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Lumières da mille e una notte al Festival di Lione

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Si è conclusa sabato notte tra folle festanti e intirizzite per il freddo la Fête Des Lumières . Anche quest’anno Lione ha donato ai sui abitanti e agli oltre 3 milioni di visitatori 4 notti magiche  tra istallazioni, performance e spettacoli.
Nel dicembre 1852 in occasione della realizzazione della statua di Maria Vergine sulle colline che sovrastano la città i lionesi illuminarono le facciate delle loro abitazioni con fiaccole e lumi; da questa tradizione nasce uno dei festival più apprezzati nel panorama mondiale.

Non è stato facile districarsi tra i settantaquattro i progetti realizzati per questa edizione disseminati per i sei quartieri che formano la municipalità di Lione. Nel centro storico, nel lembo di terra diviso dai due fiumi Saona e Rodano, erano ospitate le opere di maggior richiamo. Attraverso un sapiente utilizzo di proiezioni e luci una natura selvaggia prendeva il sopravvento sull’architettura nel cortile del Museo di Belle Arti, ancora tramite gli effetti video il Théâtre des Célestins veniva ridisegnato nelle sue linee costruttive per poi esse stirato a tal punto da perdere la sua forma e diventare un volto mostruoso. Molto interessante Un Air du Large in Place de la Rèpulique dove personaggi, e oggetti nascevano e si dissolvevano nelle acque della fontana, non particolarmente riuscito, invece,l’intervento di un veterano del festival, Patrice Warrener, a cui era affidato l’evento principale in Place des Terraux, che non riesce a restituire la magia e lo stupore che i visitati cercano. Ma bastava camminare per le strade principali per incontrare uccellini a Led appollaiati sugli alberi, lampade di formato maxi e le Palle di neve dell’artista italiana Enrica Borghi che per celebrare la collaborazione tra la città di Torino e la Fête abbellivano la rue E. Herriot

Ma per rimanere davvero affascinati dalla potenzialità della luce, dalle atmosfere che riesce a creare e dalla sua forza espressiva bisognava essere più temerari. Cartina alla mano salire per le scalinate, inerpicarsi per le viuzze e arrivare nel parco che dall’alto si affaccia sulla città dove era collocata, a mio parere, la più bella istallazione di quest’anno, Ovo. Una struttura reticolare in legno alta sei metri illuminata a led che ne mutavano lentamente aspetto e colore. La volontà del gruppo di lighting designer ACT era di creare un oggetto caratterizzato da una illuminazione che acuisce le percezioni sensoriali, una scenografia che concentra e diffonde energia positiva. I visitatori erano invitati ad entrare all’interno del cocoon per provare la sensazione di benessere e accoglienza donata dall’intreccio in legno e amplificata dal vapore nebulizzato tutt’intorno.

La particolarità di questo festival è che accosta ai grandi progetti gli esperimenti degli studenti delle scuole d’arte, di architettura e di design cosi che camminando per il quartiere Santonay- Martinèr, uno dei più caratteristici della città, tra fruttivendoli e macellerie aperti ad ogni ora, sale da biliardo e localini dall’aria vissuta, si incontrano cabine telefoniche rese uniche per l’evento, sagome illuminate e gocce d’acqua luminose.

Qua alcuni immagini suggestive del Festival:

e qua il filmato di una video installazione veramente particolare, da non perdere:

La Fête Des Lumières è un evento unico che non ha pari tra le manifestazioni europee perché coinvolge gente di ogni tipo: anziani, mamme con passeggino, fanatici della fotografia tutti uniti dalla voglia di essere stupiti e meravigliati dalla luce.

Lione merita pienamente il successo di questa manifestazione perché è una città coraggiosa che chiude per 4 giorni le sue vie ad auto e tram per far posto alle istallazioni, perché investe in opere effimere che rimarranno solamente negli occhi degli spettatori, perché non ha paura di investire in giovani talenti.

Giacomo
Giacomohttp://www.rossilighting.it
Giacomo Rossi, architetto e lighting designer free lance, fondatore di Luxemozione.com. Dopo anni di attività nella progettazione della luce, fonda assieme ad altri colleghi LDT-Lighting Design Team , studio multidisciplinare di progettazione della luce. Alla progettazione affianca l'attività come docente presso il Politecnico di Milano e altre importanti scuole di architettura e design. tra cui IED Istituto Europeo di Design. E' inoltre autore di articoli su riviste del settore illuminotecnico. Dal 2014 è membro del Consiglio Direttivo di Apil-associazione dei professionisti dell'illuminazione.

4 Commenti

  1. Grazie Lia per il reportage, ancora una volta Lione ci insegna cosa significa “festival delle luci”. L’ultima tua riflessione pone l’accento su una situazione ormai incancrenita. Non solo giovani progettisti trattati come pezze da piedi, ma eventi come il led che vengono organizzati alla bene e meglio con quattro soldi e venduti come manifestazioni d’eccezione. E’ agli occhi di tutti coloro che hanno fatto un giro per Milano in questi giorni la povertà della gran parte delle installazioni realizzate in occasione del Festival delle Luci di Milano (che francamente dovrebbe pensare di togliere il termine “Internazionele” dal titolo ufficiale, perchè fuorviante). Quando parlo di “povertà” non mi riferisco naturalmente all’idea che sta dietro il progetto, ma al modo con cui il lavoro è stato realizzato. Povero è l’aggettivo più adeguato che mi viene in mente!
    La cosa più divertente è l’esser riusciti a Milano a realizzare interventi assolutamente raffazzonati nonostante con una regia alle spalle che dura da mesi. Complimenti Milano per la pessima opera, continua a guardare (molto da lontano) i fasti di Lione!
    a presto

  2. @ Giacomo : sottoscrivo in pieno le tue riflessioni. Un’onta continua di improvvisati e di offese che vengono inferte non solo ai designer giovani e non affermati – che se continuano ad essere trattati così AFFERMATI non lo saranno mai – ma a tutti i cittadini.

    @ Lia : grazie per avere condiviso questa esperienza meravigliosa

    Lux

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