Il Salone del cinquantenario si è concluso, ieri sera approfittando della calma dell’ultimo giorno, in una Milano stranamente vuota di visitatori, mi sono fatto un ennesimo giro, reflex alla mano, ad immortalare un paio di light-installazioni veramente degne di nota che, con il senno del poi, trasformano il tanto pubblicizzato light exhibition in un pallido ricordo.
Primo premio assoluto nella mia classifica personale l’installazione CuoreBosco, realizzata da Attilio Stocchi in piazza San Fedele che, come vi raccontavo nello scorso articolo, celebra il cuore celtico di Milano. Un’opera veramente emozionante, seguita in ogni replica da uno scrosciante applauso del pubblico. Un bosco stilizzato di alberi viola immerso in una magica nebbia, quella nebbia così nostra, che muta colore al ritmo delle ore del giorno e del canto degli uccelli: dall’alba, al tramonto, alla notte.
Qua sotto alcune fotografie che ho scattato ieri sera
Poi, naturalmente, i Cortili della Ca’ Granda che, come da tradizione anche quest’anno hanno ospitato opere di artisti, architetti e designer di fama internazionale. Main theme in questa edizione Architetture e Design Mutanti, intese come opere che assecondano le necessarie strategie d’impiego nel tempo e in luoghi diversi: strutture intelligenti caratterizzate da grande flessibilità e dalla capacità di poter essere smontate e trasferite, pensate per essere riutilizzate dopo un primo uso.
Forse qualcosa in meno come spettacolarità di Think Thank dell’anno passato, ma decisamente interessanti, forse più di giorno che di notte.
Molto suggestiva l’installazione Ablaze – sentimento (s)travolgente realizzata nel cortile della Farmacia da Ingo Maurer che, ciliegina sulla torta del mio giro serale, proprio ieri stava presentando ad un gruppetto di amici la sua opera. Bè occasione da non perdere, un po’ emozionato, sono risuscito a scambiare qualche parola con il designer tedesco che mi ha raccontato brevemente la storia e la poetica della sua opera.
una piccola casa in fiamme al centro del cortile della Farmacia, costruita con tavole di legno annerite, è sospesa su una pedana lignea. La capanna è sbilanciata verso un lato in equilibrio precario e sorretta da un unico tirante, unico elemento che sembra sorreggerla dall’imminente crollo. Un rudere all’interno del quale ardono ancora le fiamme, raffigurato in chiave simbolica dalla laccatura rosso acceso dell’interno, mentre
un pendolo cromato (elemento caro al designer) crea dinamismo e riverbero alle fiamme di luce. Al centro del pavimento un foro geometrico ribassato e dipinto di verde arricchisce le sfumature cromatiche e i riflessi tra le superfici. Un forte contrasto tra il cortile maggiore del Richini che, a detta di Maurer, è caratterizzato da una luce “fredda” , che qui invece si trasforma nel rosso vivo del fuoco che arde.
Ecco qua alcune foto che ho scattato ieri sera
E un video che narra un po’ la storia dell’installazione.
Per quanto mi riguarda il salone non poteva terminare nel migliore dei modi! 😛
Ciao e alla prossima
BoscoSacro mi è piaciuto davvero , molto coinvolgente e ben fatto, tra luci, suoni, alberi, proiezioni, nebbia, voce narrante, e quelle parole del Manzoni su Milano e sul bosco… un vero incanto!