendenza ai beni artisitici di Milano, la Veneranda Fabbrica del Duomo, che mantiene l’edificio, il Comune di Milano e ovviamente e non ultimi i Media e i cittadini, soprattutto se l’impianto viene progettato successivamente ad uno dei più grandi flop degli ultimi anni: l’illuminanzione del Castello Sforzesco (non sto a ricordare le polemiche).
Quindi i grandi temi da affrontare sono stati: accessibilità agli impianti (per la manutenzione), flessibilità delle accensioni, cioè dare una lettura diversa a seconda del periodo dell’anno , rispettare il monumento ed edifici circostanti in termini di intrusività ed infine illuminare in modo discreto senza troppi eccessi.
Wow un bel lavoro di pubbliche relazioni, senza parlare degli strumenti e delle risorse utilizzate (modelli, fotoritocchi, concept, filmati, ecc). Forse quando la Moratti ha mosso queste riflessioni in merito all’attuale illuminazione, qualcuno si è dimenticato di riferirle che l’impianto del Duomo non dev’essere acceso tutto l’anno al 100% (come ha poi ben ricordato la Veneranda) per motivi di carattere religioso e celebrativo:
«Mi fa molto piacere l’interessamento da parte del Comune e credo che un intervento sia importante – attacca Benigno Mörling Visconti Castiglione, direttore della Veneranda Fabbrica, e fa eco – ma non vorremmo perdere la sottolineatura delle festività rispetto alle altre giornate».
Ciò che invece non posso accettare che l’A2A faccia finta di nulla e si limiti a proporsi i pompa magna con nuovi sponsor e nuovi progetti…forse sarebbe il caso che passasse un po’ una mano sulla coscienza, perchè se l’illuminazione del Duomo non è più al massimo dopo 7 anni è dovuto ache ad una manutenzione fatta coi piedi, cambi lampada mai fatti (quelli per la facciata) o fatti senza criterio alcuno con spostamenti o eliminazione di alcuni proiettori. Perchè non fate un giro a dare un occhio??
Beh questo è quanto
alla prossima
ciao a tutti
Mettiamoci pure la legge regioanale sull’inquinamento luminoso.
Legge emessa da un giunta del suso stesso partito e che le impedirebbe molte possibilità di illuminazione.
Ma politica e tecnica come sappiamo non vanno certo a braccetto…