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Lampade a risparmio energetico? Maneggiare con cautela

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Un tempo, quasi un milione di anni fa, si usavano le lampadine ad incandescenza per illuminare le nostre case, erano tecnologicamente molto semplici: all’interno  di un’ampolla di vetro borosilicato era contenuto un filamento di tungsteno doppio-spiralizzato che al passaggio di corrente diventava incandescente ed emetteva luce, veramente molto molto semplici. Poi un giorno sotto la spinta di forti pressioni espansionistiche di alcune aziende ,  cavalcando la tigre del risparmio energetico e della salvaguardia del nostro pianeta,  si decise che la cara vecchia lampadina ad incandescenza dovesse scomparire dalla faccia della terra perche troppo poco efficiente. Le case si riempirono della luce un po’ spettrale delle lampade a risparmio energetico , vero toccasana per l’ambiente!! (come no 😉 )
Questo piccolo cappello per parlare ancora una volta di lampade ad incandescenza e delle comunemente dette   , ma che noi lighting designer amiamo chiamare fluorescenti compatte (CFL-compact fluorescent lamp). Si è dibattuto parecchio sull’argomento su Luxemozione e francamente, dopo l’entrata in vigore della normativa in materia di Ecodesign nel settembre 2009 (che ha sancito di fatto l’inizio del processo di  fuoriuscita dal mercato delle lampade ad incandescenza, processo che terminerà nel 2016) , credevo fosse cosa assodata che la cara vecchia lampadina avesse di fatto ceduto il passo alle più moderne tecnologie e che, anche i più agguerriti fan dell’incandescenza si fossero messi l’anima in pace. Credevo non ne avrei più parlato, nonostante l’arcinoto problema dello smaltimento del Mercurio contenuto all’interno delle CFL problema noto anche alla commissione europea. Nel regolamento applicativo della 2005/32/CE del Parlamento europeo in merito alle specifiche per la progettazione ecocompatibile delle lampade non direzionali per uso domestico si legge:Il mercurio emesso nelle diverse fasi del ciclo di vita delle lampade, compreso quello proveniente dalla generazione di elettricità nella fase di uso e dall’80 % delle lampade fluorescenti compatte contenenti mercurio che presumibilmente non saranno riciclate al termine della vita, è stato calcolato, sulla base delle lampade installate, in 2,9 tonnellate nel 2007. In assenza di misure specifiche, si prevede che le emissioni di mercurio prodotte dalle lampade installate saliranno a 3,1 tonnellate nel 2020 .

Ricordo che il Mercurio è un metallo pesante altamente inquinante che può avere effetti devastanti sull’uomo. Rimando ad un articolo che pubblicai tempo fa.

Ora, è vero che la maggior coscienza comune in termini di riciclo dei rifiuti ci ha portato a suddividere in maniera più attenta  gli scarti che produciamo, è vero che la costituzione di consorzi preposti alla raccolta dei RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) ha consentito una miglior conoscenza del problema, ciò non toglie che ancora oggi molte delle sorgenti contenenti mercurio vengono gettate nel sacco nero dei rifiuti generici, successivamente frantumate in discarica e disperse nell’ambiente, altro che ecofriendly!

Ma il problema legato alla presenza di Mercurio all’interno delle lampade a risparmio energetico non è limitato solo alla fase di smaltimento, ma anche durante il periodo di  funzionamento in caso di rottura. Questo ed altri i temi caldi di dibattito di questo Natale sulle principali testate Tedesche: ancora una volta ci si domanda dell’effettiva necessità di cancellare dalla faccia della terra le lampadine incandescenza.
La Germania ha fatto da caposcuola a tutti in materia di salvaguardia dell’ambiente, e ancora oggi è la primissima della classe e ad avvalorare questa sua posizione di leadership è l’attenzione con cui oggi l’ente per la salvaguardia dell’ambiente tedesco (UBA- UmweltBundesAmt ) sta conducendo ricerche sull’effettivo impatto sull’uomo delle CFL che sempre di più vengono usate negli ambienti di vita quotidiana.
Interessante in particolare è un test di rottura  in ambito domestico condotto all’interno del Fraunhofer Wilhelm-Klauditz Institute (WKI) per conto  dall’UBA, che dimostra il rilascio all’interno del microclima domestico di mercurio sotto forma di vapore in concentrazioni 20 volte superiori ai 0,35 µg/m3 minimi consentiti, facilmente smaltibili tuttavia con una normale areazione dell’ambiente e quindi di fatto non dannosi per l’uomo. Nel documento originale dell’UBA si auspica un l’intervento dell’unione europea’ affinchè venga garantita l’obbligatorietà di sistemi preventivi di rottura delle sorgenti a risparmio energetico contenenti mercurio soprattutto per applicazioni ad alto rischio quali scuole, palestre, ecc.
Ritornando poi sull’aspetto dello smaltimento e salvaguardia dell’ambiente importante è la questione della localizzazione della raccolta delle sorgenti esauste che a fini pratici dovrebbe avvenire direttamente nei negozi.
Da questo punto di vista l’Italia almeno sta volta  non è stata a guardare, come si può leggere sul sito di Ecolamp, consorzio preposto alla gestione della raccolta, stoccaggio e smaltimento delle sorgenti a basso consumo esausute, a partire dal 18 giugno 2010, i cittadini possono anche restituire, in rapporto di 1 a 1, le vecchie lampade al momento dell’acquisto di quelle nuove presso i punti vendita della distribuzione.

