HomeLAMPADELED e SSLIl LED, tecnologia in via di sviluppo

Il LED, tecnologia in via di sviluppo

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E’ da un bel po’ che su Luxemozione non si parla di LED eh? L’ultimo articolo risale ormai a mesi fa…come sapete il mondo dell’elettronica si muove ad una velocità impressionante, un po’ come accade per i  processori dei PC: quello che si compra oggi già fra sei mesi potrebbe essere obsoleto.

Stavo leggendo proprio stamattina una notizia che mi ha fatto letteralmente sgranare gli occhi e mi son detto “questa la devo proprio raccontare”. “Passata la barriera dei 200 lm/w”  cioè, mi spiego meglio, la Cree nota azienda produttrice di LED, con sede a Durham (Nord Carolina, USA) è riuscita a nell’intento di portare l’efficienza luminosa del diodo a 200 lm/w o meglio di far emettere da un singolo led di potenza bianco, con temperatura di colore 4579 K, alimentato  a 350mA un flusso luminoso  di ben 208lm!

Per ora, come si legge nell’articolo, è solo un test di laboratorio in camera a temperatura controllata, ma pensate un po’ a quale potrebbe essere il futuro dell’illuminazione , quando effettivamente sarà alla portata di tutti una sorgente in grado di emettere una simile quantità di luce per ogni watt assorbito… beh impressionante se paragonato con la misera efficienza luminosa dell’incandescenza.

Quindi finalmente il cerchio si chiude, è effettivamente giunto il momento di dire   addio alla cara vecchia incandescenza, il cui declino è stato comunque decretato? Ma nemmeno per idea! Io continuo a rimanere del parere che eliminare completamente dal mercato una sorgente che rimane comunque inarrivabile per caratteristiche tecnologiche è stato un grave errore. Quello che mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca è stata in particolar modo tutta la campagna ipocrita sotto la bandiera dell’eco-compatibilità e dell’abbattimento dei livelli di CO2 che, a quanto pare, non è il principale fautore di tutti i mali del nostro clima. Vi rimando ad un ottimo articolo su Le Scienze di questo mese in cui si dibatte appunto sul problema dell’effetto serra e del riscaldamente globale.
Ma insomma possibile che il vecchio e il nuovo non possa coesistere, così come è sempre stato?
E’ vero, la povera incandescenza ha il grosso limite dell’efficienza luminosa (10lm/w) ma, ne stavo discutendo proprio l’altro giorno con un amico, peccato che ad oggi l’incandescenza rimane la sola sorgente che può funzionare senza trasformatori di corrente o ausiliari preposti all’accensione, ne consegue una ridottissima emissione elettromagnetica che la rende unica in applicazioni in cui anche la minima interferenza di campo potrebbe  inficiare il risultato finale del lavoro.
Per non parlare poi della caratteristica emissione spettrale continua  e della resa cromatica, che  la rende altrettanto unica e che  oggi le nuove tecnologie tentano con estrema difficoltà di eguagliare.
Altra parentesi andrebbe poi aperta sull’importante questione normativa che dovrebbe regolare  il mondo del LED, ancora molto “work in progress”, ma necessaria a dare un ordine ad una situazione già abbastanza caotica.

Si sta lavorando sia negli USA, sia in Europa presso i laboratori CIE (Commission Internationale de l’Eclaraige) IEC (Commission Electrotechnique Internationale) per definire quelli che saranno i nuovi sistemi di riferimento del modo LED e standardizzazione della componentistica, dal nuovo spazio cromatico alla scottante questione della resa del colore ( l’attuale normativa è ormai obsoleta ed inadeguata a descrivere le proprietà di resa del colore di una sorgente moderna), fino ad arrivare all’altrettanto importante questione della sicurezza  foto-biologica, cioè dell’impatto che questa sorgente ha sull’uomo.

Qua sotto un paio di tabelle tratte da led magazine di Febbraio in cui sono indicate le principali procedure volte alla regolamentazione  e standardizzazione dei LED:

Quindi ci troviamo di fronte ad una situazione di mercato abbastanza complessa: da una parte l’azienda produttrice che continua ad immettere nel circuito prodotti sempre più performanti, dall’altra le aziende che producono corpi illuminanti che non sanno come comportarsi nei confronti di una tecnologia che evolve così rapidamente e delle garanzie che possono offrire. Ovviamente viene coinvolto come al solito in questo marasma  l’utente finale che si sente riempire la testa con bellissimi discorsi di eco compatibilità ed investimenti a lungo termine, ma  il fatto è che nessuno sa ancora bene cosa fare in caso di rottura del prodotto. Cambio lampada? Ma nemmeno per sogno!

Voi cosa ne dite?

PS
Sicuramente alcuni di voi, a causa di un mio errore, avranno letto l’articolo via feed in versione bozza, o meglio non esattamente nella versione finale, comunque i concetti rimangono questi…. mi raccomando dunque commentate numerosi… 😀

Giacomo
Giacomohttp://www.rossilighting.it
Giacomo Rossi, architetto e lighting designer free lance, fondatore di Luxemozione.com. Dopo anni di attività nella progettazione della luce, fonda assieme ad altri colleghi LDT-Lighting Design Team , studio multidisciplinare di progettazione della luce. Alla progettazione affianca l'attività come docente presso il Politecnico di Milano e altre importanti scuole di architettura e design. tra cui IED Istituto Europeo di Design. E' inoltre autore di articoli su riviste del settore illuminotecnico. Dal 2014 è membro del Consiglio Direttivo di Apil-associazione dei professionisti dell'illuminazione.

