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Cosa cambia con la nuova etichetta energetica per l’illuminazione

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Bentrovati cari lettori, prima di tutto auguro a tutti voi un sereno 2015 Anno Internazionale della Luce. Dopo il successo dell’articolo pubblicato ormai 2 anni fa sul confronto tra tubi LED e Fluorescenti, oggi tratterò un argomento davvero caldo: la nuova etichetta energetica di lampade ed apparecchi d’illuminazione.

Dal 1° gennaio 2015 ci sono alcune novità in merito all’etichettatura energetica  per l’illuminazione, in riferimento alla loro veicolazione su web.

Tecnicamente vengono rese operative alcune modifiche del REGOLAMENTO DELEGATO (UE) N. 874/2012 DELLA COMMISSIONE del 12 luglio 2012. Tali modifiche sono descritte all’interno del REGOLAMENTO DELEGATO (UE) N. 518/2014 DELLA COMMISSIONE del 5 marzo 2014.

Ma prima di descrivere lo stato dell’arte attuale, inizio facendo un riassunto della storia dell’etichettatura energetica dei prodotti di illuminazione.

L’etichettatura energetica è uno dei punti salienti della Politica Energetica Europea attuata dalla UE il cui obiettivo è quello di ridurre di almeno il 20% le proprie emissioni interne entro il 2020.

A questo scopo la Commissione ha:

  1. Introdotto dei requisiti minimi di progettazione ecocompatibile (Direttiva Eco-Design) per migliorare il rendimento energetico di 14 gruppi di prodotti (fra cui caldaie, televisori e sistemi di illuminazione).
  2. Rafforzato le norme sull’etichettatura, in particolare con un aggiornamento regolare delle classificazioni e l’estensione delle norme ad altre apparecchiature.

Risale al 1992 la pubblicazione della 92/75/CEE, la prima Direttiva Europea in merito all’etichettatura energetica.

Nel 1998 viene pubblicata la Direttiva Europea 98/11/CE che stabilisce le modalità d’applicazione della direttiva 92/75/CEE del Consiglio per quanto riguarda l’etichettatura indicante l’efficienza energetica delle lampade per uso domestico (vengono escluse diverse tipologie di lampade: come ad esempio i riflettori ovvero lampade direzionali).

vecchia etichetta energetica
Esempio di vecchia etichetta energetica

 La classificazione di efficienza energetica andava dalla classe A alla classe G.

Dato l’incremento di efficienza energetica dei prodotti connessi all’energia, nel 2010 viene pubblicata la Direttiva Europea 2010/30/CE che sostituisce la Direttiva 92/75/CE e introduce le nuove classi di efficienza energetica: A+, A++ e A+++.

Ciò ha richiesto l’implementazione di un nuovo Regolamento Delegato per i prodotti di illuminazione, pertanto nel 2012 viene pubblicato il REGOLAMENTO DELEGATO (UE) N. 874/2012 che integra la 2010/30/CE per quanto riguarda l’etichettatura indicante il consumo di energia delle lampade elettriche e degli apparecchi di illuminazione.

Tale regolamento diventa operativo dal 1° settembre 2013.

Le principali novità introdotte da Regolamento (UE) n. 874/2012 sono:

  1. Nuova classificazione di efficienza energetica: da A++ (altamente efficiente) a E (poco efficiente)
  2. Introdotto il dato relativo al consumo annuo ponderato di energia espresso in kWh/1000h
  3. La nuova etichetta energetica sarà estesa anche a lampade che in precedenza ne erano esentate come, ad esempio, le alogene a bassa tensione, le lampade a scarica ad alta intensità e le lampade direzionali ed ai moduli LED
  4. Il campo di applicazione del Regolamento è stato allineato, per quanto possibile, alle attuali misure di attuazione Eco-Design che stabiliscono requisiti minimi in tema di efficienza energetica, funzionalità e di informazione per lampade
  5. La versione grafica della nuova etichetta energetica riportata sulla confezione delle lampade, potrà essere a colori o in versione monocromatica
  6. A partire dal 1° marzo 2014 un’etichetta informativa per gli apparecchi di illuminazione esposti nei punti vendita. Questa etichetta fornisce informazioni circa l’efficienza energetica delle sorgenti luminose compatibili con l’apparecchio e/o delle “lampadine” eventualmente già incluse nella confezione d’acquisto, indicando l’eventuale utilizzo negli apparecchi di moduli LED non sostituibili
  7. In aggiunta al concetto di “Utilizzatore Finale” è stato introdotto quello di “Detentore Finale”
nuove etichette energetice colori e bn
Nuova etichetta energetica a colori e BN completa e semplificata.
Nuova etichetta completa
Nuova etichetta Energetica completa a colori

