Bentrovati amici lettori, avete visto? Finalmente un po’ di ospiti su Luxemozione, non solo i post del sottoscritto, è giusto cambiare ogni tanto, no? Per svecchiare un po’ con argomenti sempre freschi da proporvi.
Avrete certamente letto, nelle ultime settimane, gli articoli proposti da Daria (che potete trovare qua e qua) sull’illuminazione urbana e relative implicazioni socio-culturali e poi, qualche giorno fa, l’articolo scritto da Michele sui concorsi di idee come spunto importante per i giovani professionisti della luce. Bene dunque spero siano stati di vostro gradimento, perché sicuramente nei prossimi mesi (almeno questa è la mia speranza) le pagine di Luxemozione si arricchiranno di guest post. Come dicevo un po’ di aria fresca ogni tanto ci vuole!
Dopo questa breve premessa, approfitto per riprendere in mano un argomento, quello della Light Art, devo dire mai troppo approfondito su questo blog, ma che di fatto rappresenta un importante capitolo del poliedrico mondo dell’illuminazione. Un approccio alla progettazione differente da chi utilizza la luce per valorizzare l’architettura o le città in cui viviamo, ma certamente non meno importante.
Alla fine, come ricordava Michele nello scorso articolo, è fondamentale per un professionista della luce aprire la mente ad altre esperienze, continuare ad apprendere e collaborare o conoscere altre realtà: progettare la luce non è materia oggettiva, limitata al solo utilizzo di un software (anche una scimmia ammaestrata saprebbe usare il dialux) sennò saremmo tutti dei bravissimi elettrotecnici o strutturisti. Così come non è solo conoscenza di una normativa o della fisica illuminotecnica, ma è una materia complessa, multidisciplinare e trasversale fatta di conoscenza e continuo apprendimento.
Ritornando alla light art, oggi vi propongo un evento importante per chi ha voglia di ampliare un po’ il proprio bagaglio culturale.
Una mostra in due sedi, a Milano presso la galleria Allegra Ravizza e Padova presso Maab Studio d’Arte, dal titolo “Luce vera, spazio simulato” a cura di Marco Meneguzzo, incentrata sull’attività storica di Paolo Scirpa, che ho avuto il piacere di intervistare un paio di anni fa su Luxemozione, intervista a cui vi rimando per maggiori informazioni sull’artista. La mostra, inaugurata ieri 27 novembre, sarà aperta fino al 18 gennaio 2013.
Questo progetto, fortemente voluto dai due galleristi, non vuole essere unicamente un osservatorio privilegiato sul lavoro dell’artista, ma anche uno spunto di riflessione storica sulla presenza, nella storia dell’arte contemporanea italiana, di personalità singole di forte spessore espressivo e inventivo, che vanno riscoperte alla luce di un rinnovato interesse per gli anni Settanta e per l’attenzione che oggi, anche in campo internazionale, si pone verso ogni esperienza ottico-percettiva.
Viene presentata in mostra una selezione di Ludoscopi, opere luminose realizzate a partire dagli inizi degli anni ’70 che, grazie a un inganno ottico, si protraggono all’infinito. In esse la luce, emanata da tubi al neon piegati secondo le forme geometriche “platoniche” e riflessa da pareti specchianti, si moltiplica in una serie di traslazioni e di incroci che superano lo spazio fisico dell’opera, simulando uno spazio concettualmente infinito.
qua alcune immagini delle opere di Scirpa
e un video dei Ludoscopi al Macro di Roma
L’interesse per la luce da parte di Scirpa, nasce dalla tensione spirituale, dalla ricerca dell’infinito nella sfera più profonda della condizione umana, nonostante l’utilizzo di materiali di consumo o elettrici, come in questo caso, venga talvolta interpretato con l’assenza di significato come ad esempio nella ricerca minimalista o nell’arte cinetica: l’artista tratta infatti la luce ideale come fu concepita e studiata dalla filosofia medievale e dall’ottica protoumanistica, ancora permeata di trascendenza religiosa e persino mistica.
Così, la ricerca di Scirpa – nonostante oggi venga riproposta in maniera formalmente identica da altri artisti come cosa nuovissima e originale – se ne distacca per questa attenzione al lato spirituale e al significato contemplativo che la luce, intesa come metafora dell’essere “illuminati”, ha sempre portato con sé in tutte le esperienze di riflessione e di indagine interiore: “…auspico – ha scritto l’artista – che i fenomeni straordinari del nostro tempo, pronti a mettere in crisi i valori dello spirito, possano invece rivelarci la ricchezza della fantasia e la volontà di indagare nel buio”.
Io ne prossimi giorni conto di andarci, e voi mi raccomando fateci un pensiero.
A presto
Queste parole sono musica per le mie orecchie.
Questo è il mio lavoro,la mia passione,la mia vita.
Soffio il neon da oltre trent’anni anche se ci sono nato dentro.
Mi fa piacere sentire la valorizzazione del neon in tutta la sua essenza,magica luce dalle mille forme.
Non sapevo della mostra,mi sapresti dire le date?Sono curioso!!
Grazie
Ciao Luca,
fantasticol lavoro, molto interessante!
Per quanto riguarda l’esposizione a milano in effetti non sono stato chiaro nell’articolo, più tardi aggiorno.
comunque la galleria Ravizza a Milano sul sito dice aperta fino al 18 gennaio 2013:
immagino sia lo stesso per la galleria di Padova
a presto
G.
Una miniera di informazionie spunti interessanti, grazie!