La luce è uno strumento potente di design dell’architettura, in grado di rendere migliori ( o peggiori se non c’è progettazione) gli spazi in cui viviamo. La luce progettata a regola d’arte è in grado, davvero, di migliorare i modi con cui viviamo la nostra città, la nostra casa e gli spazi che percorriamo ogni giorno.
Rimando ad un articolo di approfondimento che potrebbe interessare, pubblicato su Luxemozione tempo fa: Social Lighting, luce che riqualifica lo spazio urbano
Oggi si parla parecchio (spesso a sproposito) di Human Centric Lighting (HCL) come se fosse una novità, un po’ come se esistesse una progettazione della luce non Human Centric, semplicemente non è così!
La progettazione della luce non differisce dalle altre materie (architettura, design ,ecc), non è una materia oggettiva, non è applicazione di una normativa, ma significa pensare prima di tutto alle esigenze dell’individuo che utilizzerà lo spazio, ideando soluzioni in grado di migliorare lo sazio in quanto tale e la fruizione dello stesso, e garantire sempre il massimo del benessere di chi ne fa uso.
Per i cultori delle citazioni colte, l’anno passato, in occasione di International Year of Light 2015, Joseph Niemela, Senior Research Scientist presso l’Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics e coordinatore del Segretariato Globale dell’IYL 2015, affermava:
Anno internazionale della luce è stato proclamato dall’UNESCO anche per suggerire delle soluzioni migliorative per il benessere di tutti. L’approccio Human Centric Lighting e la progettazione della luce in generale possono migliorare la qualità degli ambienti in cui viviamo. La luce può dare un contributo importante per rendere le nostre città più vivibili e migliorare la qualità della vita delle persone. La scienza non è sufficiente per affrontare le sfide globali di quest’epoca, è necessario un coinvolgimento e una collaborazione tra ricercatori, designer e industria per trovare insieme delle soluzioni efficaci. Bisogna continuare a lavorare in questa direzione, ampliare il raggio della ricerca e creare un sistema di collaborazione fra i protagonisti del settore. L’innovazione è la capacità di far dialogare la parte tecnologica con quella creativa.
Ri-pensa Ri-cicla-Ri-lighting.
Una premessa doverosa, per introdurre un’iniziativa molto bella proposta da APIL Associazione dei Professionisti dell’Illuminazione, chiamata Ri-pensa Ri-cicla-Ri-lighting, che si fonda proprio sui concetti esposti sopra: un evento organizzato con fini socialmente utili, volta a realtà emarginate dove la committenza difficilmente potrebbe pagare la consulenza di un lighting designer, in cui però, la straordinaria atmosfera che la luce può creare, apporterebbe al luogo un enorme beneficio umano.
Così APIL ha pensato di donare il progetto d’illuminazione a Enti e o Associazioni no profit , che sul territorio Italiano hanno spazi e realtà emarginate (ricoveri per anziani, alle comunità di accoglienza e recupero, ecc). Scopo dell’iniziativa è dare valore aggiunto allo spazio e alle persone che lo frequentano, la luce in questi ambienti deve diventare un segno forte, contribuendo al far vivere o lavorare meglio.
Ma la progettazione non basta, per questo motivo Ri-pensa Ri-cicla-Ri-lighting coinvolge aziende di illuminazione volonterose, che donano agli Enti ed Associazioni no-profit la merce che giace abbandonata nei magazzini, tecnologie perfettamente funzionanti ed efficienti che il mercato non vuole più.
Il Primo Progetto a Meina
Il 1° evento di Ri-pensa, Ri-cilcla, Ri-lightng è stato realizzato a Meina (NO). Domenica 25 settembre in piazza Martiri della Libertà il taglio del nastro del bar-ristorante Ristoro Primavera, ex circolo del paese restaurato, sogno che diventa realtà e lavoro per 12 ragazzi con sindrome di Down dell’Associazione genitori bambini Down di Arona AGBD. Il Ristoro Primavera è gestito dai ragazzi con sindrome di down che hanno frequentato i laboratori di scuola alberghiera.
Il progetto di lighting è stato realizzato grazie alla partecipazione di Lighting Designer (giovani e meno giovani): grazie dunque a Bianca Tresoldi, Marta Anelli, Susanna Antico, Silvia Perego, Romano Baratta, Simona Cosentino, Giulia Gobino, Else Caggiano.
E grazie al prezioso e generoso contributo di aziende di illuminazione volonterose: Modular, Luce Plan, Arcluce, Soraa, Osram, Bticino che hanno donato il materiale ad AGBD. E’ stato così possibile redigere e a realizzare il progetto in sei mesi: il progetto è partito ad inizio 2016, coi primi sopralluoghi e i primi incontri in cantiere e i primi test luci, ed è stato inaugurato a fine settembre, il risultato davvero al top!
Bravi ragazzi ottimo lavoro!