Rieccomi qua, cari amici lettori, dopo quasi un mese di sospensione dovuta e voluta, per raccogliere e dare un po’ d’ordine alle idee , pronto a ripartire con notizie sempre fresche e selezionate dal mondo della luce.
Oggi, vista l’occasione, il primo articolo dopo tanto tempo, ne approfitto per segnalarvi un’iniziativa che fa bene alla cultura della luce, un evento organizzato in collaborazione con Studio Metis Lighting di Milano che, in occasione della festa di quartiere di via Padova, realizzerà, un po’ come l’anno passato con Jelly Fish Invasion, un’installazione di luce. Un evento luminoso, che ancora una volta svolge il ruolo fondamentale di riqualificazione urbana e naturalmente, quasi come guerrilla lighting, di sensibilizzazione (e riqualificazione)alla cultura della luce.
Dunque Metis Lighting partecipa per il secondo anno consecutivo alla festa “Via Padova è meglio di Milano”, dando il proprio contributo all’iniziativa con una nuova installazione luminosa in programma sabato 19 Maggio dalle ore 21.30 fino a mezzanotte.
“L’esperienza dell’anno passato” racconta Marinella Patetta, titolare dello studio ” ha rappresentato un momento importante di conoscenza e interazione con la comunità di Via Padova, tanto che abbiamo voluto partecipare alla nuova edizione e lavorare sullo stesso luogo: il terrazzo di copertura dell’acquedotto in Via Don Orione.
Il tema affrontato, tuttavia, non sarà quello dell’acqua, ma la possibilità di riqualificare questo spazio verde abbandonato trasformandolo idealmente in un giardino.
La nostra installazione, infatti, parte dalla volontà espressa dalla comunità locale di poter vivere questo luogo come punto d’incontro e di relazione quotidiana.Da qui il titolo .Il giardino che non c’è”
Un giardino che c’è o non c’è o meglio, un giardino che non c’è ma che potrebbe esserci .È un giardino fatto di luci, giochi, forme e colori, che si svela come per magia e racconta una storia universale.
Siamo in uno spazio privo di dignità, ma allo stesso tempo ricco di potenzialità , per renderlo vivibile e stimolante, punto di aggregazione e luogo d’incontro; uno spazio abbandonato che si anima per una notte e richiama l’attenzione dei passanti.
La sua conformazione e la sua posizione lo rendono uno spazio naturalmente visibile e accattivante, per cui nasce spontaneo il desiderio di vederlo riqualificato e vissuto, palcoscenico della vita quotidiana di Via Padova e del quartiere.
L’intento è proprio quello di immaginare uno spazio diverso e di mostrarlo attraverso le luci, i suoni e le ombre, per raccontare una storia ancora da scrivere, tutti insieme.
Questa installazione vuole essere un augurio e una speranza per il futuro di via Padova, affinchè le energie e gli stimoli che la caratterizzano si trasformino in un segno concreto e tangibile sul territorio.
Vi ricordo che il progetto è stato ideato da Metis Lighting -, ovvero
Francesca Beretta, Elena Buda, Chiara Castellarin, James Conathan, Vincenzo Cortese, Paolo Giovane, Giulia Gobino, Francesco Guastella, Eugenia Marcolli, Valeria Mirarchi, Marinella Patetta, Alberto Saggia, Giuseppe Scuderi, Daniela Tava, Claudio Valent, Mara Villa
con l’aiuto e la partecipazione delle suore e dei ragazzi dell’Istituto “Preziosissimo Sangue”
Montaggio installazione: Volume S.r.l.
Sponsor tecnici: Aldabra, Arkilux, Entis Illuminazione, Flos Architectural, Light Contract, Piperlux, Sima Luce, Telmotor.
Qua sotto alcune immagini in anteprima delle prove dell’installazione:
Beh che dire ancora una volta chapeau allo Studio Metis, nella speranza che, magari l’anno che viene, anche altre iniziative vengano realizzate da altrettanti studi di lighting. Quale modo migliore render capillare la diffusione della “cultura della luce”?
Non mancate mi raccomando!
Qua sotto aggiungo le foto che ho fatto ieri sera, davvero una bella installazione complimenti a tutti di nuovo!
Peccato che l’installazione non fosse accessibile al pubblico, ma visibile solo dal piano strada. Penso che la fruibilità dovrebbe essere la caratteristica fondamentale di iniziative come queste, altrimenti i cittadini si sentono sempre un po’ esclusi da culture e progetti di per sé molto interessanti.
Nel mio lavoro di traduttrice mi occupo spesso di illuminazione, e questa sarebbe stata una bella occasione per ampliare le mie conoscenze.
Ciao Francesca, benvenuta su Luxemozione!
In effetti hai ragione, se fosse stata a portata di tutti sarebbe stato molto più coinvolgente….mi hanno detto che l’agibilità non era possibile perchè sotto c’è l’acquedotto…
Bhe che dire speriamo si replichi presto no?
ciao ciao
Sì, speriamo proprio di sì! Magari con l’accesso al pubblico…
Ciao!