Qua di seguito invece esempi  a confronto di etichetta energetica per apparecchi di illuminazione:

Etichetta apparecchi illuminazione

E’ importante comprendere bene la distinzione tra Utilizzatore finale e Detentore finale citato sopra al punto 7 , per comprendere meglio quando e come sarà disponibile la nuova etichetta energetica:

  • Utilizzatore Finale: una persona fisica che acquista o che ci si aspetta che acquisti una lampada elettrica o un apparecchio di illuminazione per scopi che non rientrano tra quelli di una sua attività commerciale, industriale, artigianale o professionale
  • Detentore Finale: la persona o entità che detiene il prodotto durante la fase d’uso del suo ciclo di vita, o qualsiasi persona o entità che opera per conto di tale persona o entità

è determinante al fine di stabilire gli obblighi dei Fornitori (Produttori) e dei Rivenditori.

Nel caso delle lampade professionali dove non sono gli utilizzatori finali (ad esempio, gli impiegati negli uffici) che decidono quali lampade acquistare l’etichetta energetica posta sull’imballo non è obbligatoria. Laddove invece la conoscenza preventiva della classe energetica delle lampade può influenzare il proprietario dell’impianto di illuminazione e nel caso dell’illuminazione per uso domestico il detentore finale coincide con l’utilizzatore finale, l’etichetta energetica delle lampade deve essere sull’imballo in modo tale da essere fruibile prima che avvenga l’acquisto.

Nel 2014 viene pubblicato il REGOLAMENTO DELEGATO (UE) N. 518/2014 che modifica il 874/2012 per quanto attiene all’etichettatura dei prodotti connessi all’energia su Internet.

modifica regolamento 874 2012

Segue un diagramma (cortesia Lighting Europe) utile a comprendere le responsabilità/obblighi di fornitori e rivenditori a partire dal 1° gennaio 2015 (con l’entrata in funzione del REGOLAMENTO DELEGATO (UE) N. 518/2014) per la commercializzazione di lampade.

Etichetta energetica procedura Lampade

Segue un diagramma (cortesia Lighting Europe) utile a comprendere le responsabilità/obblighi di fornitori e rivenditori a partire dal 1° gennaio 2015 (con l’entrata in funzione del REGOLAMENTO DELEGATO (UE) N. 518/2014) per la commercializzazione di apparecchi di illuminazione.

Etichetta energetica procedura Apparecchi

Nella seguente tabella le diverse tipologie di lampade e moduli LED vengono associate alle diverse classi di efficienza energetica secondo le caratteristiche medie che le contraddistinguono.

nuove classi energetiche

In Italia sul web c’è un sito realizzato da ASSIL (Associazione Nazionale Produttori Illuminazione)

lampadinagiusta.it

studiato per fornire consigli pratici ad Utilizzatori Finali riguardo la scelta della lampadina.

Su tale sito,  potete trovare un’ottima comparazione  tra tecnologia e classe di efficienza energetica (simile alla tabella di cui sopra) ma solo per le lampadine ad uso domestico.

Il Regolamento (UE) n. 874/2012 ha introdotto anche un nuovo e più severo algoritmo di calcolo della classe di efficienza energetica. Per alcuni prodotti comporta una nuova riclassificazione verso classi di efficienza energetica più basse.

Lighting Europe, associazione che rappresenta i prooduttori di illuminazione, le associazioni di categoria e i produttori di componenti per illluminazione (in cui l’Italia è rappresentata da ASSIL ed ASSOLUCE), in seguito ad un’analisi sostiene che i prodotti che subiranno tale declassificazione sono quelli a tecnologia:

  • fluorescente compatta,
  • scarica a bassa pressione
  • e soprattutto alogena non direzionale a tensione di rete.

Pertanto la maggior parte delle lampade ad alogeni non direzionali a tensione di rete (E14, E27, B15d, B22d, G9 e parte delle R7s) passeranno dalla classe C alla classe D.

L’unico tentativo che i produttori possono fare per riportare queste lampade alla classe C è quello di aumentare il flusso luminoso, a discapito della durata di vita utile del prodotto.

Lighting Europe nel 2014 tramite un position paper ha evidenziato un aspetto interessante conseguenza del Regolamento (UE) n. 874/2012: le specifiche di compatibilità secondo cui va dichiarata nell’etichetta di un apparecchio di illuminazione la compatibilità a determinate tipologie di lampade.

