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Elica, design da Compasso d’Oro dal cuore LED

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L’anno nuovo comporta sempre la necessità di guardare oltre al passato, tirare le somme e vedere cosa c’è di nuovo e cosa ci aspetta il futuro. Ecco qui una breve intervista a Brian Sironi. Non uno qualunque, non un progettista qualsiasi, ma un giovane designer che ha portato nel mondo della luce la sua capacità di inventare soluzioni, di creare oggetti semplici ma efficaci e per questo essere selezionato per il Compasso d’Oro. Con le idee molto chiare ci racconta il suo progetto Elica e cosa vede nel suo futuro.

Costanza Rinaldi) Cme è nata la tua passione per il design?

Brian Sironi) Da piccolo giocavo con i lego e con il meccano e smontavo qualsiasi oggetto per capire come fosse fatto. Penso che il mio primo progetto sia stato una piccola navicella spaziale realizzata con cinque mattoncini di lego. Tre di queste navicelle ne formavano una più grande. Ricordo che i bambini e le maestre all’asilo ne rimasero molto colpiti.

CR) Come l’hai portata nel mondo della luce?

BS) Sono sempre stato molto affascinato al mondo della luce ma ho deciso di dedicargli maggiore attenzione grazie alla possibilità di utilizzare i LED, ho pensato che ci fosse molto da fare… Soprattutto che valesse la pena di progettare corpi illuminanti appositamente pensati per questa nuova tecnologia.

CR) Raccontaci di Elica: da dove hai preso ispirazione?

BS) Il brief che mi ero dato era quello di progettare una lampada da tavolo a LED. Il LED doveva essere l’unica fonte d’illuminazione con la quale potesse essere realizzata. Non volevo progettare una lampada molto “tecnica” o un prodotto di styling, desideravo invece che potesse durare nel tempo. Pertanto mi sono ispirato alle forme pure delle grandi lampade del passato, come Atollo, Eclisse, Cobra. L’obiettivo dichiarato era creare una lampada senza tempo, capace di trasformarsi in un’icona.

Lo spessore del braccio di Elica è stato dimensionato in funzione dei LED: 8mm è lo spessore minimo che garantisce l’alloggiamento dei LED e la resistenza alla flessione. Dato lo spessore minimo del braccio bisognava definirne la forma, conferendo una rotondità finale al braccio che è figlia della rotazione. Come raccordare quindi un cerchio ad un altro cerchio più grande in modo da rendere la base stabile? Con un segmento dritto. Si ottiene quindi un cono.

L’altezza della lampada e lunghezza del braccio sono dimensionati secondo i principi della sezione aurea e non è presente nessun dettaglio tecnico a vista: il braccio stesso della lampada costituisce l’interruttore. Ruotando il braccio la lampada si accende e si spegne, generando un effetto sorpresa.

CR) Come ti è venuta l’idea della rotazione del braccio come accensione?

BS) L’accensione molto spesso non è un elemento veramente progettato nelle lampade infatti la maggioranza delle volte viene affidata ad un interruttore standard al quale dobbiamo, come progettisti, trovare un posto sulla lampada stessa. Non volevo rovinare la pulizia formale della lampada e tanto mento utilizzare l’orribile e poco funzionale interruttore sul filo, da qui ho pensato di utilizzare il braccio stesso come interruttore. Mi piaceva l’idea che l’utilizzatore potesse in un certo senso “toccare la luce”.L’avvenuto spegnimento della lampada inoltre è supportato da un feedback sonoro che accompagna il movimento del braccio.

CR) Forma e colore molto semplici, molto puliti. Sicuramente un aiuto in questa direzione è data dall’uso dei led. Cosa ne pensi di questa tecnologia?

BS) L’avvento di questa tecnologia ha cambiato completamente il metodo di progettazione di un apparato illuminotecnico. La lampada non viene più progettata attorno alla tradizionale lampadina, occorre ripensare completamente l’oggetto perché la fonte illuminotecnica ha cambiato forma, proporzioni e dimensioni. Non solo, il LED ha indubbi vantaggi di risparmio energetico, il suo utilizzo s’iscrive a pieno titolo in una produzione di oggetti che cerca il più possibile di essere sostenibile.

CR) Ecco alcune immagini esplicative di Elica e un  paio video che fan capire  il funzionamento della rotazione del braccio e sistema di  accensione-spegnimento

CR) Con Elica sei vincitore del premio speciale “Il Design dello Stupore” del concorso Young & Design del 2009 e del premio “If product design GOLD award 2010″, oltre ad aver ricevuto la nomination per il “Designpreis Deutschland 2011” e i due riconoscimenti americani “HONORABLE MENTION” nell’Annual Design Review della rivista americana I.D. magazine e il GOOD DESIGN AWARD del Chicago Athenaeum. Che effetto fa?