Quindi cari amici, concludendo vorrei ricordare ancora una volta che il risparmio energetico è  realizzabile solo con un uso razionale dell’energia, al di la delle sorgenti d’illuminazione ricordatevi che in casa avete molti altri elettrodomestici che ne  fagocitano parecchia, importante è farne un buon uso. E così le CFL  che ci venivano regalate fino a poco tempo fa fuori dai supermercati come il top in termini di rispetto dell’ambiente in realtà hanno rivelato parecchi punti deboli. Maneggiare con cautela, mi raccomando!

Ciao e  a presto

Giacomo
Giacomohttp://www.rossilighting.it
Giacomo Rossi, architetto e lighting designer free lance, fondatore di Luxemozione.com. Dopo anni di attività nella progettazione della luce, fonda assieme ad altri colleghi LDT-Lighting Design Team , studio multidisciplinare di progettazione della luce. Alla progettazione affianca l'attività come docente presso il Politecnico di Milano e altre importanti scuole di architettura e design. tra cui IED Istituto Europeo di Design. E' inoltre autore di articoli su riviste del settore illuminotecnico. Dal 2014 è membro del Consiglio Direttivo di Apil-associazione dei professionisti dell'illuminazione.

7 Commenti

  1. Ottimo articolo Giacomo.
    Questo è uno dei problemi più gravi della normativa Ecodesign e nessuno ne parla. A volte mi chiedo in base a quali criteri i politici che ci governano facciano determinate scelte. Il risparmio energetico si fa educando la gente, non abolendo l’incandescenza. Tra l’altro perderemo una sorgente di luce che ha uno spettro di emissione bellissimo e sostanzialmente non replicabile. Mi chiedo: a chi giova tutto cio?

  2. Ciao a tutti, ammetto di essere una fan agguerrita dell’incandescenza..ma allo stesso tempo di essere incuriosita dai led e dalle potenzialità che hanno. 🙂
    Bravo Giacomo! Quest’articolo mette in guardia – di nuovo – su un tema davvero spinoso e delicato non solo per noi lighting designer, ma per tutti. L’inflazione che colpisce oggi argomenti che richiamano ecologia, ambiente, energia e risparmio è disarmante..soprattutto sapendo che troppo spesso non si tratta d’altro che di politiche di marketing aziendale.
    Bisognerebbe preoccuparsi davvero di educare la gente a un consumo intelligente..

  3. Stanotte mi è rimasto socchiuso il frigo (eh, succede anche ai migliori).
    Non vi dico la brina.
    E non voglio neanche pensare a quante ore-lampadina ho consumato…

    • Per la brina vabbè un po’ di acqua e olio di gomito e dovresti farcela, per la lampadina,ti vorrei rassicurare che se si brucia non ti devi preoccupare le lampade speciali non sono soggette alla normativa Ecodesign

  4. Già da tanto tempo seguo questo argomento sul tuo blog e oggi vorrei dire anche la mia opinione.
    Sono tedesca e da una vita sento parlare di risparmio energetico, dell’acqua ecc. e come si può proteggere la natura, l’ambiente in generale.
    Quando ho sentito del processo di fuoriuscita dal mercato delle lampade ad incandescenza l’anno scorso ero entusiasta, perche pensavo che usando solo le lampade a risparmio energetico avremmo fatto qualcosa di buono per l’ambiente.
    Però, come succede purtroppo troppo spesso, quando l’industria ha l’unico scopo di guadagnare soldi a palate si fa vedere solo un lato della medaglia utilizzando, come in questo caso, parole che vanno di moda come “il rispetto per l’ambiente” “ecofriendly” ecc.
    Il comune cittadino è disorientato dalla pubblicità e da dibattiti infiniti su come si possono risparmiare tantissimi soldi con le lampade a risparmio energetico. Spesso basta usare la parola “crisi” e la gente è sicura che la cosa giusta da fare è proprio quella di usare “lampadine che fan risparmiare soldi”.
    Ma c’è un altro lato della medaglia, lo smaltimento di queste lampade e del mercurio che contengono! Certamente si offre alla gente di ritirare le lampade a risparmio energetico presso i negozi ecc. Ma non sono convita molto che alla fine questo servizio venga utilizzato dalla gente comune. L’uomo in se è molto pigro e già deve fare la raccolta differenziata della spazzatura normale, figuriamoci separare ulteriormente i rifiuti ( cosa che già si dovrebbe fare con le pile…).
    Allora tutto questo non ha un effetto boomerang? Che cosa succede nella discarica se il mercurio contamina la falda acquifera? Dov’è allora il rispetto per l’ambiente?
    ciao

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