8 Commenti

  1. Ciao Giacomo.
    Effettivamente, mentre ci si avvicina a grandi passi ad efficienze luminose (dei led e non di sistema) veramente interessanti, sono sempre più frequenti gli assalti dei produttori di apparecchi a led che cercano in tutti i modi di vendere il loro prodotto come panacea di tutti i mali (talvolta anche andando direttamente dagli assessori, scavalcando quello che può essere un “filtro tecnico” di chi mastica un pò della materia).
    Mi pare che quest’anno sia prevista una norma UNI che cominci a mettere qualche paletto nel sistema, ti risulta? Hai informazioni più precise a riguardo?
    Continua cosi

  2. Az, ci sarebbero da dire tante cose. E non ho il tempo.
    Sull’ultimo capoverso, ad esempio, mi vengono in mente dei paralleli con il mondo dell’elettronica-informatica (che poi non sono paralleli, ma tautologie: i LED SONO semiconduttori).

    E veniamo all’articolo di Bellone su Le Scienze. Io suggerirei di non duplicare qui dibattiti che sono già altrove.
    Non è un problema di posizioni: io credo – e lo dico da sostenitore abbastanza pentito delle CFL – che la difesa intelligente delle lampade ad incandescenza non abbia bisogno di vincolarsi ad ipotesi forti sui massimi sistemi. Perché mettersi in una situazione “Simul stabunt vel simul cadent” quando ci sono fior di argomentazioni che valgono in qualsiasi quadro ecologico?
    Voglio dire, ci sono:
    – considerazioni ergonomiche (la qualità si paga, anche in termini energetici, e perché qualcuno deve decidere per me? Magari preferisco avere le vecchie lampadine ma tenere 1°C in meno di riscaldamento)
    – considerazioni sul ciclo di vita
    – aspetti di inquinamento chimico
    – considerazioni sui costi-benefici (l’illuminazione domestica è una frazione risibile dei consumi, etc.)
    – fattori di semplicità e resilienza impiantistica
    – aspetti di marketing e psicologia (le lampade a basso consumo sono UN GRANDE ALIBI)
    – etc. etc. (in realtà sto ripetendo – peggio – delle cose che tu hai già scritto)

    Ciao

  3. Ciao Weissbach…eri tu dunque ieri via mail…mi stavo scervellando….
    Comunque la citazione di Bellone (che tra l’altro è stata ridotta ridotta al lumincino), come ti dicevo ieri, mi è servita solo come mezzo per rafforzare un po’ il senso del discorso…poi se esistono dietrologie magari me le spieghi via mail con tranquillità…
    A presto!
    Giacomo

  4. Ciao.
    Penso chee bene o male tutti abbiano capito la mia posizione sui LED 🙂
    Comunque ben vengano le normative che FINALMENTE metteranno un pò di ordine in un mondo estremamente variopinto (per non dire di peggio). Appena possibile aggiornerò anch’io i miei articoli sui LED (visto che è una tecnologia che si aggiorna continuamente…).
    Quello di cui volevo parlare però è un altro tema: è inutile continuare ad arrovellarsi il cervello su “fa bene/fa male” senza avere tutti i dati a disposizione. Sarebbe auspicabile che si passasse da un’ottica da venditori di pesce all’applicazione puntuale di quello che l’Europa da diverso tempo sta cercando di implementare, e cioè il LCC (life cycle cost): perchè è inutile parlare di 1W di risparmio o di 1°C in meno quando un prodotto fatto in Cina è 10 volte più inquinante rispetto ad uno prodotto in Europa (perchè la catena di produzione energetica è altamente inquinante).
    Per fare un esempio: i pannelli fotovoltaici. Qualcuno ha mai fatto veramente un conto su quanta energia serve per produrli e dismetterli (ovviamente in correlazione col paese di produzione) ed il reale beneficio energetico che questi pannelli possono produrre durante la loro vita utile?!?
    La stessa cosa avviene per i LED: ormai per le lampade ad incandescenza sono stati stilati km e km di carta per verificare il loro impatto ambientale (per chi fosse curioso, consiglio di visitare il sito sull’EuP e scaricarsi i fogli excel). Ma quando si parla di LED nessuno sa dire niente: quanto costa in termini ambientali ed energetici produrli? Quanto costa dismetterli?
    Mah..
    Matteo

  5. Bellissimo, grazie.
    Però, come dicevo io: “The overall result over the life cycle is dominated by the electricity mix. Taking different energy mixes into account (Energy mix China or by nuclear power) has significant impact on the results.”
    Quindi la produzione in Cina di tutti i LED purtroppo peggiora molto le cose.
    Inoltre sarei molto curioso di vedere anche un rapporto sugli altri termini in gioco (ballast,carena,dissipatori,ecc…) come indicato in

    A presto

  6. Il problema non è il LED.
    Nel giro di qualche anno le sorgenti LED saranno tatalmente competitive in tutti i campi di applicazione, almeno vedendo la curva di crescita attuale, duqnue nel giro di qualche anno il mercato si autoregolamenterà come ha sempre fatto.

    Il problema è il sistema ITALIA: quando la decisione tecnica è demandata all’assessore di turno oppure la competenza del tecnico comunale inaccettabile per il lavoro che svolge che si parli di LED o reattori nucleari poco importa.

    Le aziende SERIE in questo momento stanno faticando a trasmettere le conoscenze necessarie, ma fortunatamente dopo le prime catastrofi qualcosa si stà muovendo nella cultura ed i clienti finali cominciano piano piano a chiedere qualche info in più ai propri fornitori.

    speriamo …

    • ciao elledi volevo chiederti dove è possibile ricavare la curva di crescita dei led? E, se tu hai informazioni a riguardo, dove è possibile ricavare l’andamento nel tempo dei costi di acquisto dell’illuminazione a led.

      Grazie

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