Noi lighting designer siamo creature della notte, abituate a manipolare la luce artificiale come più ci aggrada , troppo spesso però ci dimentichiamo della luce naturale, di come la nostra mente, il nostro occhio sia abituato a percepire gli oggetti illuminati da una sorgente posta più o meno all’infinito sopra le nostre teste e di come quei giochi di luce e ombra, magari molto marcati, che vogliamo eliminare con ogni mezzo , in realtà durante la giornata sono cosa normale. Il dialogo tra luce e ombra è stato certamente elemento di approfondito studio e ampiamente utilizzato nella storia dell’arte e dell’architettura, magari semplicemente per enfatizzare la prospettiva ascendente di una navata gotica, verso una volta a sesto acuto che quasi appena si percepisce dal basso.
Non dimentichiamoci poi della dinamicità della luce solare: un’ombra non è mai la stessa durante l’arco della giornata, ma non c’è bisogno di guardare al passato per trovare sistemi che sfruttano proprio questa caratteristica per creare immagini ed effetti ottici che mutano d’aspetto a seconda dell’angolo d’incidenza della luce e alla posizione dell’osservatore. Sto parlando anzi di una tecnica estremamente moderna, molto vicina al mondo della computer grafica, infatti proprio partendo da un’immagine digitale, scomposta in miriadi di frammenti, è possibile realizzare superfici composte da tanti elementi in rilievo quanti sono i pixel, che diventano, grazie alla luce del sole, gli elementi fondamentali necessari per generare un’immagine in un gioco di luce ed ombra.
Qua di seguito troverete tre delle tecniche principali utilizzate per realizzare questi effetti, da cui magari prendere spunto per realizzare qualcosa di interessante.
La prima, abbastanza semplice, è stata utilizzata ormai qualche anno fa dall’agenzia pubblicitaria Neozelandese Clemenger BBDO per realizzare alcuni manifesti pubblicitari per una crema solare. Nella fattispecie, grazie all’utilizzo di oltre dodicimila cilindretti di alluminio di diversa altezza, posizionati sulla superficie del manifesto, è stato possibile generare l’immagine grazie alla proiezione dell’ombra da essi portata.
Tecnica molto simile utilizzata dall’AtelierWWW su alcune facciate in calcestruzzo, utilizzando questa volta pannelli di poliuretano come calco per realizzare i cilindri in rilievo sul materiale.
Tecnica più complessa è quella applicata dagli artisti svizzeri con base a Zurigo Drzach & Suchy, grazie alla quale è possibile realizzare immagini fatte di luce e ombra dinamiche, cioè che cambiano aspetto a seconda della posizione della fonte di luce. La tecnica, tutt’altro che semplice, è spiegata molto bene nel dettaglio sul sito degli artisti e prevede l’utilizzo di un pattern composto da moduli in grado di generare immagini che si alternano a seconda che l’ombra sia proiettata da destra o da sinistra.
Infine ultimo esempio, forse il più interessante di tutti, è Ombrae, la cui tecnica, brevettata dall’artista canadese Roderick Quinn, sfrutta la capacità del metallo di riflettere la luce con una qualità apparente diversa a seconda dell’angolo di osservazione. Quindi utilizzando dei cilindretti di metallo tagliati alla sommità con diverse angolazioni è possibile realizzare immagini dinamiche di qualsiasi forma e dimensione, fatte di luce riflessa e ombra. La tecnica, già utilizzata in campo industriale, può essere applicata a qualsiasi materiale: plastica, resina, vetro, metallo, cemento, pietra ecc.
Ottimo spunto per qualche approfondimento direi, no?
via architonic.com