L’autunno del 2017 è stato un periodo ricco di eventi dedicati all’illuminazione, in particolare si sono svolti workshop di lighting design (più o meno noti), tutti volti a spiegare l’importanza della progettazione della luce, intesa come complesso processo di ideazione, volto ad identificare una soluzione d’illuminazione specifica, unica, perfetta per il contesto in cui s’inserisce.
La progettazione della luce e il workshop
La luce (sia naturale, che artificiale), come ci ricordano anche i Maestri che studiamo all’università, è materiale fondamentale nel design degli spazi d’architettura e, come tale, deve essere progettata in modo preciso e rigoroso, e non relegata alla mera funzione di complemento d’arredo. Chi si limita a scegliere un lampadario o un faretto a catalogo e spacciare questo per lighting design, a mio parere, non ha compreso molto bene ciò che, ad esempio, Le Corbusier intendeva quando affermava “L’Architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi sotto la luce”.
Questa premessa a sottolineare, ancora una volta, il ruolo centrale che la luce, e la progettazione di questa, gioca nel processo di design dell’architettura.
L’ iter di progetto della luce segue (o dovrebbe seguire) i normali step di ideazione di un progetto così come avviene in un qualsiasi ambito creativo.
“Il metodo progettuale non è altro che una serie di operazioni necessarie, disposte in ordine logico dettato dall’esperienza. Obiettivo è quello di giungere al massimo risultato col minimo sforzo” B.Munari Da cosa Nasce Cosa.
Il progetto della luce parte dunque dal concept, passando attraverso il complesso processo di genesi, che risponde alle canoniche domande Who, What, When, Where, Why, How. seguendo poi fasi successive di approfondimento ed infine i test e la realizzazione finale.
Per un approfondimento sull’iter di progetto della luce rimando nello specifico alla normativa UNI11630 2016 Criteri di Stesura del Progetto illuminotecnico.
Quelli elencati sopra sono i valori che vengono trasmessi in modo forte durante i Workshop in lighting design, quali ad esempio il noto Lights in Alingsås , che si svolge in Svezia da oltre 10 anni, o il workshop Luci in Riviera, a cui ho avuto il piacere di partecipare come workshop head lo scorso settembre, o ancora il workshop Essentials of Light: moments che si è svolto in Messico nell’autunno 2017 e che approfondirò di seguito nell’articolo.
Essentials of Light: moments
Essentials of Light: moments è un workshop organizzato dal Brandi Institute for Lighting Design, che si è svolto dal 6 al 9 Ottobre 2017 presso la Ex-hacienda San Gabriel Ixtla, Valle de Bravo in Messico.
In questa edizione il workshop è stato condotto dai lighting designer Luca Salas (Messico), Romano Baratta (Italia) e Christine Brandi (Germania), che hanno guidato il gruppo di partecipanti provenienti da tutto il mondo.
Obiettivo della tre giorni messicana è stata la realizzazione di installazioni di luce temporanee in grado di funzionare sia con luce naturale , che artificiale.
Nel video sotto alcuni momenti salienti del workshop.
Qua sotto alcune foto del workshop.
Durante il workshop si sono svolte lezioni teoriche di approfondimento, affiancate dalla parte pratica e conoscenza dei mezzi a disposizione e del luogo. Coniugando dunque la comprensione teorica degli aspetti tecnici ed artistici della luce ad una parte pratica di realizzazione.
Il workshop, strumento per diffondere la cultura della luce
Ho chiesto all’amico Romano Baratta, parte del team dei workshop heads di raccontarmi brevemente ciò che per lui è stata l’esperienza messicana.
Romano mi scrive: “È stata una bella esperienza professionale e di vita. Una totale immersione nei colori, nei paesaggi, nella natura e nei sapori forti del Messico. Il workshop con residenza è totalizzante perché si può lavorare meglio e più profondamente, entrando in sintonia anche umanamente. Si condividono le ricerche, le storie, le lingue ma soprattutto tanti momenti assieme. Mi sono divertito ma soprattutto ho potuto apprezzare l’importanza di lavorare assieme a professionisti con un’altra cultura e background. E’ stato eccezionale conoscere meglio Luca Salas e Christine Brandi, due persone di grande valore. Questo workshop è stato secondo me l’esempio ideale di come dovrebbe essere strutturato uno studio di progettazione della luce. Sviluppare un progetto partendo tutti assieme dal concept mediante brainstorming per poi procedere alle varie fasi fino alla realizzazione organizzando gruppi di lavoro. Un lavoro corale per ottenere un progetto che genera Sensazioni, Emozioni, Esperienza e Significato. Il workshop verteva sul tema a me molto caro: la coesistenza della luce artificiale durante le ore diurne con quella naturale in luoghi aperti. Non si pensa mai alla luce elettrica come elemento per alterare il paesaggio visivo diurno, per alterare, per esempio, la visione di un monumento. È vero che non serve funzionalmente per vedere, ma può essere utile per narrare qualcosa che solo la luce naturale non può fare. Luce come pura forma di comunicazione. Come modificazione ambientale per nuove esperienze del vivere.”
Quindi, per finire, un’esortazione a tutte le scuole di design che insegnano la progettazione della luce o associazioni di categoria: in futuro è fondamentale riporre risorse in questo tipo di eventi. Quale modo migliore per diffondere la cultura della progettazione della luce?