Da un paio di settimane a questa parte, stiamo assistendo al proliferare di molte voci di corridoio, articoli su blog e magazine on line, discussioni sui social media. Il mondo dell’illuminazione si sta chiedendo cosa succede alla Professional Lighting Designers Association (PLDA).
La costosa battaglia legale intentata da VIA Verlag e il ritiro del supporto economico da parte delle aziende appartenenti al Circle of Sponsor pone l’attenzione sul futuro dell’associazione.
I fatti sono noti. PLDA è una libera federazione di lighting designers e lighting consultants attivi su scala internazionale. È stata fondata nel 1994 a Francoforte sul Meno, con il nome di ELDA+ (European Lighting Designers’ Association), da Lucy Rittner e Georges Berne/F , Alison Ritter/UK, Johannes Dinnebier/D, Erwin Döring/D, Heinrich Kramer/D ed Joachim Ritter/D, Francesco Iannone e Serena Tellini/I. Ad oggi (gennaio 2014) rappresenta 751 membri provenienti da 65 paesi del mondo, in rappresentanza di tutti i continenti. La struttura dell’associazione si basa su un Consiglio presieduto da un Presidente e Vice Presidente (“President Elect“), comprendente 6 membri eletti consiglieri più un amministratore delegato (Managing Director General), l’assemblea dei membri ed un Circle of Sponsor di cui fanno parte i principali produttori internazionali di apparecchi d’illuminazione.
Gran parte delle risorse di PLDA sono dedicate all’organizzazione ed al sostegno di programmi di formazione di livello universitario. Non manca il supporto ai propri membri nel lavoro quotidiano, sia attraverso analisi di mercato che fornendo assistenza nello sviluppo delle normative internazionali sull’illuminazione, sulla definizione di linee guida per il mercato e sulla collaborazione con le fiere internazionali di settore. L’Associazione promuove anche meetings nazionali e internazionali, conferenze ed eventi legati alla luce. Sono famosi in tutto il mondo i suoi workshop pratici, Light in Alingsaas su tutti, a titolo di esempio.
Obiettivo: il riconoscimento internazionale della professione
Londra, 27 ottobre 2007. La sessione plenaria della I° PLDC (Professional Lighting Design Convention), ha proclamato e adottato la Dichiarazione di istituzione ufficiale della professione di designer di illuminazione architettonica. Prima di allora, non esisteva una definizione certa della nostra professione:
Art. 1 – Il lighting design è l’arte e la scienza di illuminare l’ambiente umano. I lighting designer sono professionisti che hanno la capacità di applicare tale arte e scienza ai progetti, contribuendo così al loro esito positivo.
Art. 2 – Il lighting design è una professione ed una disciplina distinta da tutte le altre negli ambiti dell’architettura, degli interni, del paesaggio, dell’urbanistica così come dell’ingegneria elettrica.
Leggi il resto della Dichiarazione
Crescita globale
Per chi non appartiene a PLDA (o non ne frequenta le conferenze), non è facile comprendere che VIA Verlag (editore) è una figura diversa da PLDA (associazione). Per anni, il personale VIA e quello PLDA hanno condiviso uffici ed indirizzo comune a Gütersloh/D, pratica che ha consentito di ridurre costi di gestione e di mantenere un filo diretto tra membri, sponsor, altre oganizzazioni internazionali, etc. Il lavoro svolto negli anni è stato notevole, consentendo a ELDA+ di beneficiare delle competenze manageriali di VIA e consentendo lo sviluppo di diverse iniziative. Vale la pena ricordare che VIA è la sola proprietaria del marchio e del format PLDC (Professional Lighting Design Convention).
Con la crescita globale dell’associazione, ELDA + cambia il nome (PLDA, per sottolinearne la natura globale e non eurocentrica) ed inizia a soffrire di problemi finanziari – giova ricordarlo, la crisi economica mondiale era agli inizi. Allo scopo di marcare nettamente la differenza con VIA (l’associazione non ha lo scopo di produrre utili) viene decisa la separazione delle sedi e si riorganizzano le competenze necessarie. Non senza problemi, tant’è che un’azione legale intentata da VIA Verlag oggi blocca ogni iniziativa da parte PLDA.
L’associazione si trova davanti ad un bivio.
Il futuro
Lo scorso novembre, i vertici PLDA e IALD si sono riuniti a Berlino e le future iniziative sono state definite secondo una dichiarazione comune:
La natura globale del contesto aziendale di progettazione / costruzione richiede una singola e forte,voce per rappresentare le esigenze internazionali della professione dell’Architectural Lighting Design. In riconoscimento di questo, il IALD e PLDA hanno concordato di esplorare le future opportunità di collaborazione.
Il mercato professionale europeo è profondamente diverso da quello nordamericano ed un’associazione con base stabile in Europa, a mio parere, sarebbe più attenta e puntuale a condurre iniziative anche su scala nazionale. Per me, essere membro PLDA (dal 2007) è stato il principio di una maggiore crescita e maturazione professionale. Ho discusso da pari con colleghi provenienti da ogni parte del mondo, ho imparato dai più esperti quanto dai più giovani.
Personalmente, credo non basti più l’orgoglio di appartenere ad una comunità globale di persone che amano la luce e ne fanno il proprio lavoro quotidiano. La chiave del successo, in ogni attività, è avere una fonte finanziaria affidabile ed una saggia amministrazione. PLDA ha deciso di rinunciare alle competenze manageriali di VIA e di affidarsi alle proprie, senza avere solide finanze e -apparentemente- senza forti capacità gestionali. Lo stesso errore fu commesso da IALD negli anni ’90…
Se PLDA sta per chiudere, chi si prenderà cura dei Lighting Designer europei? E chi si occuperà di noi italiani?