Oggi 15 ottobre 2012 si celebra il Blog Action Day(BAD), appuntamento di “incontro” internazionale tra blogger, a cui purtroppo non sempre sono riuscito a partecipare. Per chi non lo sapesse il BAD è un’iniziativa che coinvolge centinaia di blogger o altri attori del panorama mediatico mondiale che, una volta all’anno, si “incontrano” virtualmente a dibattere di un argomento di interesse globale comune. In sostanza ogni anno viene scelto un argomento sensibile e, scelta una data (normalmente il 15 ottobre), tutti assieme si scrive qualcosa di inerente al tema proposto.
Quest’anno main theme dell’evento è “power of we”, ovvero la celebrazione di persone che assieme possono fare la differenza su temi importanti quali la diseguaglianza sociale ed economica, la protezione dei diritti umani, la libertà di parola, ecc.
Dunque oggi ne approfitto per scrivere di una vicenda mi ha molto colpito e di cui avrei voluto scrivere già lo scorso agosto. Sto parlando dell’arresto delle Pussy Riot, avvenuto a seguito di una sentenza farsa emessa dal tribunale di Mosca, ennesimo tentativo (ad es. ricordo l’omicidio di Anna Politkovskaja) di di soppressione del diritto alla libertà di parola da parte di un governo che si auto definisce democratico, ma che è solito attuare sistemi di controllo tipici dei regimi dittatoriali. Un evento fortemente condannato a livello internazionale, che ha scatenato proteste e manifestazioni in tutto il mondo.
Queste le dichiarazioni di Amnesty International:
La sentenza emessa il 17 agosto da un tribunale di Mosca, che ha condannato a due anni di carcere tre componenti del gruppo punk Pussy Riot, colpevoli di “teppismo per motivi di odio religioso”, è secondo Amnesty International un duro colpo alla libertà d’espressione in Russia.
A febbraio, Maria Alekhina, Ekaterina Samutsevich e Nadezhda Tolokonnikova avevano intonato un brano di protesta all’interno della principale chiesa ortodossa di Mosca.
Amnesty International ritiene che il procedimento sia stato motivato politicamente e che le tre Pussy Riot siano state ingiustamente processate per quella che è stata una legittima, per quanto potenzialmente offensiva, azione di protesta.
L’organizzazione per i diritti umani considera Maria Alekhina, Ekaterina Samutsevich e Nadezhda Tolokonnikova prigioniere di coscienza e chiede alle autorità russe di rilasciarle immediatamente e senza condizioni.
“In risposta all’ondata di proteste che hanno accompagnato le recenti elezioni parlamentari e presidenziali, le autorità russe hanno introdotto varie misure che limitano la libertà d’espressione e di riunione. Il processo alle Pussy Riot è un ulteriore tentativo del Cremlino di scoraggiare e delegittimare il dissenso. Un tentativo che è destinato al fallimento”
Dunque perché Power of We? Perchè più o meno tutta la comunità internazionale si è mossa manifestando in dissenso per quest’ennesima azione deplorevole da parte del governo di Mosca che, sebbene lo scorso 10 ottobre abbia rilasciato una componente del gruppo, Ekaterina Samutsevich, ha confermato la condanna per le altre 2 ragazze: una mossa abbastanza chiara che, chi il regime l’ha vissuto, mi ha raccontato essere una classica azione volta a togliere credibilità e a destabilizzare il gruppo.
Ne approfitto a questo punto , visto che Luxemozione è un blog dedicato alla luce, per riportare un’iniziativa di Guerrilla Lighting, ovvero azioni di “assalto” urbano che coinvolgono la comunità e che utilizzano la luce come strumento di sensibilizzazione su un determinato argomento, in questo caso organizzata a New York, in occasione dell’arresto del gruppo punk russo. L’azione nella Grande Mela è stato organizzata da The Illuminator99% , che ha proiettato il logo delle Pussy Riot sulla facciata del consolato Russo di New York.
The Illuminator (da cui il movimento prende nome) è tecnicamente un furgone con montate apparecchiature audio-video ed è frutto dell’inventiva di Mark Read, attivista ed artista, già noto per aver “occupato” simbolicamente Wall Street proiettando il suo logo, una sorta di bat-segnale, sulle facciate dei grattacieli di New York in occasione delle manifestazioni di Occupy Wall Street, movimento pacifico volto a denunciare gli abusi del capitalismo finanziario.
Più nel dettaglio, il furgone the Illuminator è stato modificato applicando un sistema periscopico con piattaforma orientabile che fuoriesce dal tetto e su cui è montato il video proiettore da 1000W, alimentato con un sistema inverter-batteria da 1500W. In sostanza The Illuminator è una sorta di stazione mobile pronta a denunciare, utilizzando la luce come strumento di comunicazione, quando e dove serve.
E voi cosa ne dite?
Alla prossima