HomeLIGHTING DESIGNilluminazione pubblicaPresa Diretta e le Luci Sprecate, tanta confusione e zero progettazione.

Presa Diretta e le Luci Sprecate, tanta confusione e zero progettazione.

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Come certamente saprete lunedì 9 gennaio scorso, durante la trasmissione di RAI3 Presa Diretta è andato in onda un serivzio intitolato LUCE SPRECATA e di inquinamento luminoso di Lisa Iotti. Un servizio che segue uno molto simile comparso su Venerdì di Repubblica qualche giorno prima, dal titolo “Ogni cosa è Male Illuminata”

Per maggiori info sul materiale andato in onda qua la replica della puntata. di Presa Diretta  Vedi da 1 ora e 19 min di serivzio in poi.

Foto in Header courtesy NASA: Italy from Space by night @ISS

Alcuni dei temi trattati nel servizio ricordano molto da vicino un dibattito sorto qualche mese fa in ambito internazionale, a seguito di un comunicato di AMA American Medical Association che aveva allertato all’uso di led in ambito stradale con CCT (correlate color temperature) maggiore di 3000K, che potrebbe (condizionale) causare problemi sulla salute dell’uomo o altri problemi sui flussi migratori degli uccelli.

Qua uno dei primi articoli pubblicati in merito, in cui sono aggiunte argomentazioni che nel documento originale di AMA non si trovano.

Qua sotto per approfondimenti, tra cui:

In particolare nei testi di IES e LRC si parla di disinformazione e non correttezza delle argomentazioni riportate dai media.

Che fine ha fatto la progettazione della luce?

Premetto che in questo articolo non controbatterò i contenuti tecnici del servizio, che reputo tuttavia molto scarsi o molto confusi, in particolare in riferimento ad alcune argomentazioni sollevate da un paio di rappresentanti di Cielo Buio intervistati, che non si capisce a quale titolo si sono autoproclamati grandi esperti di progettazione della luce in ambito urbano.

Purtroppo durante il servizio non sono stati coinvolti attori che gravano direttamente attorno al settore della luce, ne’ Lighting Designers, ne’ produttori o, in generale, tecnici specializzati d’illuminazione.

Senza fare troppe polemiche, ma credo che ad ognuno aspetti il suo: c’è chi guarda le stelle (o si occupa di fisica ed inquinamento luminoso – problema tutt’altro che da sottovalutare) e c’è chi si occupa invece di progettare la luce. Le cose sono ben distinte: la luce non è solo un fenomeno riportabile alla fisica, ma ben altro.

D’altronde basta ricordare quelle che sono state le argomentazioni dell’Anno Internazionale della Luce 2015, proclamato da UNESCO, dove la luce protagonista era intesa  sia come fenomeno fisico, che come materia di design volta a generare benessere.

Ricordo ad esempio questo pensiero di, Joseph Niemela, Senior Research Scientist presso l’Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics e coordinatore del Segretariato Globale dell’International Year of Light 2015, che affermava:

“L’Anno internazionale della luce è stato proclamato dall’UNESCO anche per suggerire delle soluzioni migliorative per il benessere di tutti. L’approccio Human Centric Lighting e la progettazione della luce in generale possono migliorare la qualità degli ambienti in cui viviamo. La luce può dare un contributo importante per rendere le nostre città più vivibili e migliorare la qualità della vita delle persone. La scienza non è sufficiente per affrontare le sfide globali di quest’epoca, è necessario un coinvolgimento e una collaborazione tra ricercatori, designer e industria per trovare insieme delle soluzioni efficaci. Bisogna continuare a lavorare in questa direzione, ampliare il raggio della ricerca e creare un sistema di collaborazione fra i protagonisti del settore. L’innovazione è la capacità di far dialogare la parte tecnologica con quella creativa.”

La posizione di AIDI ASSIL

Prima replica alla trasmissione e all’articolo di Repubblica è avvenuta già martedì sera da parte di AIDI Associazione Italiana di Illuminazione e ASSIL Associazione Nazionale dei Produttori di Illuminazione Con una lettera che potete leggere in versione integrale qua: Lettera congiunta AIDI ASSIL.

La lettera di APIL alla Redazione di Presa Diretta

Vorrei adesso riportarvi per intero la bella lettera inviata da APIL Associazione dei Professionisti della Luce , firmata da Susanna Antico, presidente dell’Associazione. Nel testo viene descritto in modo chiaro il perchè, quando si parla di luce, inquinamento luminoso e sprechi energetici,  è importante parlare anche  di progettazione della luce, realizzata da professionisti qualificati.

[edit 18 gennaio]: mi hanno comunicato da APIL che c’è stata una risposta dalla Redazione di Presa Diretta, aperta ad un confronto. Vediamo come si sviluppa la cosa nei prossimi mesi, incrociamo le dita!

