Gruppi analoghi si trovano anche in altre parti del mondo e, a quanto si può leggere sul sito di Nature Photonic, un gruppo di ricerca del Michigan Memorial Phoenix Energy Institute e della Princeton University è riuscito a sviluppare un sistema in grado di migliorare quantitativamente l’emissione luminosa, mantenendo inalterata la qualità dell luce.
A quanto si legge sul documento che verrà pubblicato su Nature Photonics, il problema della ridotta efficienza luminosa emessa dagli WOLED è per lo più dovuta ad una motivazione costitutiva.
Infatti se l’efficienza dell’emissione elettrofosforescente all’interno del sistema è uguale a 100%, a causa della notevole diversità di indice di rifrazione tra lo strato organico più interno (ITO- Indium Tin Oxide) n=1.8 e lo strato di vetro più esterno N=1.45 e tra quest’ultimo e l’aria n=1 si ha una riflessione interna tra strato e strato che casa l’intrappolamento di parte del flusso luminoso all’interno del sistema: solo il 20% del flusso luminoso viene emesso.
Il team di ricerca americano ha dunque trovato un sistema per eliminare parte di quest’inconveniente e aumentare l’emissione luminosa di circa 2,3 volte (3,7 in simulazione).
La soluzione pensata dai ricercatori consiste in un sistema combinato di griglie di carbonio e micro-lenti che “portano” la luce fuori dagli strati. Le griglie infatti guidano la luce intrappolata, inviandola a uno strato di lenti a forma di cupola che la riflette all’esterno del dispositivo.
qua sopra un grafico che spiega il funzionamento del sistema.
Bhe interessante no?
a presto
Giacomo
fonti nature photonics Galileonet.it