Oggi, approfittando un po’ della calma post festeggiamento del Natale, vorrei riprendere in mano un argomento a me molto caro, ovvero l’innovazione tecnologica, chiaramente applicata all’illuminazione. In che direzione si sta muovendo la scienza con la ricerca di nuove tecnologie preposte all’emissione di fotoni, ovvero di luce, e ancora in che modo il design si sta avvicinando alle nuove proposte che la ricerca ci sta offrendo?
La luce del futuro sarà allo stato solido (SSL-Solid State Light) , questo è ormai un dato di fatto, le lampadine tradizionali come le abbiamo viste fin ora piano piano verranno sostituite, anche in ambito domestico, da nuove e più complesse (tecnologicamente parlando) sorgenti: I LED light emitting diode e gli O-LED organic light emitting diode, entrabi bastati sullo stesso principio di funzionamento, ovvero il passaggio di elettroni attraverso un semiconduttore sia esso a base inorganica (silicio o zaffiro per i LED) o organica (composto da catene di polimeri nel caso dell’ O-LED) che consente l’emissione di fotoni e quindi di luce.
Di fatto queste nuove tecnologie hanno importato un nuovo modo di pensare all’illuminazione che ha messo in crisi progettisti aziende ed enti normativi, che si son trovati non molto preparati alla prorompenza con cui la luce allo stato solido è penetrata nel mercato e alla velocità, tutta tipica della ricerca elettronica, con cui essa si sviluppa.
Di LED si sente già parlare molto e già si possono vedere applicazioni notevoli, per lo più legate ad ambiti tecnici come quello dell’illuminazione stradale o architettonica (nda non uso architetturale seppur ampiamente utlizzato nel settore, perché a mio avviso non corretto) e nell’ultimo periodo anche in ambito “retail” ovvero all’interno di negozi, a supporto dell’illuminazione generale.
Di OLED, i fratelli più piccoli nella famiglia allo stato solido (SSL), si sente parlare ancora poco, la scienza sta lavorando sodo (ricordate il progetto OLED100?), ma costi, performance e applicabilità li rendono di fatto ancora nella pratica poco utilizzabili. Il mondo creativo del design si sta già portando avanti, affascinato sicuramente da quelle che sono le caratteristiche principali di questa tecnologia, ovvero superfici luminose dallo spessore praticamente nullo che all’occasione possono essere flessibili e trasparenti.
Trovare la giusta applicazione è fondamentale, tempo fa già presentai il lavoro portato avanti da Black Body, azienda francese produttrice di pannelliO-LED, che si sta rivolgendo a designer provenienti da tutto il mondo nel tentativo di dare una forma a questa tecnologia e quindi di fatto a trasferirla dal mondo dell’ipertecnologia all’ambiente domestico di tutti i giorni.
Osram, azienda leader nella produzione della tecnologia allo stato solido sia OLED che LED, sta facendo lo stesso. Lo scorso mese di novembre l’azienda tedesca ha ufficializzato l’entrata in produzione di Piroled, lampada per uso domestico realizzata dall’accostamento LED e O-LED presentata in anteprima a Milano all Super Studio Più lo scorso aprile in occasione del Salone del Mobile.
Piroled, disegnata da Martin Möck, è costituita da 2 supporti in alluminio in forma di doppia elica, ispirata alla catena organica di DNA, che sorreggono 5 moduli O-LED Orbeos della Osram, in grado di ruotare sull’asse centrale. I moduli utilizzati sono ORBEOS CDW-031 OLED caratterizzati da una densità luminosa di 1000cd/m2 e una vita media di oltre 5000 ore e una temperatura colore di 2800K, molto vicina alla luce calda delle comuni lampadine ad incandescenza. Inoltre nella base sono stati inseriti 5 LED tipo Oslon in grado di enfatizzare la plasticità della doppia elica, quasi fosse una scultura e di illuminare la parte riflettente posteriore dei moduli ORBEOS. E’ possibile vere maggiori info sul prezzo di acquisto inviando una mail a [email protected]
Ecco qua alcune immagini del Piroled:
Ecco dunque come illumineremo il nostro soggiorno nel prossimo futuro secondo la Osram. L’oggetto è interessante, voi cosa ne dite?