Durante trasmissione, come dicevo, non si è mai parlato di Progettazione della luce, ecco la lettera

Gentile Redazione,  in qualità di Presidente APIL, Associazione dei Professionisti di Illuminazione  che operano nel campo della luce, a seguito del servizio “Luce sprecata”, andato in ondata lunedì 9 gennaio  durante la trasmissione Presa Diretta, desidero ringraziarvi a nome di tutta l’associazione per aver trattato un tema controverso di grande attualità. La luce artificiale è sotto gli occhi di tutti ma argomento ancora sconosciuto per molti. Per questo è importante che il pubblico sappia che nel Mondo esistono figure professionali indipendenti, specializzate nella Progettazione della Luce. Il servizio ha messo a fuoco gli aspetti peculiari dell’illuminazione urbana Italiana, centrando gli obiettivi, l’unico anello mancante è l’informazione che gli spazi urbani devono essere progettati, pensati su misura da professionisti che ne abbiano le competenze. In Italia non esiste obbligatorietà di progetto illuminotecnico, esiste una norma, peraltro recente, la UNI11630 2016 che descrive i criteri di stesura del progetto di illuminazione, ma non definisce la figura professionale competente. In Italia il progettista della luce, libero professionista, raramente viene coinvolto nella progettazione degli spazi urbani. Il risultato è quanto emerso in modo chiaro nel vostro servizio, tanto spreco di luce e di potenza assorbita. Città illuminate con la semplice sostituzione delle vecchie lampade con i led, non serve ad aiutare i Comuni a risparmiare e non fa parte della corretta illuminazione degli spazi urbani.

La luce è materia complessa, capace di influenzare a livello biologico il benessere fisico e psicologico dell’uomo legato all’ambiente in cui viviamo. La tecnologia, è uno strumento, non si può sostituire al progetto; è il modo in cui viene applicata la tecnologia che fa la differenza, che permette di ottenere un buon risultato. Oggi assistiamo a interventi frammentari, ad un uso e abuso della tecnologia, senza la cultura del progetto qualsiasi discorso risulta vano. 

Una piccola nota sull’argomento nuova luce di Milano. A suo tempo la nostra associazione si è confrontata con il Comune di Milano e con i responsabili dell’intervento di sostituzione degli apparecchi illuminanti  purtroppo, con scarsi risultati, la logica di risparmio energetico immediato ha prevalso su qualunque aspetto sopra citato, Apil si era resa disponibile ad analizzare e verificare il nuovo progetto di Milano al fine di non cadere negli errori da Voi evidenziati nel servizio andato in onda. 

Apil rimane fin da subito a disposizione per eventuali approfondimenti. Anzi ci farebbe molto piacere incontrarvi al fine di approfondire l’argomento in modo costruttivo nell’ottica di una corretta informazione.

Susanna Antico, Presidente APIL

Che ne pensate? Fatemi sapere nei commenti.

Giacomo
Giacomohttp://www.rossilighting.it
Giacomo Rossi, architetto e lighting designer free lance, fondatore di Luxemozione.com. Dopo anni di attività nella progettazione della luce, fonda assieme ad altri colleghi LDT-Lighting Design Team , studio multidisciplinare di progettazione della luce. Alla progettazione affianca l'attività come docente presso il Politecnico di Milano e altre importanti scuole di architettura e design. tra cui IED Istituto Europeo di Design. E' inoltre autore di articoli su riviste del settore illuminotecnico. Dal 2014 è membro del Consiglio Direttivo di Apil-associazione dei professionisti dell'illuminazione.

3 Commenti

  1. Caro Rossi,
    bisogna dare merito a Iacona di aver portato in prima serata un argomento poco conosciuto dal grande pubblico, anche se in effetti mancava il coinvolgimento e l’intervento di progettisti e professionisti dell’illuminazione. E’ anche vero che non si può affrontare un argomento così complesso in 30 minuti di servizio.
    Spero che questo sia l’inizio di un confronto più costruttivo tra tutte le parti coinvolte in modo da chiarire tutti gli aspetti necessari alla comprensione e al corretto uso dell’illuminazione, per la massima tutela della nostra salute e dell’Ambiente, perché é di questo che parliamo.
    Non sono sorpreso dalla lettera di ASSIL/AIDI, ovviamente di parte, che si limita a ripetere (ancora) che il LED é utilizzato per il miglioramento delle condizioni di vita e salute.. allo stesso modo non mi impressionano le risposte di IES e LHR, ne di Rea, tutti palesemente di parte.. mentre mi é piaciuta la lettera di APIL: la luce é materia complessa e fondamentale, se ne é abusato e si continua ad abusarne, senza una vera cultura del progetto. C’é veramente bisogno di avviare un confronto chiaro e leale.
    E’ necessario che ci sia maggiore responsabilità e coscienza da parte di chi produce, vende, progetta, decide, regolamenta.. perché ne va della nostra Salute e del nostro Ambiente.
    Io ed i miei colleghi di AGE Advanced Green Economy siamo sempre a disposizione per approfondimenti e dibattiti costruttivi. Saluti

  2. Buongiorno Angelo, ci ritroviamo qua.
    In merito al confronto, le anticipo che c’è intenzione da parte di APIL di organizzare un APIL Light Talk in cui si vorrebbe continuare il dibattito. La aggiorno in caso di sviluppi.

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