Attenzione: caduta pali!

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In Italia normalmente si cercano di risolvere le situazioni problematiche quando ormai ogni cosa è fuori controllo o magari, perchè no, ci scappa anche il morto e giusto per non smentirci mai così accadde un annetto fa quando la caduta di un palo di sostegno per illuminazione stradale, ormai degradato, causò la morte di una donna.
Bhe guardatevi intorno, sono molti i casi in cui gli impianti di illuminazione pubblica sono vecchi di decenni e di conseguenza spesso seriamente compromessi dal degrado (ruggine marciume, ecc) e quindi potenzialmente soggetti a collasso.
Vorrei riportare qua di seguito una newsletter dell’ AIDI del 19 novembre 2007, nella quale vengono fatte una serie di considerazioni in merito:


UNA LETTERA AL CORRIERE DELLA SERA SUL SEQUESTRO DI UNA VIA A NAPOLI di Vittorio Alberganti
Recentemente, con rilievo, il Corriere della Sera, con un articolo di Fulvio Bufi, ha dato notizia del sequestro a Napoli di una Via da parte della locale Procura, in quanto una perizia tecnica aveva rilevato alcuni lampioni in imminente pericolo di crollo. Il drastico intervento è ben comprensibile dopo la tragedia del 22 dicembre 2006 quando una donna perse la vita per la caduta di un palo dell’impianto d’illuminazione sempre a Napoli in via Caracciolo. Mi ha sorpreso però leggere nella stessa pagina, ben evidenziato, il commento dello scrittore napoletano De Crescenzo sui fatti: “Ma io lascerei tutto così”. E’ un’affermazione che, fatta da un personaggio molto conosciuto, per di più ingegnere, porta a minimizzare una questione ben chiara a chi è preposto alla gestione tecnologica degli impianti d’illuminazione i quali se non ben manutenuti, possono, e succede con probabilità purtroppo ben superiore di una su un miliardo, abbattersi a terra: fortunatamente l’incidente che diventa mortale è raro. Il caso di Napoli del 2006 attirò l’attenzione dei media per il suo contenuto tragico e apparentemente ineluttabile: la caduta del palo venne assimilata a quella casuale e cieca del fulmine. Altri casi avvenuti in Italia (anche in Lombardia) non sono stati quasi mai menzionati in quanto i danni si sono limitati alle sole cose. La caduta di un palo non è dovuta a fatalità ma alla mancanza di controllo e di manutenzione. Durante la vita di un impianto d’illuminazione stradale (mediamente almeno 25 anni) possono infatti verificarsi situazioni che ne pregiudicano la sicurezza e tali da richiedere interventi correttivi. Di solito un esame a vista consente l’individuazione della maggior parte delle anomalie (la necessità di una riverniciatura, ad esempio) ma non una delle più subdole: lo stato di conservazione dei pali metallici all’incastro nel terreno. Nel tempo, questo punto, in origine ben protetto in vari modi, per cause complesse e diverse può essere aggredito dalla ruggine: lo spessore dell’acciaio man mano diminuisce e vengono pertanto a mancare le iniziali condizioni di resistenza agli sforzi. Un forte vento lo può anche far cadere. Dalla fotografia del lampione nell’articolo di Fulvio Bufi, si può osservare come il collarino in cemento alla base del palo presenti una piccola lesione sul colletto a contatto con l’acciaio : è l’inizio di una “carie” che, se non “curata”, può rilevarsi distruttiva. Il fenomeno è ben conosciuto e per controllarlo occorrono ispezioni periodiche al fine di individuare segni di deterioramento all’incastro dei pali, sia scalzando il collarino, sia avvalendosi di metodologie non distruttive con l’impiego di ultrasuoni o del metodo della resistenza di polarizzazione lineare. Valutate le condizioni dell’incastro, si provvede, se possibile, a ripristinare le iniziali condizioni di sicurezza, diversamente a sostituire il palo. Pertanto è necessario da parte di tutti, non solo delle amministrazioni locali, ma anche della stampa che dialoga e informa i cittadini, non minimizzare la questione ingenerando comportamenti fatalistici, soprattutto quando questi sono avallati da dichiarazioni estemporanee di personaggi più o meno noti al grande pubblico.

Cosa ne pensate?
ciao a tutti

Giacomo
Giacomohttp://www.rossilighting.it
Giacomo Rossi, architetto e lighting designer free lance, fondatore di Luxemozione.com. Dopo anni di attività nella progettazione della luce, fonda assieme ad altri colleghi LDT-Lighting Design Team , studio multidisciplinare di progettazione della luce. Alla progettazione affianca l'attività come docente presso il Politecnico di Milano e altre importanti scuole di architettura e design. tra cui IED Istituto Europeo di Design. E' inoltre autore di articoli su riviste del settore illuminotecnico. Dal 2014 è membro del Consiglio Direttivo di Apil-associazione dei professionisti dell'illuminazione.

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