HomeLIGHTING DESIGNItalians do it better, oscar della luce a Raffaele De Vita

Italians do it better, oscar della luce a Raffaele De Vita

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Una settimana eccezionale, quella passata, per il  Lighting Design made in Italy! Oltre al primo premio di Massimo Iarussi  al Codega Awards, ottenuto per il magnifico progetto d’illuminazione del Museo dell’Opera di Firenze, vi segnalo anche che l’eccezionale traguardo ottenuto da Raffaele De Vita, Lighting Designer Italiano, da anni trapiantato in Australia, che giusto l’altro ieri ha ricevuto  l’ Oscar dell’eccellenza ai “2016 Australian Lighting Design Awards NSW Chapter per Il progetto di lighting per l’ Hotel Ovolo Woolloomooloo  Sydney.

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Mi sembra doveroso, (più che altro perché del progetto dell’ Opera di Firenze ho già scritto)  approfondire il progetto per Hotel Ovolo Woolloomooloo  Sydney, realizzato da Raffaele De Vita, lighting designer di origine pugliese responsabile del dipartimento d’ lighting design della socità  d’ingegneria Medland Engineering, con sedi a Sydney, Melbourne, Brisbane e Londra.

Raffaele ha una laurea in Architettura (Firenze), un Master in Lighting Design (Roma La Sapienza) ed un Master in Industrial Design (Firenze).Ha lavorato su progetti in Italia, Medio Oriente, Asia e Australia. Maggiori informazioni sono disponibili suo sito: lightitdesign.com

Il Progetto per l’ Hotel Ovolo Woolloomooloo  

Per questo progetto Raffaele, ha lavorato a stretto contatto con gli architetti dello Studio internazionale Hassell con il compito di contribuire al  re-branding dello storico edificio sul molo di Woolloomooloo a Sydney. Un tempo crocevia di migranti, l’edificio dei primi del 900 è stato riconvertito in Hotel negli anni 70 ed è vincolato come patrimonio di interesse culturale e storico dell’ Australia.

Il brief del cliente e nuovo proprietario dell’albergo, Ovolo, era di costruire un’immagine fresca, eclettica e coinvolgente che rispecchiasse il nuovo brand e che al tempo stesso fosse accessibile non solo dagli gli ospiti dell’hotel ma che attraesse visitatori nella zona lounge dell’atrio al piano terra.

Dialogo tra Architetti e Lighting Designer

La chiave per il successo di questo progetto è stato il dialogo tra gli architetti e il lighting designer (cosa che da noi in Italia esiste solo in rari casi) che ha permesso di “cucire su misura” il progetto d’illuminazione sul corpo bellissimo e ricco di storia dell’edificio.

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L’atrio centrale, su cui si affacciano 5 livelli di corridoi che portano alle camere, è stato diviso in padiglioni il cui design richiama la geometria e i materiali della struttura dell’edificio. L’uso della luce è stato cruciale nel reinterpretare uno spazio d’epoca con un sapore moderno:

 l’illuminazione è il fattore sorpresa che con l’uso della moderna tecnologia LED rimane comunque fedele ai materiali e al periodo dell’architettura.

L’atrio centrale è immerso nel cuore dell’Hotel che doveva essere accessibile giorno e notte. A causa dei vincoli della locale soprintendenza dei Beni Culturali non è stato possibile forare nessun elemento della struttura dell’edificio.

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Di conseguenza, con le luci installate  allo stesso livello dei padiglioni centrali, è stato possibile riportare la percezione dell’ambiente ad una scala ad altezza “umana” e creare un livello di intimità  che prima non esisteva.

Gli apparecchi d’illuminazione su misura

Ottone, nero satinato e vetro sono i colori/materiali  principali degli apparecchi illuminotecnici. LED come principale sorgente luminosa impiegata, anche per le lampade a filamento che richiamano uno stile d’epoca. Catodo freddo per le insegne luminose decorative che si integrano con l’arredamento e contribuiscono a rinorzare il look eclettico e frizzante del nuovo brand.

La scalinata all’ingresso funge da catalizzatore,  con i LED flessibili che creano un effetto di sospensione  dei gradini visibile dalla strada, grazie alla grande vetrata all’ingresso che lascia percepire anche l’atmosfera a metà fra il Pop e  il feeling da red carpet incorniciato da alberi con foglie LED.

Le principali difficoltà sono state: riuscir a selezionare  la temperatura di colore di apparecchi di diversi fornitori, in modo che non fossero evidenti le differenti tonalità di bianco, il budget, e la realizzazione degli apparecchi custom, oltre naturalmente ai rigidi vincoli della soprintendenza.

Bravo Raffaele davvero complimenti!

Giacomo
Giacomohttp://www.rossilighting.it
Giacomo Rossi, architetto e lighting designer free lance, fondatore di Luxemozione.com. Dopo anni di attività nella progettazione della luce, fonda assieme ad altri colleghi LDT-Lighting Design Team , studio multidisciplinare di progettazione della luce. Alla progettazione affianca l'attività come docente presso il Politecnico di Milano e altre importanti scuole di architettura e design. tra cui IED Istituto Europeo di Design. E' inoltre autore di articoli su riviste del settore illuminotecnico. Dal 2014 è membro del Consiglio Direttivo di Apil-associazione dei professionisti dell'illuminazione.

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