L’allegato V della 874/2012 al punto 2 recita quanto segue:

  1. PROCEDURA DI VERIFICA PER GLI APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE COMMERCIALIZZATI O INTESI PER LA COMMERCIALIZZAZIONE AGLI UTILIZZATORI FINALI

Un apparecchio di illuminazione è considerato conforme ai requisiti di cui agli articoli 3 e 4 se è corredato delle prescritte informazioni di prodotto e se risulta compatibile con le lampade per le quali è dichiarato compatibile a norma del punto 2.2.IV, lettere a) e b), dell’allegato I, applicando i metodi e i criteri più avanzati per verificare la compatibilità.

Secondo Lighting Europe il problema risiede nella definizione di tali “metodi e criteri avanzati per verificare la compatibilità”.

Ne deriva che in assenza di tale definizione, è unicamente responsabilità e discrezione del produttore dell’apparecchio stabilire e dichiarare la compatibilità del suo prodotto a diverse tipologie di lampade.

Chi meglio del produttore, che ha progettato e costruito il proprio prodotto per uno specifico target di mercato e per soddisfare ben note specifiche illuminotecniche, può stabilire tale cosa?

La compatiblità tra diverse tipologie di lampade su un medesimo apparecchio, non va intesa con la semplice coincidenza di un attacco e/o ingombri ammissibili all’interno dell’apparecchio. Entrano in ballo anche altri aspetti, come: la distribuzione della luce, la dimmerabilità, la durata di vita utile della lampada in funzione della capacità di dissipazione termica dell’apparecchio ecc ecc.

Il regolamento 874/2012 sarà riesaminato nel 2016 per valutare il progresso tecnologico ed in particolare le tolleranze utilizzate nella procedura di verifica a fini di sorveglianza del mercato attuata dalle autorità di sorveglianza.

Secondo la 874/2012 le autorità degli Stati membri sottopongono a verifica un lotto scelto a campione di almeno 20 lampade dello stesso modello dello stesso produttore, se possibile ottenute in proporzioni eque da 4 fonti selezionate a caso. Il modello è considerato conforme se il suo indice di efficienza energetica corrisponde alla sua classe dichiarata di efficienza energetica e se i risultati medi del lotto non si discostano di più del 10% dai valori limite, di soglia o dichiarati.

Le sfide più interessanti lanciate dal regolamento 874/2012 vanno oltre l’etichetta e sono senz’altro:

  • investire in ricerca di prodotto e di processo al fine di costruire e mettere sul mercato lampade sempre più efficienti e apparecchi compatibili con le lampade più efficienti a disposizione sul mercato
  • il modo di veicolare l’informazione della classe energetica dei prodotti. Dal 1 Settembre 2013 infatti non è solo è obbligatorio avere la nuova etichetta sull’imballaggio della lampada. L’informazione relativa alla nuova lampada e alla nuova etichetta per gli apparecchi deve anche essere fornita con ogni pubblicità, indicazione ufficiale di prezzo o offerta. In più i rivenditori devono gestire come presentare l’etichetta dell’apparecchio nel proprio punto vendita.

Per chi desiderasse approfondire l’argomento, ASSIL organizza ogni anno dei corsi di formazione, tra cui anche uno intitolato “Sintesi della Direttiva Ecodesign e Etichettaura Energetica” che si terrà il 10 Marzo 2015 a Milano presso la sede della stessa associazione. Sul sito ASSIL si può visionare il programma ed eventualmente effettuare l’iscrizione a tale corso.

Inoltre il REGOLAMENTO (UE) n. 874/2012 ed il REGOLAMENTO (UE) n. 518/2014 sono scaricabili liberamente da internet e al seguente link potete trovare la guida integrale aggiornata a Luglio 2014 di Lighting Europe per l’applicazione del REGOLAMENTO (UE) n. 874/2012.

Inoltre sul sito della Commissione Europea al seguente link potete scaricare le FAQ sulla Direttiva Europea di Etichettatura Energetica 2010/30/CE.

Su tale documento troverete 14 FAQ inerenti nello specifico il REGOLAMENO (UE) n. 874/2012.

Dunque questo è quanto offre la Comunità Europea in termini di etichettatura energetica dei Corpi Illuminanti e Sorgenti. Un approccio sostanzialmente differente è quello proposto oltreoceano sul mercato USA, ma questa è un’altra storia, oggetto di un prossimo articolo!

Come dicevo argomento caldo, voi che ne dite?

