Riflessione, rifrazione e dispersione della luce attraverso un materiale trasparente o su una superficie speculare, sono fenomeni legati alla natura più tecnica della luce, che tuttavia manifestano, nella loro semplicità ed evidenza giornaliera, un valore “emozionale” che ogni volta mi sorprende. Si pensi ad esempio ad un raggio di sole che attraversa un vetro e si scompone (disperde) in diversi colori o che disegna sulla parete in miriadi di caustiche di luce.
Oggi è il compleanno di Luxemozione, l’ottavo per l’esattezza, ed il primo articolo, il 30 giugno 2007, ad introdurre e manifestare la mia passione e la complessità della trattazione, era dedicato ad uno degli esperimenti più importanti di sempre, quello della dispersione della luce attraverso un prisma di vetro, che nel 1704 Newton inserì nel suo trattato Optiks (che potete scaricare qua in versione integrale) , quale elemento (tra i tanti) a conferma della sua teoria corpuscolare della luce. Egli suppose che tutti i corpi luminosi, compreso il sole, potessero diffondere piccolissime particelle che si propagano in linea retta in tutte le direzioni ad altissima velocità. Teoria contrapposta alla teoria ondulatoria della luce proposta in quegli anni dal matematico olandese Christiaan Huygens, autore del Traité de la lumière del 1690 (scaricabile qua).
Secondo il pensiero di Newton, questi corpuscoli colpivano come proiettili gli oggetti, facendoli apparire illuminati. I fenomeni della riflessione e della rifrazione potevano essere spiegati attraverso i princìpi e le leggi della meccanica, mentre i diversi colori corrispondevano a differenti velocità dei corpuscoli in arrivo all’occhio.
Nello specifico dell’esperimento del prisma (senza scendere troppo nel tecnico) Newton, sebbene non fosse certo il primo ad osservare il fenomeno, riuscì a dare spiegazione ad aspetti (vedi ad esempio la reversibilità del fenomeno) che altri non erano riusciti ancora a chiarire.
Oggi la dimostrazione data da Newton, iperniata sulla meccanica classica dei corpi (corpuscoli), oggetto di lunghe discussioni (vedi il dibattito sulla dualità della luce) è stata sostituita da dimostrazioni centrate sulla teoria ondulatoria della luce.
L’aspetto che mi aveva mosso nel 2007 ad usare l’esperimento del prisma come esempio (che oggi riporto quale incipit di ogni corso e lezione) è oltre l’aspetto fenomenologico della luce: la luce non è solo fisica (e questo è uno dei temi cardine di International Year of Light 2015), ma molto altro: è design, vita ed emozione, che è generata semplicemente da un riflesso di luce su una superficie d’acqua o del raggio di sole che disegna un gioco di luce ed ombra su una parete.
Si guardi ad esempio la cascata di luce della MIT Chapel di Saarinen, dove, nella zona dell’altare, la luce naturale prende corpo riflessa su miriadi di segmenti riflettenti.
E così il Lighting Design non è solo conoscenza del fenomeno fisico della luce, ma molto altro, racchiude in sè aspetti nascosti, così come un raggio di sole si disperde in diversi colori attraverso un prisma.
Grazie a tutti voi che seguite e che mi avete accompagnato in questi anni, grazie anche a tutti gli autori che hanno contribuito, con materiali di alto livello a far crescere Luxemozione.
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