BS) Sicuramente il primo effetto è di sorpresa, mai mi sarei aspettato, pur credendo moltissimo nella validità del progetto, riconoscimenti così importanti e numerosi. Elica è stata presentata al salone Euroluce 2009 a Milano, durante il quale ha subito vinto il premio Il Design dello Stupore al concorso Young&Design’09 e successivamente a marzo del 2010 ha ricevuto uno dei premi internazionali più prestigiosi l’iF GOLD Award. Ricevere quest’ultimo premio ad Hannover in una cerimonia dove sul palco poco prima di me erano saliti designer di aziende come Apple o Sony e di essere stato l’unico italiano nel 2010 a vincerlo, mi ha sicuramente riempito di orgoglio e ha reso felice anche l’azienda Martinelli luce che non aveva mai ricevuto un riconoscimento così importante.

CR) Per questo progetto creato insieme a Martinelli sei stato selezionato anche per il Compasso d’Oro. Quanta soddisfazione e quanta paura provi riguardo a questo traguardo?

BS) Il giorno della presentazione dell’ADI Index in Triennale, quando ho avuto tra le mie mani il volume e costatando quanto l’azienda fosse soddisfatta, devo ammettere, mi sono molto emozionato. La selezione ovviamente mi ha riempito di orgoglio e rappresenta per me uno stimolo a fare sempre meglio. La sola idea di poter essere eventualmente affiancato ai Maestri che hanno vinto il compasso d’oro mi mette i brividi ma è meglio non pensarci e lavorare sodo su altri progetti.

CR) A cosa stai lavorando adesso?

BS) Insieme a Martinelli Luce sto mettendo a punto una lampada da terra a LED che l’anno scorso, durante il salone del mobile, presentai a livello di prototipo. Si tratta di un’applicazione unica dei LED con una striscia continua di ben 170cm. Anche in questa lampada l’utilizzatore finale “toccherà” la luce, questa volta non solo per spegnere-accendere ma anche per modulare la luce.

La cosa interessante è che la luce verrà modulata grazie alla fisicità della lampada stessa e non con un dimmer elettronico. Il suo nome è Orbita, consiglio pertanto di visitare lo stand Martinelli Luce in occasione del prossimo Euroluce 2011.

CR) Cosa vorresti fare da grande?

BS) Vorrei continuare a fare il progettista in maniera sempre più consapevole pensando oggetti in grado di migliorare, anche se di poco, la vita quotidiana delle persone.

Grazie a Brian per la disponibilità, per maggiori informazioni potete visitare il sito del designer www.briansironi.it

Costanza
Costanza
Costanza Rinaldi nasce a Milano nel 1983. Si laurea in Storia dell'Arte Contemporanea a Bologna nel 2008, dove vive per due anni. Dopo aver collaborato con l'ufficio stampa del Mart a Rovereto, torna a Milano e prende parte allo staff di Careof contribuendo alla ricerca e promozione di giovani artisti. Recentemente ha deciso di dare voce alla sua passione per la luce che l'ha accompagnata durante gli studi universitari e, dopo una breve parentesi fiorentina per un Master in allestimento museale, ha terminato il Master in Lighting Design del Politecnico. Ora scrive, progetta e ogni tanto lascia spazio alla fotografia.

3 Commenti

  1. Grazie Costanza, una bella intervista a Brian (che saluto e ringrazio per la disponibilità), giovane designer di successo che fa sperare e sognare un po’ tutti noi, che alla fine chi l’ha dura la vince e che l’Italia, questo nostro paese per vecchi (o meglio giovani vecchi), alla fine dovrà cambiare mentalità.
    Brian è una dimostrazione chiara e semplice di come la forza sta nelle menti giovani. Siamo stufi di vedere sempre le solite facce famose di giovani vecchi sul gradino più alto del podio, no?
    Bravo Brian, spazio ai giovani una volta tanto! E speriamo per il Compasso d’Oro!!
    ciao

  2. La libertà progettuale che i designers hanno grazie ai LED inizia a farsi vedere. Siamo solo all’inizio ma la strada ormai è chiara. Quello che ancora manca è l’integrazione con l’elettronica e l’informatica; ci vorrebbe solo un po’ di coraggio e si potrebbero iniziare ad intravedere le reali potenzialità dell’illuminazione allo stato solido. E’ un momento di incredibile cambiamento quello che il mondo del lighting sta attraversando; sarebbe bello trovare il modo di condividere esperienze differenti coinvolgendo giovani designers, esperti di LED, informatici, aziende, per creare qualcosa di veramente differente ed innovativo.
    Bell’articolo. Brava Costanza 😉

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