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Basta menzogne sui LED!

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Oggi parliamo di illuminazione stradale a led, argomento scottante che da tempo ho abbandonato per una sorta di autocensura mia personale sull’argomento. E’ dal 2007 che porto avanti Luxemozione e se dovessi fare un’analisi accurata degli argomenti  più dibattuti, che hanno coinvolto i lettori in commenti spesso concitati, beh sicuramente il primo premio  spetterebbe all’illuminazione stradale a LED.

Come vi dicevo, da tempo ho tralasciato di scirvere sull’argomento, uno po’ perché l’amico Matteo Seraceni di Arching ha già scritto numerose pagine in merito( guardate qua e qua), dando di fatto un panorama molto completo e oggettivo sull’argomento, ma soprattutto perché ero (sono) un po’ stufo di continuare a leggere notizie mendaci o commenti  campanilistici rilasciati da persone vicine ad aziende che per prime si sono buttate in questa nuovo mercato, investendo un mucchio di capitale  che,  a conti fatti,   non  dev’essere stato investito poi molto bene, visti i risultati: strade male illuminate e diodi che muoiono prematuramente. Altro che le centomila ore che qualche costruttore continua a dichiarare come vita media dei LED.

Il problema? Come al solito una deprimente situazione di assenza totale di una normativa specifica sui LED alla quale, come vi dicevo anche la scorsa volta, si sta cercando in modo molto fermo di porre rimedio. Questo è l’argomento di cui si dibatte in maniere prevalente durante le varie tavole rotonde sui LED e di cui si è  discusso durante lo scorso Lighting Innovation al Politecnico di Milano: METTERE DELLE REGOLE AL MERCATO DEI LED.
Perché l’utente finale sarà pure ignorante, ma non è stupido e al terzo impianto stradale mal realizzato non mancherà di domandarsi: ma questo LED è davvero quello che mi hanno promesso? Ovvero ma perché devo investire soldi in questa tecnologia se poi non funziona?
Il problema sarà fare capire che il problema non è dei  LED, ma dei ciarlatani che l’hanno mal impiegato.

Per fortuna le cose stanno cambiando, e in questo senso una grande mano ce la darà la novella normativa sui LED. Grande passo in avanti in ambito prettamente stradale è  la scheda di “valutazione” sui LED che AIDI ha da poco rilasciato:

Il risultato del nostro studio è contenuto nella scheda LED che tende a standardizzare le informazioni tecniche che, a nostro avviso, ogni costruttore dovrebbe fornire per consentire all’utente di valutare compiutamente la qualità del prodotto offerto.
Leggendo la scheda e soprattutto le note esplicative, abbiamo cercato di costruire un primo passo su un cammino di chiarezza.

Non ci resta che dare un’occhiata a questa scheda di valutazione che vi allego anche qua in versione integrale e alla quale vi rimando per una lettura completa.

Ecco cosa contiene la scheda:

LED aidi

LED aidi

LED aidi

C’è da dire infine che negli ultimi anni molte aziende si sono mosse in modo più consapevole, è per questo che oggi si iniziano a trovare sul mercato prodotti a LED veramente ben realizzati, e chi ha fatto un giro al Light and Building scorso non potrà che confermare questa mia affermazione. Speriamo sia l’inizio di una nuova era per l’illuminazione stradale a LED.

Giacomo
Giacomohttp://www.rossilighting.it
Giacomo Rossi, architetto e lighting designer free lance, fondatore di Luxemozione.com. Dopo anni di attività nella progettazione della luce, fonda assieme ad altri colleghi LDT-Lighting Design Team , studio multidisciplinare di progettazione della luce. Alla progettazione affianca l'attività come docente presso il Politecnico di Milano e altre importanti scuole di architettura e design. tra cui IED Istituto Europeo di Design. E' inoltre autore di articoli su riviste del settore illuminotecnico. Dal 2014 è membro del Consiglio Direttivo di Apil-associazione dei professionisti dell'illuminazione.

4 Commenti

  1. Concordo sul fatto che servano delle normative precise, ma temo che ci vorrà ancora molto tempo per averle. C’è veramente tanta confusione in giro; lo si capisce anche dalla scheda della AIDI. Al punto C vengono richiesti i valori prestazionali dei singoli LED che sono impossibili da ottenere. Come faccio a misurare il flusso del singolo LED? A che temperatura di giunzione? Con che alimentatore devo alimentarlo? Non ha un gran senso. Molto meglio sarebbe indicare i valori di targa definiti dal fornitore di LED in termini di selezione di flusso e binning. Altro punto difficilmente quantificabile è l’E3: durata di vita dell’apparecchio. I costruttori possono scrivere anche 100.000 ore (a volte lo scrivono anche), tanto non c’è modo di verificarli questi dati.
    C’è ancora tanta strada da fare. Spero che gli enti normatori e le associazioni dei costruttori si diano una mossa il più presto possibile. A me sembra che siano un po’ addormentati.

    • E’ ovvio che comunque serve una “base” comune su cui giudicare i prodotti;ad esempio per HERA avevo già fatto una scheda di questo tipo da settembre dell’anno scorso (della serie “hai scoperto l’acqua calda”…e poi la vengono a proporre come idea unica e innovativa…):
      http://www.sendspace.com/file/rqwe13
      Poi è altrettanto ovvio che una scheda del genere dice tutto e dice niente, perchè fino a quando non c’è una normativa che definisce in maniera chiara COME produrre questi dati, ognuno può inventarsi quello che vuole.

      Ok, ho finito con la polemica.

      Queste regole non le possono fare AIDI o i produttori di LED o comunque “gente” che sappiamo benissimo avere intrallazzi più o meno espliciti con produttori di apparecchi LED (e neanche tanto performanti)…perchè è ovvio che nessuno si darà mai la zappa sui piedi. Occorre smetterla con gli inciuci e cominciare a tirar fuori i dati “veri”.

      Beh…si, è una polemica anche questa…

      Ciao
      Matteo

  2. Queste regole vanno fatte con le competenze ed il contributo di tutti gli attori in gioco. Vanno fatte in modo chiaro e trasparente, ma soprattutto vanno fatte in fretta. Devono essere coinvolti i produttori di LED, i costruttori di apparecchi di illuminazione, gli enti normatori, le associazioni che si occupano di luce, le pubbliche amministrazioni, gli installatori e ultimi, ma non per importanza, i lighting designer. Le regole del gioco si fanno in questo modo, secondo me.

  3. sono pienamente d’accordo sulla regolamentazione “pubblicitaria” dei prodotti a led: devono essere dati tutti i certificati, le garanzie e tutti i dati che servono per valutare il prodotto proposto.
    Questo però dovrebbe essere valido anche per i produttori di illuminazione tradizionale.
    ciao.

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