Michele
Michele
Laureato in Ingegneria Elettronica presso l’Università Politecnica delle Marche ed ha frequentato presso il Politecnico di Milano il corso di formazione permanente in Lighting Design. Da quattro anni si occupa di Fotovoltaico Off-Grid e di Street Lighting Design a livello di impianto e di prodotto. Nel 2012 è finalista nel contest internazionale Lightitude organizzato da CLU fondation.

3 Commenti

  1. Ciao Michele, ottimo articolo, preciso e puntuale.

    Nulla da dire sull’etichettatura delle lampade, sono d’accordo con te che il punto critico è quella degli apparecchi che, in effetti, non è una vera e propria etichetta energetica.

    Il problema nasce dal fatto che per realizzare un’etichetta energetica degli apparecchi è necessario un rilievo fotometrico, uno per ogni tipo di lampada che l’apparecchio può ospitare. Vale a dire valutare quanta energia entra e quanta ne esce, quindi valutare l’efficienza nella trasformazione dell’energia.

    Obiettivo per ora difficile da raggiungere visto che molti degli apparecchi sul mercato, forse la stragrande maggioranza, sono decorativi e non dotati della fotometria. Obiettivo, però, solo rimandato.

  2. Caro Stefano,

    grazie mille per aver apprezzato il mio articolo e per aver commentato.
    Esatto, l’etichetta energetica di apparecchi indica solo la compatibilità dell’apparecchio con determinate tecnologie di sorgente luminosa, ma non il suo rendimento nè la sua efficacia luminosa netta.
    Chiaro che in un apparecchio ovviamente non conta solo il suo rendimento ma anche la qualità del solido fotometrico che realizza per una specifica applicazione.
    Però intanto un’etichetta di apparecchio che indichi il suo rendimento e/o efficacia luminosa netta per creare scrematura forse non sarebbe male.
    Come affermi tu, il fatto è che per ogni apparecchio tale dato dovrebbe essere misurato per ogni tipo di sorgente che può ospitare.
    Quindi bisognerebbe creare un’etichetta o tabella che indichi in maniera sintetica e chiara per ogni lampada la classe di rendimento e/o efficacia luminosa netta. Altrimenti si potrebbe pensare ad un rendimento medio.
    Immagino il numero di rilievi da effettuare su un ipotetico apparecchio stradale a tecnologia HID con attacco a vite Edison: ci sono le lampade al sodio ad alta pressione e a ioduri metallici: tubolari, ellissoidali chiare, ellissoidali polverate e le potenze che in genere vanno da 70W a 250W. Se consideriamo poi che in alcuni apparecchi c’è anche la possibilità di regolare la posizione del fuoco della lampada rispetto all’ottica allora il numero di rilievi sale molto.
    Verissimo quanto dici sulla vasta diffusione di apparecchi decorativi per applicazioni domestiche che in genere non sono dotati di fotometria.
    Questo infatti credo costituisca anche uno dei motivi che ha spinto la Commissione Europea a proporre lo slittamento del phase-out delle lampade “eco” alogene dal 2016 al 2018, ampiamente usate in apparecchi per applicazioni domestiche. Ma questo è un altro tema…

  3. Ciao Stefano, tu hai ragione anzi ragionissima. Il problema è più intricato in realtà cioè, in linea generale, quasi tutte le aziende d’illuminazione, anche le piu quotate, non seguono esattamente alla lettera la normativa sulla fotometrazione dei sistemi LED.
    Sono ormai 5 anni che è uscita e, basta aprire un catalogo a caso, di qualsiasi azienda, e se va bene (caso ottimale) dichiarano flusso uscente di sistema e assorbimento al cavo. La media è invece fatta ancora da aziende che dichiarano flusso del LED o fanno proporzioni improbabili con i flussi luminosi, senza considerare che cambiando la corrente o cambiando l’alimentatore o il dissiapatore le cose cambiano in modo non lineare. La scusa solitamente portata è sia commerciale, sia economica cioe:
    1)oggi i confronti si fanno al lumen e al watt a prescindere della qualità del prodotto; questo porta a confronto realtà che dichiarano i valori secondo normativa e altre realtà (i ciarlatani) che dichiarano i flusso del led raffreddato ad azoto in camera bianca.
    2) i costi enormi in termini di tempo e danaro che occorrono per fotometrare o rifotometrare i corpi illuminanti ogni volta che cambia il Chip o che cambia un codice.
    E sul punto due entra in gioco oxytech o altre aziende che offrono servizi analoghi.
    A presto

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